Nella pagina 4 della cronaca toscana del Corriere della Sera, il giorno 22 maggio 2018, campeggiava il titolo: “Ore 13, bomba d’acqua sulla città”; l’intero spazio sottostante era infatti dedicato a descrivere un evento meteorologico che aveva interessato l’abitato di Firenze.
Dai toni utilizzati dai giornalisti (L. Sarra e E. Semmola), tale evento appariva come drammatico e intensissimo, ma qualcosa non quadrava del tutto: si diceva che erano caduti 2,8 mm di pioggia in poco tempo. Un refuso di redazione? Pare proprio di no, visto che nella pagina seguente si chiariva nuovamente: “. . . dopo il violentissimo temporale (2,8 mm in poche ore) . . .” È ovvio che gli Autori dell’articolo devono avere una conoscenza della climatologia equivalente a quella che il sottoscritto può vantare in merito alle canzoni popolari della Lapponia, per cui sarebbe bene che qualcuno spiegasse loro che i quantitativi chiamati in causa, piuttosto che ad un violentissimo temporale, farebbero pensare ad una giornata nella quale si può evitare di aprire l’ombrello.
Comunque ho effettuato l’ennesima verifica sul sito del Servizio Idrologico, scaricando i pluviogrammi che trovate in calce alla presente nota. Nelle due stazioni fiorentine si sono cumulati complessivamente 38-39 mm in 27 ore; l’intensità massima è risultata prossima ai 20 mm/h.
Viene da chiedersi: se questi sono eventi estremi, quali sarebbero le piogge normali?
La religione del clima impazzito spinge i suoi seguaci davvero oltre ogni limite della decenza, ma – sono pronto a scommetterci – assisteremo ancora una volta al totale silenzio degli esperti su simili idiozie.
NB: l’articolo è uscito in origine su “Argomenti di Climatologia” il sito web personale dell’autore.
Non c’è motivo perché non mi associ anch’io agli stroncatori degli articoli tecnico-scientifici del Corriere della Sera, essendo stato coinvolto in queste dispute da oltre 15 anni. La prima notizia scandalosa che segnalai (alla redazione dell’inserto Milanese) fu quella di un acquazzone (ancora non c’erano le “bombe”) che a Mortara rovesciò ben 1000 mm d’acqua in un’ora. Dimostrando che dalle nostre parti ne cadono a malapena 1000 in un anno e precisando (è necessario) che 1000 mm sono un intero metro. Ricevetti anche le scuse e la promessa che avrebbero controllato meglio i dati e in caso di dubbio mi avrebbero consultato; cosa che fecero, perché a quei tempi ero già noto a loro per avere osteggiato la famosa, e oggi abbandonata, “fabbrica dell’idrogeno” all’Università Bicocca,. L’idrogeno come nuova fonte energetica pulita era promosso e subito introdotto da Schwarzenegger in California e, nel nostro piccolo, da Formigoni e Albertini e addirittura da Beppe Grillo, che cominciava a cercare di affacciarsi alla politica, asserendo di conoscere un sacco di ingegneri svizzeri che avevano già risolto tutti i problemi del mondo, in gran parte con l’idrogeno, che allora era il nuovo idolo degli ambientalisti catastrofisti e, inspiegabilmente, anche degli operai dell’Alfa di Arese ai quali era stato fatto balenare il miraggio del “polo dell’idrogeno” a Arese, oggi spudoratamente rimpiazzato dal più grande centro commerciale d’Europa. Secondo Grillo i sui ingegneri svizzeri venivano boicottati dagli ignoranti politicanti italiani; che non venissero presi in considerazione neanche dai cugini Tedeschi non gli importava, ma è un fatto ora noto che neanche la BMW, che fu la prima a vendere veicoli a idrogeno a 700000 euro cadauno, ha gettato la spugna e si dedica alle auto elettriche con batterie al litio, altro buco nell’acqua. In ogni caso Il Corriere sosteneva tutte queste innovazioni, ma per un breve periodo teneva conto, pubblicandole, anche delle mie obiezioni. Nel giro di un anno però, cedendo alle pressioni dell’opinione pubblica e di una direzione di indicibile ignoranza, abbracciò ogni dogma della nuova religione ambientalista e non mi diede più ascolto, nonostante i fatti mi dessero e mi diano ragione (in 15 anni siamo a zero con l’idrogeno e non molto lontano da zero con le batterie, nonostante il parco macchine in Italia e nel mondo si sia nel frattempo rinnovato, arrestandosi però ai ridicoli e costosissimi “ibridi”). Essendomi stata tolta la parola sulle “nuove energie”, ripiegai sugli errori dei giornalisti del Corriere ogniqualvolta pubblicassero numeri e soprattutto unità di misura, ma anche qui perdetti tutte le battaglie, perché l’ignoranza dei giornalisti e dei loro figli e nipoti è invincibile e soprattutto è protetta dai direttori dei giornali, il cui potere è a sua volta inattaccabile. E così fu che nonostante la grande pioggia di Mortara fosse stata misurata correttamente in mm, ben presto gli acquazzoni vennero misurati dal Corriere in mm al metro quadrato; terribile fu la lotta (perduta, come le altre) per far dividere i MWatt dai MWxora e soprattutto il concetto di potenza da quello di energia. Sull’inquinamento (i famosi 50 microgrammi al metro cubo di polveri sottili) ebbi dei successi parziali, visto che in qualche redazione si sono almeno convinti a scrivere “micro-” per esteso, sostituendolo alla precedente “emme” latina, che un giornalista ebbe le faccia tosta di dirmi essere obbligatoria nelle redazioni dei giornali, dove “sono proibite le lettere greche”. Naturalmente io non desisto, ma la delusione è grande, specialmente nei casi in cui non trovo solidarietà. Lasciando perdere però Corriere della Sera e Compagni, raccomando invece a tutti coloro che vorrebbero fare “divulgazione scientifica” di tenere conto di quali sono i loro fruitori, che, abituati all'(in)accuratezza di stampa e TV, non sanno assolutamente distinguere il vero dal falso. Ad essi occorre rivolgersi con semplicità e precisione, tollerando e anzi dando retta a “maestrine” e “troll” quando li bacchettano giustamente per errori fuorvianti sui dati e sui termini tecnico-scientifici.
