Le tue origini, il posto in cui sei nato. Magari, se sei fortunato anche quello in cui vivi o, chissà, quello che ti ha adottato e per questo senti tuo. Un posto che però ti cambia sotto, migliora, peggiora, chi lo sa, sono troppe le variabili nell’arco della vita di un uomo per poterlo dire.
Ma c’è una cosa che, a quanto pare, si può dare per certa: quel posto, bello o brutto, ricco o povero, brulicante di vita o abbandonato che sia diventato, di sicuro sarà… più caldo. E, climate change docet, lo diventerà ancora di più.
Oggi, fortunelli che non siamo altro, possiamo anche sapere di quanto. A colmare la nostra sete di conoscenza ci pensa il NYT, con un tool interattivo on line che, appunto, ti dice quanto più calda è diventata la tua “hometown” da quando sei nato, cioè quanto è cambiato nel tempo il numero di giorni con temperature superiori a 32°C. Nome del luogo, anno di nascita et, voilà, il riscaldamento locale è servito.
La prima curiosità che mi è venuta visitandolo è stata quella di capire da dove venissero le informazioni. Il primo passo è stato facile, i dati li fornisce un progetto che si chiama Climate Impact Lab, la cui finalità, scrivono, è quella di misurare i costi del climate change nel mondo reale. Secondo passo un po’ più complicato, ma non troppo; scartata l’ipotesi che potessero essere disponibili delle serie storiche per tutte le località possibili, si scopre che il dato cosiddetto “osservato” proviene dalla serie del Berkeley Institute, altro progetto che qualche anno fa ha messo insieme i dati osservati delle varie serie globali disponibili ed ha ricalcolato un dataset delle temperature globali. La griglia è di 1°X1°, cioè circa 111km, va da se che l’informazione non sarebbe utile per distinguere la città di Mario Rossi da quella Paolo Bianchi, perciò viene applicato un downscaling spaziale facendo uso di dati di rianalisi e serie locali, cioè di un modello che dovrebbe riportare l’informazione a dimensioni a misura d’uomo. Messa così la questione è da esercizi alle sopracciglia, ma grazie alle verifiche fatte dall’amico Franco Zavatti, abbiamo scoperto che, pur con non banali differenze, l’esercizio restituisce dati che in qualche modo non si allontanano troppo dalla realtà.
Qui di seguito la ricostruzione delle serie storiche di Milano Linate e Brera, con dati che l’altro amico Luigi Mariani ha prontamente messo a disposizione.
Come potrete verificare personalmente, la dose di modellizzazione del dato fa scomparire quasi del tutto la forte variabilità interannuale, pur restituendo una buona corrispondenza sui punti di partenza e di fine. Questo allisciamento, nasconde anche i cambiamenti di regime circolatorio, che saranno pure (chi può dirlo?) da imputare all’AGW, ma che sicuramente dicono la loro in materia di evoluzione di medio periodo del clima di un’area più di quanto non dicano i termometri per se. Inoltre, è evidente che su Brera in particolare pesi molto l’effetto UHI (Isola di Calore Urbano) nella serie grezza, cioè il riscaldamento indotto dalla modifica che molte località hanno subito passando da ambiente rurale ad ambiente urbano. Questo la serie Berkeley ed il relativo downscaling se lo perdono per strada.
Ciò non toglie che, si tratti di cemento, asfalto, condizionatori d’aria, motori vari o, CO2, per entrambe le località e per quasi tutte quelle in cui ci si può divertire a controllare, il numero di giorni con più di 32°C sia aumentato, anche in modo sensibile.
E’destinato ad aumentare ulteriormente? Come già accennato, anche questo ce lo dice il tool, applicando lo scenario climatico RCP 4.5, ossia quello in cui il forcing radiativo dovrebbe stabilizzarsi rapidamente dopo il 2100 in ragione di emissioni dapprima ancora in salita, poi in discesa fino a circa 650 ppm.
Bene, soddisfatta e verificata la curiosità di vedere come è cambiata la propria hometown da quando si è nati, ha senso immaginarne il cambiamento di qui al 2100? Non con questi strumenti probabilmente. Certamente, la serie storica Berkeley e il downscaling lavorano bene, ma sarebbe interessante vedere come avrebbe lavorato la proiezione, cioè il paragone tra il dato osservato (sebbene molto allisciato) e la corrispondente previsione per gli anni già trascorsi, ovviamente con lo stesso scenario di emissioni.
Questo il tool non lo fa, eppure sarebbe stato un esercizio interessante per testare e magari corroborare la proiezione che invece viene messa in bella evidenza. Forse perché le due cose non coincidono? Chissà.
Chiudiamo in bellezza, qui sotto il video di un irragiungibile Bruce Springteen in My Hometown.
