In principio furono l’exfuturopresidente USA AL Gore e il panel ONU sui cambiamenti climatici ad aprire la strada dei premi Nobel alla questione climatica. All’epoca fu un Nobel per la pace, non per discipline di scienza quindi, perché il documentario con cui il politico USA aveva aperto la strada della produzione di climafiction era davvero troppo lontano dalla scienza e perché l’IPCC di per se di scienza non ne fa ma, semmai, ne consulta al fine di produrre raccomandazioni politiche, essendo un organismo politico.
Oggi, quando l’ennesima Conferenza delle Parti o summit sul clima che dir si voglia è imminente, quando l’IPCC ha appena partorito l’ennesimo report ad hoc per gli scopi del summit – letteralmente quello di guadagnare tempo e poter continuare a vedersi in amene località almeno una volta all’anno – ecco che arriva anche il Nobel per l’economia, ovviamente rigorosamente green. Decisamente più meritato del precedente in quanto almeno afferente alla materia oggetto del premio, pare sia merito dei due ricercatori cui è andato il riconoscimento quello di aver “introdotto nella ricerca economica l’ambiente e la tecnologia” e di aver “condotto l’economia nel pieno della ricerca sui sistemi complessi“, trovandovi una convergenza con l’ecologia. Così almeno leggiamo dalle pagine de IlSole24Ore che come molti altri media ha riportato la notizia.
Come molti altri premi Nobel – tecnicamente questo si chiama Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in Memory of Alfred Nobel – anche questo è in coabitazione tra due scienziati. Il primo, William D. Nordhaus, negli anni 90 ha creato un modello che descrive l’interazione tra clima e economia a livello globale, da cui discendono molti degli scenari di co-evoluzione del clima e dell’economia a loro volta largamente impiegati per quantificare gli effetti delle decisioni quale, ad esempio ed ahinoi, l’introduzione di una carbon tax. Tutte cose, nei fatti, ancora da vedere. Il secondo Paul M. Romer, ha dimostrato come la conoscenza – ricerca e sviluppo – possano fungere da volano per la crescita economica di lungo periodo. Questo da un lato fornisce ossigeno alle policy climatiche che si vorrebbero introdurre e implementare, perché molte si basano su tecnologie ancora immature ove proprio non esistenti, e dall’altro sottolinea una mancanza grave delle policy stesse per come sono state sin qui discusse, quella appunto di non tener conto del progresso e dei processi che di fatto sono già in atto grazie ad esso.
Comunque, non possedendo gli strumenti per valutare, mi limito a riportare la notizia, ma non si può fare a meno di pensare che quello cui stiamo assistendo sia un bel concerto – IPCC alla batteria e premi Nobel ai fiati – la cui melodia ci accompagnerà fino alla prossima COP, poi si comincerà a lavorare alla successiva.
Buona sera a tutti. Immaginavo andasse a finire così, ovvero, due premi nobel in ambito climatico. Anche questa pista è stata battuta; che dite? ritiriamo il premio a Rubbia? scherzi a parte. Tutti i giorni leggo nella pausa pranzo questo meraviglioso blog, e dire blog secondo me non rende omaggio, se non altro per i post redatti da persone che di studi e ricerche alle spalle ne hanno per secoli e secoli….appunto, secoli e secoli, cioè, il motivo per il quale stasera vorrei fare una piccola riflessione. A mio parere, l’opinione pubblica, nonchè il fine dei bombardamenti mediatici e affini a cui è sottoposta sul tema dei cambiamenti climatici provocati dall’uomo (è colpa nostra!!..), non ha scampo! e non gli si può dare una colpa, perchè ovviamente manca una cultura di base fatta di piccoli ragionamenti coadiuvati da piccole iniezioni di letture scientifiche semplicemente elementari, ..ma è il tempo che manca :-(. Posto che, non tutti siamo dotati di intelligenza spaziale, e tanto meno temporale, mi sovviene riconoscere comunque che chiunque potrebbe arrivare ad avvicinarsi a comprendere il senso di queste due, chiamamole dimensioni. Basterebbe capire cosa è un Eone, un’ Era, un Periodo, un Epoca….basterebbe capire ( non sapere ) che se la vita del nostro pianeta fino adesso potesse essere risolta in un arco temporale di un solo anno, si evincerebbe che l ‘uomo è apparso per la prima volta in prossimità della ricorrenza di San Silvestro :-). Allora uno potrebbe anche cominciare a capire che il clima è cambiato anche il 2 novembre, anche il 20 agosto, anche il 21 aprile… ( a proposito di 21 aprile, ecco dov’ ero quel giorno, ma vi assicuro che non eravamo in pieno Archeano neh ! https://www.youtube.com/watch?v=O4_edp3Ctqk)
ad ogni modo, un pò di sana Geologia ci farebbe comprendere meglio il posto, o meglio, il mondo in cui viviamo, con tutti i suoi capricci, e che nostro malgrado dobbiamo accettare adattandoci. Un saluto a tutti i lettori e scrittori di CM. ps: spero di riuscire questo sabato ad andare su in cima in Grigna settentrionale. 🙂 …tra le nuvole vaporose e le temperature da gennaio, ma tra i panorami stupendi. Ale
La mia opinione dei Nobel è gia pessima da tempo, come per tutti i premi. Prima ancora di vedere i risultati contraddittori, mi bastava la considerazione che la scienza dev’essere anticonformista, e non c’è niente di più conformista di un premio.
