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Il metano zoogenico

Gli scienziati dell’IPCC calcolano l’emissione di metano zoogenico, sia di origine enterica, sia originata dai reflui, sul totale degli animali zootecnici. Il calcolo è nelle linee guida1. Questo è discutibile, per una serie di motivi.

Innanzitutto, nel capitolo 10 del volume 4 delle linee guida, sulla CO2 si afferma che il bilancio del carbonio è nullo, mentre il metano è da considerarsi diversamente. Gli scienziati IPCC hanno ragione, perchè se c’è una crescita zootecnica le emissioni di metano vanno considerate aggiuntive nell’atmosfera, ma solo per 12 anni: il metano, infatti, dopo 12 anni in atmosfera è scisso grazie ai raggi UV in H2O e CO2 che rientra nel ciclo del carbonio captato dai vegetali (la CO2 che deriva dal metano zoogenico non è una perturbazione aggiuntiva). Esempio: per un allevatore che ha 300 vacche dal 1996 le emissioni di metano corrispondono a zero nel bilancio di massa, se aumenta la mandria a 350 le emissioni di metano sono da calcolare su 50 vacche per 12 anni.

Se il numero di animali da allevamento resta costante, anche il metano atmosferico di origine zootecnica resta costante, tanto ne entra in atmosfera e tanto ne esce come CO2 captata dai vegetali che nutrono gli animali. Se invece il numero di animali cresce, dovrebbe aumentare anche il metano residente in atmosfera, almeno per 12 anni (8,7 +/- 1,3 anni).

Gli scienziati dell’IPCC calcolano le emissioni di metano sul totale degli animali senza contare che gran parte di questo numero di animali era già presente 12 anni fa e che il metano zoogenico del 2008 di questi animali va a sostituire il metano emesso nel 1996 dallo stesso numero di animali, questo perché il metano del 1996 si è ormai scisso in CO2 che, assorbita dalle piante nel 2008, è emessa come CH4 dagli animali del 2008.

Una stima da proporre in alternativa è un accumulo di quote per 12 anni sull’incremento zootecnico per specie e tipologia, anno per anno. La somma delle quote diviso il periodo di tempo preso in considerazione, dovrebbe dare la quota annua di metano zoogenico aggiuntivo.

Gli autori del rapporto IPCC sommano il metano zoogenico a quello antropogenico. Ma il metano antropogenico, cioè quello industriale o le perdite di estrazione e trasporto, quando si scinde in H2O e CO2 determina un aumento della concentrazione della CO2, non di metano zoogenico! La CO2 che dopo 12 anni deriva dal metano è la stessa che è captata dai vegetali, non altera la concentrazione della CO2 atmosferica.

La componente zoogenica del metano in atmosfera dovrebbe essere poco significativa, in quanto la concentrazione è stabile dal 1990.

Fonte CDIAC, mentre i ruminanti zoogenici sono in forte crescita, dal 1990 non c’è nessuna correlazione con il metano atmosferico. Il numero dei quadrupedi d’interesse zootecnico presenti sulla Terra è aumentato del 60% dal 1961 al 2000, da 3.1 a 4.9 miliardi, mentre quello dei volatili d’allevamento si è pressoché quadruplicato, passando da 4.2 a 15.7 miliardi. Nello specifico i bovini da 941 a 1331 milioni (+41%) i suini da 406 a 905 milioni (+123%).

Secondo la FAO2 , la produzione in più rapida espansione è quella della carne di maiale e di pollo. Si tratta di una produzione intensiva altamente industrializzata, che ha avuto una crescita annua compresa tra il 2.6% e il 3.7% nell’ultimo decennio, mentre i bovini sono cresciuti dell’1% su base annua. Sono raddoppiati anche altri ruminanti come bufalini e capre.

Aslam Khan Khalil ci dice3 che il metano atmosferico è inspiegabilmente stabile negli ultimi 20 anni, come possono essere veritiere le stime antropogeniche del metano che sono in continua crescita, se poi la concentrazione atmosferica è stabile4 ?