PS: questo post è dedicato ad un amico, che legge e sa che lo aspettiamo con il sorriso.
@Simone la penso come quel tizio con cui hai discusso 6 anni fa, ho fatto un cerca sulla stazione di Molin Bianco e ho trovato quei commenti. Dalle foto dovresti vedere che il grande piazzale era sterrato e anche la strada che costeggia la recinzione era bianca..adesso è tutto asfalto, quindi credo che il termine urbanizzazione ha un significato diverso, dipende dalla persona che lo utilizza..
@Vincenzo
Si, la penso diversamente, perché recentemente ho trovato un archivio con immagini storiche aeree di metà anni ’50 di tutta la provincia. E nella zona Molin Bianco dove c’è la stazione meteo AM l’urbanizzazione non ci è ancora arrivata. Della mia credibilità sinceramente non mi interessa niente, non ho nessuna reputazione da difendere e resta il fatto inconfutabile che è una stazione ufficiale a norma WMO.
Ah, potresti anche usare il tuo vero nome invece che lo pseudonimo di Vincenzo. 😉
@Simone tu stesso il 20 agosto 2012 hai scritto questo che ti riporto alla memoria:
“Purtroppo sono gli effetti dell’urbanizzazione che avanza. Come non considerare poi tutta la zona industriale accanto di Pescaiola, che 40/50 anni fa non era certo così, ma c’era molto verde in più, ora ci sono solo capannoni e cemento. E’ probabile che le massime in estate siano leggermente sovrastimate, così come le minime che secondo me sono leggermente sovrastimate.”
Oggi la pensi diversamente? ah capisco perchè la tua tesi va avvalorata costi quel che costi vero? E’ la tua credibilità ci perde tanto..
@Vincenzo.
Lei guardi i dati che gli pare, io guardo quelli ufficiali.
Per Arezzo la stazione meteo ufficiale (che tra l’altro è anche l’unica della provincia a norma WMO) è quella AM, che è stata sempre nello stesso posto ed ancora oggi ha la schermatura in capannina di legno, come era quando fu installata nel 1957. Ed è in una zona di periferia dove l’urbanizzazione non ci è arrivata.
Saluti.
Ho inserito anno di nascita e città natale (Brindisi), ottenendo però dati che seppure concordanti con le osservazioni, non coincidono per nulla inserendo altre località italiane.
Premettendo che il numero di giorni sopra i 32 gradi, annualmente, sono meno di 10 (data l’influenza del mare), sono stato indulgente dato che nell’articolo è stato evidenziato che si usano una griglia di 111 km (esattamente la distanza Brindisi-Bari e Brindisi-Leuca).
Quindi ho corretto quel dato considerando l’area attorno alla città, e in effetti sì, i giorni sopra i 32 nella piana brindisina saranno aumentati da 20 a 30, soprattutto negli ultimi anni con le alte pressioni estive con geopotenziali e valori in quota così elevati.
Ma, come dicevo, ho poi inserito altre località: Bari è più calda di Brindisi tradizionalmente per massime estive, eppure ne indicava un numero inferiore (nettamente inferiore!) già in passato, e l’incremento è esiguo rispetto a quello dato per la mia località.
Lo stesso vale per Lecce, mentre il dato di Taranto appare sovrastimato ma di poco.
Inserendo Catania il dato è risibile: tutti conosciamo come la piana di Catania sia una delle fornaci di Italia, se così posso dire. Ebbene, lì dava solo 1 o 2 giorni negli anni 90 sopra i 32 gradi, e l’incremento previsto sarebbe solo di 3 giornate fino al 2070. Assolutamente irrealistico: se le stime fossero di riscaldamento, il numero di giornate calde sarebbe molto più alto…
Non credo sia molto sensato quanto proposto: avrebbero dovuto eseguire un calcolo in termini percentuali piuttosto che assoluti.
Pare che il modello sottostimi alcune località e ne sovrastimi altre. Come può ritenersi attendibile?
@Vincenzo
Ma che stai a dire, ma che dati a caso metti: la stazione meteo dell’Aeronautica Militare di Arezzo non è mai arrivata a +14°c di media annuale fino a metà anni ’90. Ed negli ultimi anni è ormai una consuetudine andare sopra i +14°c di media annuale.