Cordialmente
Giusto Buroni
Salve a tutti:
questo documento rappresenta i proceedings della conferenza mondiale sul clima tenuta a Ginevra nel 1979.
Molto illustrativo e’ il primo intervento, di Robert M White, chairman della conferenza… pagg.3-11 del documento.
“To illustrate, it is interesting to observe that during the decade of the seventies the world grain trade went through one full cycle of surplus to shortage and back to surplus.
In the early 1970’s, there were large world grain reserves.
During the period 1972 – 1974 world food production on a per-capita basis suffered its sharpest decline in twenty years.
Crop failures due to climatic stress occurred in many parts of the world.
We then reached a stage in which the stocks of grain, on a worldwide basis, had been reduced from a normal 20 per cent of world consumption to about 10 per cent.
But, by 1977 and 1978, global grain harvests were setting records.
With such fluctuations in the world food grain picture, it is easy for decisionmakers to forget the disaster of yesterday and remember only the good times of today.
As climate specialists, we know better. ”
Istruttive le previsioni catastrofiste di quello che “succedera’” nel 2000, poco piu’ di 20 anni piu’ tardi… carestie, carenze agricole, .. e la produzione/disponibilita’ di petrolio?
“By the millennium, the world energy situation will be no less ominous.
Estimates are that by the year 2000 the desire of the world for oil will have far surpassed world oil production, even with a 50 per cent increase in oil prices. ”
… insomma, roba da andare a comprare subito una copia in vinile del disco della Rettore… quello col ritornello che recitava…. “datemi una lametta che mi taglio le vene”…
Risultato? Produzioni agricole in continuo aumento, mai i depositi di cereali e altro sono stati cosi’ pieni come adesso, e petrolio da non saper dove metterlo, tanto ce n’e’…
Saluti.
[…] Fonte: “Bomba d’Acqua” su Firenze: l’ordigno distrugge le ultime tracce di buon senso del Corriere … […]
Da mo’ che mi sono accorto di quanto i giudizi sul clima siano ormai pervasi dalla propaganda “AGW”. Ciò non vale solo per testate giornalistiche o mass-media ma pure per le persone comuni, e non implica sempre, sicuramente non a livello dei comuni utenti e di giornalisti di non eccelsa levatura, una qualche malafede. Ormai qualsiasi modica variazione di temperatura o situazione meteo viene esagerata quasi in evento drammatico o epocale. Splende il sole per qualche giorno prima dell’estate canonica e senti i commenti “che caldo, che caldo…estate in anticipo…” ecc… Vedi persone, tuoi concittadini, che girano semispogliati come già fosse agosto, salvo ritrovarli dopo poco afflitti da malanni di raffeddamento, a volte gravi (è capitato a qualche mio conoscente). Aldilà delle questioni climatiche questo è un segno inquietante, indica quanto suggestionabili/manipolabili siano la mente e il sentimento umani. Quanto per i gestori del potere mediatico e/o politico sia agevole influire su coscienza e convinzioni, modi di sentire (in tutti le accezioni) personali. E’ una dimostrazione della funzione dominatrice, mediante solo input informativo/culturali… indica quanto potere effettivo detenga chi, da posizione privilegiata, opera e dirige strumenti di diffusione delle idee dominanti (o che si cerca di rendere tali).
salvo ritrovarli dopo poco afflitti da malanni di raffeddamento, a volte gravi
Vedi, virgilio, che è proprio vero? I cambiamenti climatici aumentano la diffusione delle malattie.
Ahi ahi, Sergio, questa tua ignoranza conclamata sulle canzoni popolari della Lapponia va riparata, assolutamente, altrimenti la prossima volta che vado a trovare Babbo Natale a Rovaniemi, mi prenderanno in giro.
Dunque, tutti conoscono la famosa “Ghiaccio Bollente”, giunta anche in Italia, cantata da Tony Dallara.
Non meno famosa è
“‘O ghiaccio mio”
di cui riconoscerai il primo verso
“Che bbela cosa, ‘na jurnata ‘e bufera…”
e che dire di
“A whiter shade of Ice” portata al successo dai Procel Harum
Eh sì, se non ci fossi io ad istruirti 😀
Caro Sergio,
grazie per la segnalazione che ci ammaestra su “a che punto è la notte”.
Rispetto al demenziale articolo da te segnalato suona peraltro come uno ossimoro stridentissimo l’articolo di fondo sulla prima pagina del Corriere di oggi (domenica 27 maggio), a firma Alesina e Giavazzi (A&G) e dall’emblematico titolo “Competenza perché è un valore”.
In esso si stigmatizza il fatto che lo scarso rispetto per la professionalità è uno dei tratti salienti del populismo, fatto questo che le canzoni popolari della Lapponia (su cui sei ahimè ignorantissimo!) esprimono con una frase che in milanese viene tradotta così: “Offelé fa ‘l to misté”!
Mi domando cosa direbbero A&G di fronte di quanto tu segnali?
Da parte mia non posso che avanzare il fondato sospetto che siano in molti casi i giornalisti a “educare” i politici al mancato rispetto per le professionalità!
Ciao.
Luigi