C’è un rapporto della Fao5 del 2008 sul trend del metano atmosferico, è molto interessante perché mette in dubbio che le emissioni dei ruminanti (ma vale per tutte le emissioni zoogeniche) siano in rapporto con la concentrazione atmosferica a differenza delle affermazioni di un precedente rapporto FAO del 20066.

Ultimamente è uscita un’altra ricerca degli studiosi, Rigby e Prinn7 che da anni studiano le fonti del metano atmosferico: non sanno spiegare i dati del 2006 e del 2007. Infatti nell’atmosfera il metano ha avuto un piccolo incremento, ma simultaneamente e omogeneamente in tutto il pianeta senza differenza alcuna tra emisfero nord e emisfero sud. La stima delle fonti antropogeniche di metano però è enormemente più alta nell’emisfero nord. Questo è incompatibile con la teoria per cui le emissioni antropogeniche di metano, tra cui quelle zoogeniche, siano rilevanti nella concentrazione atmosferica di metano, che invece si suppone dipenda dalle temperature globali e dall’equilibrio con le fonti geologiche e marine.

Se nell’emisfero nord si ipotizza come possibili fonti di metano la torba e il permafrost, nell’emisfero sud si suppone una fonte marina da gas idrati e dai microrganismi: tutt’altro che fonti antropiche!

metano atmosferico
Nei grafici delle forzanti radiative8, l’azione riscaldante del metano è in evidente decrescita. Da notare il picco del 1991 (corrispondente all’eruzione del vulcano Piñatubo) e 1998 (El Niño). Picchi non antropogenici. Invece nel rapporto AR4 IPCC 2007 si afferma che l’incremento di metano è solo antropogenico. Che gli scienziati sappiano poco o nulla sulle fonti e sui pozzi di assorbimento del metano è scritto nel nel capitolo 7 del rapporto, poi però nel capitolo 2 James Hansen fa il calcolo della forzante radiativa, come se l’aumento del metano atmosferico fosse da imputare interamente all’uomo, contraddicendo quanto scritto all’inizio del capitolo 7.

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  1. http://www.ipcc-nggip.iges.or.jp/public/2006gl/pdf/4_Volume4/V4_10_Ch1_Livestock.pdf
    Vol 4 agricoltura capitolo 10 []
  2. http://faostat.fao.org/ ; U.N. Food and Agriculture Organization (FAO), FAOSTAT Statistics Database. []
  3. http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es061791t M. Aslam Khan Khalil, Christopher L. Butenhoff, and Reinhold A. Rasmussen Atmospheric Methane: Trends and Cycles of Sources and Sinks Environ. Sci. Technol., 2007, 41 (7), pp 2131–2137 DOI: 10.1021/es061791 []
  4. http://www.co2science.org/articles/V10/N11/C1.php []
  5. http://www-naweb.iaea.org/nafa/aph/stories/2008-atmospheric-methane.html []
  6. http://meteo.lcd.lu/globalwarming/FAO/livestocks_long_shadow.pdf FAO: “Livestock’s long shadow” []
  7. http://www.mit.edu/~mrigby/publications/2008GL036037.pdf Rigby, M., Prinn et al. (2008), Renewed growth of atmospheric methane, Geophys. Res. Lett., 35, L22805,doi:10.1029/2008GL036037. []
  8. Fonte NOAA []
Published inAmbienteClimatologia

4 Comments

  1. Claudio Costa

    http://www.noaanews.noaa.gov/stories2006/images/methane-global-average-05-2006.jpg

    Questo è un altro grafico sempre del noaa,

    – sopra ci sono le concentrazioni, è evidente la stasi degli ultimi 10 anni, (in correlazione alle temperature) dal 90 al 2000 la crescita è stata di 30 ppb,il ppb è una parte per miliardo, in pratica un millilitro in un metro cubo cioè una traccia infinitesimale.

    – Sotto invece il tasso di crescita annuo (global growth rate) decisamente in calo.

    Come già detto, la crescita zootecnica è stata esponenziale negli ultimi 20 anni

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