@Simone è l’Idrografica di Arezzo 09TOS01000, io non dico nulla, ho solo postato un grafico di dati che capisco possono non piacere, per carità, ma di sicuro i dati che leggi te saranno sempre quelli corretti, perchè sono coerenti ad una tesi a te cara. Comunque prima di rispondere, fare brutte figure e aprire la bocca e dargli fiato, cerca di leggerli i commenti degli altri, il codice della stazione eppure era ben specificato e dovresti anche sapere che quella a cui ti riferisci ha un altro identificativo. E’ inconfondibile il suo modo di porsi, saluti Sig. Paolucci 🙂
Segnalo alcune letture interessanti, anche se credo che molti affezionati di Climatemonitor li conoscano già
Il primo è del novembre 2008, 10 anni fa:
https://www.globalresearch.ca/global-cooling-is-here/10783
Questo, più recente, sostiene che tanti guai ambientali veri non sono causati adll’AGW e che la “morte” dell’AGW non debba portare a trascurare tali guai:
https://charleseisenstein.net/essays/why-i-am-afraid-of-global-cooling/
I dati di Linate sono presenti con due stazioni la 16081 e la 16080, le temperature massime rilevate sono assai controverse per i soliti giorni di rilevazione.
Es. 20/06/2007
16081 tmax 31,5°C
16080 tmax 32,8°C
Es. 23/06/2007
16081 tmax 32,3°C
16080 tmax 30,7°C
Es. 23/07/2007
16081 tmax 31,3°C
16080 tmax 32,7°C
Capite che una rilevazione del genere è disarmante per qualunque analisi perchè provengono dalla solita località, in questo caso Linate.
Ho confrontato diverse città italiane di mare e mi sorgono alcuni dubbi
Sono partito dalla mia città e data di nascita Genova ,1966 e l’ho confrontata con altre città vicino al mare
Ad oggi a Genova c’e un incremento d giornate sopra i 32° da 1 a 9 , Napoli da 2 a 4 ,Palermo da 1 a 2 , Venezia da 2 a 10
Le differenze sono comprese fra il 50% e il !000% e già questo mi pone qualche dubbio ma che Palermo e Napoli abbiano meno giorni di caldo rispetto a Venezia e Genova di un fattore 10 mi sembra impossibile
Mi spiace deluderla caro Guidi ma è proprio così. Del posto in cui sono nato ed ho sempre vissuto la sola certezza è che col passare degli anni è stato e sarà più caldo. E non sono solo i dati di stazioni meteo rurali a dirlo ma la natura stessa.
Saluti e buon inverno gelido…
@Simone questo è il grafico delle temperature medie annuali dell’idrografica Arezzo Aeronautica 09TOS10000:
Immagine allegata
… segue da nota precedente.
Ho voluto meglio sincerarmi delle discontinuità che si coglie intorno al 2000 ed ho pertanto sottoposto ad analisi di discontinuità la serie Linate 1951-2018 (che in realtà è una serie sintetica composta da Linate 1951-1992 + Montanaso 1993-2018 onde evitare l’effetto UHI che su Linate è sempre più sensibile).
L’analisi è stata condotta con l’algoritmo di Bai e Perron (modulo strucchange di R Cran) e come si vede dal diagramma allegato indica la presenza di due fasi climatiche stazionarie separate da una discontinuità che con una confidenza del 99% ricade nel periodo compreso fra 1987 e 2004 (anno più probabile è il 2001).
La prima fase climatica ha una media di 6,9 casi annui e la seconda ne ha in media 20,3. Ribadisco: occorre domandarsi cosa abbia determinato il gradino nel 2001. Qualcuno è oggi in grado di spiegarlo? Io credo di no, il che ci mostra una volta di più quanto la scienza del clima sia lontana dall’essere “settled”.
Concludo associandomi a Guido nel dedicare questa analisi a un amico che ci legge e che sa che lo aspettiamo con un sorriso.
Immagine allegata
La mia ipotesi di cambio di strumentazione automatica ARPAL che inizia proprio alla fine del 2000 è così peregrina? Nel 2001 tra l’altro mancano tanti dati, segno che sulla strumentazione c’è stata una qualche manutenzione di cui però l’ARPAL avrà traccia.
Per me è un errore sistematico dello strumento al 99,9% almeno per quanto riguarda le temperature massime.
Guido,
per far capire meglio la differenza fra mondo reale e mondo dei modelli allego il diagramma per Milano ottenuto con con il tool interattivo on line del NYT. Come si può vedere mentre le due serie del mondo reale mostrano un numero di casi stazionario fino al 2000 e in seguito un incremento abrupto (shift), il modello mostra una crescita monotona sull’intero periodo.
Cosa ha dato luogo allo shift del 2000? Io non lo so ma putroppo non lo sa neppure il modello, che infatti non riesce a riprodurre il fenomeno.
Luigi
Immagine allegata
La stazione automatica dell’ARPAL di Milano Brera entra in gioco dalla fine dell’anno 2000 e lì troviamo l’inizio di un evidente gap con quella di Linate…coincidenze?
poi dal 2009 è stato cambiato qualcosa della strumentazione?
Domande per l’amico Luigi. 🙂