Come da norma stagionale, i ghiacci artici hanno raggiunto il loro valore minimo di estensione in prossimità della metà di settembre, segnatamente il 21 settembre 2018 secondo l’Agenzia Aerospaziale Giapponese (JAXA). Di seguito i principali highlights:
- 6° minimo di estensione più basso dall’inizio delle misurazioni satellitari
- 6° minimo di volume più basso dall’inizio delle misurazioni satellitari
- Stabilizzazione del minimo di estensione e volume negli ultimi 10 anni
- Temperature nella media
- La ricerca non serve
Estensione
Come anticipato, la stagione del disgelo 2018 si chiude con un minimo di estensione che si colloca al sestultimo posto della serie quarantennale di dati satellitari. Concordano in questo senso i due principali centri di ricerca: JAXA e NSIDC, i cui valori differiscono di circa il 3% (4.46 vs. 4.59 milioni di kmq rispettivamente) e sono stati registrati nello stesso fazzoletto di giorni, ovvero tra il 19 e il 23 di settembre.
Il minimo 2018 si colloca perfettamente nella media degli ultimi 10 anni (Fig.1, fonte ASIF), a conferma di una sostanziale stabilizzazione nel trend di discesa evidenziato dalla serie di dati satellitari, e con il minimo assoluto del 2012 (3.2 milioni di kmq) rimasto a distanza di sicurezza. È altresí interessante notare come il minimo del 2018 faccia seguito ad un massimo invernale estremamente basso. In altri termini, per il secondo anno consecutivo si è potuto apprezzare come ad un massimo basso non corrisponda necessariamente un minimo altrettanto estremo.
Volume
In modo assolutamente sovrapponibile all’estensione, anche il volume minimo dei ghiacci artici si colloca al sestultimo posto della serie (fonte: PIOMAS). Anche per i volumi, come per le estensioni, si nota una certa stabilizzazione negli ultimi anni, con il record negativo del 2012 che resta molto lontano e il 2018 che alla fine di agosto mostrava volumi superiori a quelli dei tre anni precedenti.
In Fig.2 si possono apprezzare le anomalie di spessore dei ghiacci calcolate da PIOMAS per il mese di Luglio: negative in prossimità del bacino centrale dell’Artico, e positive in corrispondenza del Mare della Siberia Orientale e dei passaggi a Nord-ovest, a confermare le difficoltà di transito dei rompighiaccio di cui abbiamo riferito, e la mancata apertura dei passaggi stessi.
Temperature
Le temperature sull’Artico si sono mantenute su valori leggermente inferiori alla media durante l’estate, e questo rappresenta una importante chiave di lettura della stagione di disgelo appena conclusa. Due fattori, in particolare, possono spiegare l’assenza di temperature particolarmente elevate: la persistenza di nuvolosità diffusa sul bacino artico, in particolare nei mesi di luglio e agosto, e la generosa stagione invernale che ha regalato accumuli nevosi da record nell’emisfero Nord (Figs 4,5).
Configurazioni sinottiche
Tra i fattori che hanno contribuito a ridurre il rateo di scioglimento dei ghiacci artici all’apice della stagione estiva va citata la prevalenza di aree depressionarie in particolare a nord dell’arcipelago canadese. Questo ha avuto l’effetto di ridurre la perdita di ghiaccio per trasporto attraverso lo Stretto di Fram, oltre a favorire la persistenza di una diffusa copertura nuvolosa. Nel mese di settembre, tuttavia, la situazione è cambiata, e una tenace cellula anticiclonica tra il Mare di Beaufort e il bacino centrale ha favorito la compattazione del pack e la compressione dello stesso a ridosso della Groenlandia e dell’arcipelago canadese. Questa dinamica ha contribuito a posticipare il raggiungimento del minimo di estensione, anche quando i volumi già risalivano per via del calo termico e per l’effetto positivo della compattazione sulla preservazione del ghiaccio residuo (Fig. 6, fonte ASIF – cliccare sull’immagine).
Chiamalo ancora Hiatus
Una serie di dati giovanissima, di appena 40 anni, ha sempre qualcosa da insegnare. A meno che non si ritenga di non avere nulla da imparare, naturalmente. Ma non è questo il nostro caso.
Ormai sono circa dieci anni che volumi ed estensioni mostrano segnali di stabilizzazione. Su livelli molto bassi, certamente. Ma ancora lontani da quella “spirale di morte” che i soliti noti strombazzano da molti anni ai quattro venti con le giustificazioni più fantasiose, dalla mazza di Mann al rilascio catastrofico di metano di Wadhams, il Profeta.
Se 40 anni sono troppo pochi per consolidare un trend immune dall’influenza di cicli cimatici multidecadali, figuriamoci 10 anni: non è quindi il caso di parlare di inversioni di trend, tanto più che rimaniamo in prossimità dei valori minimi della serie. Tuttavia sarebbe interessante provare a capire cosa sta succedendo. Forse i ghiacci artici risentono dello hiatus già noto nel trend di aumento delle temperature globali? Oppure esistono dei feedback negativi che si rafforzano al diminuire dell’estensione dei ghiacci stessi?
Sarebbe bello fare ricerca climatica per comprendere le ragioni di questo “hiatus artico”. Sarebbe bello, ma è inutile, perché le fanfare del mainstream non ne hanno bisogno. Quest’anno, per esempio, a fronte della chiusura dei passaggi a Nord-ovest e delle gasiere russe intrappolate dal ghiaccio di fronte allo Yamal, di cosa parlavano i media? Del fatto che per qualche giorno i ghiacci a nord della Groenlandia si sono allontanati di qualche chilometro dalla costa. Tanto è bastato per riesumare proprio lui: il profeta Wadhams, pronto a discettare di orsi affamati a causa della rottura del ghiaccio in questione. Come se gli orsi non fossero capaci di nuotare per una manciata di chilometri, quando necessario.
Solo per la cronaca, alle spalle di quella micro-frattura nel pack ci sono circa 2 milioni di kmq di superficie ghiacciata. In ottima salute, per altro, dopo l’ennesimo anno di accumuli record di neve e ghiaccio sulla Groenlandia (Fig.7, fonte DMI). Ma che non si sappia in giro, mi raccomando.
@ale.meteo
Prova questo https://goo.gl/sSyNba
17 metri!
qua siamo in Giappone.. non so quando e non so dove.. ma di mt c’è ne sono parecchi…
Immagine allegata
“Ma che non si sappia in giro, mi raccomando.”
Ho passato 1/2 ora sui “soliti” siti/blog gestiti a volte da climatologi professionisti ma non ho trovato traccia alcuna di questa notizia.
In base a questo concludo che sono in malafede… e vorrei sbagliarmi.
dislocamento di massa glaciale in corso d’opera..
ma come si scioglie di più? ma è più freddo…