Fa un po’ specie parlare di foreste in questi giorni, dopo i gravi danni che il forte maltempo del 29 ottobre scorso ha causato alla vegetazione delle nostre Alpi orientali ma, l’argomento che sto per proporvi in qualche modo vi si ricollega.
Si tratta di un paper uscito recentemente su Nature Communications e rilanciato da Science Daily. Qui di seguito le coordinate:
- Climate change causing more severe wildfires, larger insect outbreaks in temperate forests – Science Daily
- Patterns and drivers of recent disturbances across the temperate forest biome
In sostanza, al di là della trasformazione abbastanza evidente del titolo e dei contenuti operata da Science Daily, si tratta di un lavoro nel quale sono stati presi in esame gli eventi di disturbo – siccità, incendi, attacchi da insetti etc…, subiti nel recente passato da una selezione di foreste temperate soggette a regime di protezione, con lo scopo di separare un eventuale segnale climatico, tipicamente associato all’aumento delle temperature ed alle condizioni di siccità, da quello molto più variabile e agente a scale temporali e spaziali più limitate imputabile alla variabilità atmosferica, ovvero, per esempio, l’incorrere di forti eventi di maltempo.
Qui sta il collegamento con i fatti recentemente accaduti, per inquadrare i quali, tuttavia, vi esorto a leggere un interessantissimo articolo di Gian Antonio Stella uscito su corriere.it nei giorni scorsi.
https://twitter.com/climatemon/status/1059146789775966208
Ma, torniamo al paper, che Science Daily trasforma nel solito peana del clima che cambia e che invece parla di tutt’altro, anche perché, incredibilmente, in tutto il lavoro la locuzione “climate change” compare appena due volte. Ad ogni modo, quel che si evince, è che per l’aumento degli episodi di disturbo a larga scala, quindi soprattutto quelli legati a incendi e attacchi da insetti, sarebbe piuttosto evidente un segnale climatico, tipicamente rappresentato da temperature più elevate e minor apporto di precipitazioni.
La faccenda lascia un po’ perplessi, perché, come già affrontato in un altro lavoro recente, e spiegato da Luigi Mariani proprio su CM, a livello globale c’è una netta tendenza alla diminuzione degli incendi boschivi, segnale di aumento della resilienza e della prevenzione, certamente, ma anche di condizioni ambientali non inclini a favorire l’occorrenza di questi episodi.
Ora, pur con l’interesse che l’analisi di cui si da conto nel lavoro di cui stiamo parlando, è sempre un bene che si rifletta su come aver cura del patrimonio boschivo, se le cose nei tempi recenti sono andate in un certo modo, perché, come al solito, dovremmo aver davanti un futuro peggiore?
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