D’altronde uno scienziato che fa grandi cose diventa famoso a prescindere dai premi, la storia prima o poi fa sempre giustizia. Vale anche il contrario: uno scienziato sopravvalutato poi viene ridimensionato dalla storia; mentre i premi quasi mai vengono ritirati (e ci sono premi Nobel oggettivamente imbarazzanti).
“In principio furono l’exfuturopresidente USA AL Gore ”
….???? questo qui???
Immagine allegata
Negli anni ’70, Nordhaus fu il primo a formulare la famosa soglia dei 2 °C. Ma contrariamente all’accordo di Parigi (che si propone di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali), la sua era una prospettiva paleoclimatica che più o meno recita cosi’:
“Se ci fossero temperature globali superiori a 2 o 3 °C rispetto alla temperatura media attuale, questo porterebbe il clima al di fuori della gamma di osservazioni che sono state fatte nelle ultime centinaia di migliaia di anni”.
Nel 1995, il German Advisory Council for Global Change mantenne questa idea per formulare la “Finestra tollerabile delle temperature”:
“This window is derived from the range of fluctuation for the Earth’s mean temperature in the late Quaternary period … The tolerable temperature window extends from 9.9 °C to 16.6 °C. Today’s global mean temperature is around 15.3 °C, which means that the temperature span to the tolerable maximum is currently only 1.3 °C”
Nel 2017, il geologo svizzero Sebastian Lüning e il politico tedesco Fritz Vahrenholt (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/feart.2017.00104/full) hanno espresso il rammarico che la prospettiva paleoclimatologica sia andata persa nei documenti che hanno aperto la strada all’accordo di Parigi, con un punto di vista ristretto agli ultimi 200 anni che non rende giustizia alle enormi fluttuazioni naturali della temperatura su una prospettiva plurimillenaria.
Prima dell’assegnazione ad All Gore del Nobel per la Pace, ho sempre attribuito alla iniziativa dei premi Nobel un profondo rispetto della ricerca scientifica. Purtroppo non è così, come la recente attribuzione del Nobel a due economisti che con la verità sulla conoscenza dell’argomento clima non hanno nulla a dimostrare se non l”accettazione delle “verità” dell’Ipcc. Anche i Nobel sono soggetti a condizionamenti politici. Mi viene così da citare un pensiero di Mario Giaccio, coautore con me e con F. Battaglia, L. Mariani, E. Miccadei, L. Scafetta di un libro da poco pubblicato da 21.mo Secolo e dal titolo. “Clima, basta catastrofismi. Riflessioni scientifiche sul passato e sul futuro”. Nel capitolo curato da Giaccio dal titolo “Il mercato dell”’anidride carbonica” coì conclude: “L’unica speranza per ricondurre il problema delle evoluzioni climatiche del pianeta in un ambito scientifico è che la grande finanza smetta di interessarsi al clima”. Putroppo gli interessi e conomici hanno preso il sopravvento sulla scienza.
Uberto Crescenti
Riporto dalla Staffetta di oggi:”Le ricerche di Nordhaus hanno dimostrato che uno dei rimedi più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico (o la CO2?….ndr) è applicare in maniera uniforme su scala globale uno schema di tassazione per le emissioni di anidride carbonica.” Ciumbia!…spero che i suoi studi siano serviti anche ad altro! Mi ricorda un po’, ma forse il parallelo e’ azzardato, quando Monti fu chiamato a rimettere in sesto le finanze del nostro Paese e tra le prime misure che adotto’ fu di aumentare di 10 centesimi le accise sui carburanti. Meno male che ci sono i grandi economisti che ci salvano dalle piu’ nefande disgrazie!