Prima dell’avvento dell’era digitale, un Easter egg era semplicemente un uovo di Pasqua per la lingua inglese, naturalmente di cioccolata. Ora, traendo spunto dal sapore fanciullesco della sorpresa che le uova di cioccolata nascondono, è diventato un modo per definire dei giochi o piccole sorprese all’interno di software. Naturalmente, sono famosi a livello planetario gli Easter egg di google, di cui potete trovare qui la lista completa.
In tempi di disfatta climatica (a proposito, sarà pure bassa questa Pasqua, ma non si può certo dire che ci siano da fare dei gran bagni di sole…), dovremo forse abituarci all’idea che le sorprese non potranno più essere nascoste nelle uova di cioccolata, perché, con un tempismo degno di nota, qualcuno ha pensato bene di interrogarsi sulla sostenibilità del consumo di latte e cacao (o solo il secondo, dipende dai gusti) messi insieme per dar vita all’alimento più buono di tutti, appunto la cioccolata.
Environmental impacts of chocolate production and consumption in the UK
La notizia di questa prodezza scientifica arriva da Eurekalert, dove si aggiungono numerosi virgolettati dell’autore principale della ricerca.
Is your Easter egg bad for the environment?
Il più bello di tutti, dopo aver discettato di chilometri percorsi dal cacao, di milioni di tonnellate di CO2 emesse per assaporare praline, tavolette et similia, è senz’altro il seguente:
It is true that our love of chocolate has environmental consequences for the planet. But let’s be clear, we aren’t saying people should stop eating it.
Ergo, passata la Pasqua, nessuno si ricorderà più di questo studio, ma avremo avuto la nostra dose quotidiana di senso di colpa.
Non so voi, ma vado a rompere il mio uovo di cioccolata cui, ebbene sì, non rinuncerei per nulla al mondo!
Buona Pasqua!
[…] Fonte: Giù le mani dalla cioccolata! […]
Speravo che fosse un pesce d’Aprile. Invece qualcuno questa scemenza l’ha pensata e poi l’ha scritta, e una rivista l’ha pubblicata.
Ne ha pubblicate anche altre, per la verità: Energy sustainability of Ecuadorian cacao export and its contribution to climate change. A case study through product life cycle assessment
Buona Pasqua a tutti i lettori di CM.
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p.s. : mi sento triste per la cioccolata che ho mangiato oggi e per quella che mangerò domani. Non per la CO2, ma per gli spietati responsi della bilancia e dello sfigmomanometro che dovrò registrare dopodomani. 🙁
Ciao, Donato.
Ma quando si riuscirà ad eliminare questa vergognosa speculazione, per poi dedicare sforzi e risorse ad affrontare i veri grandi problemi dell’umanità?
Pensando in primis a portare l’energia a quel terzo della popolazione mondiale che ancora non ne ha accesso?
Adelante, allora, muoviamoci ed uniamole forze per smascherare quei tromboni speculatori.
Quest’anno niente uovo ma, da accanito mangiatore di cioccolato di tutti i tipi (con preferenze verso il fondente al 99% ; scusate se non è al 97% di buona memoria), sono lieto di aver contribuito con impegno degno di tale nobile causa alla mia impronta di anidride carbonica. Buona Pasqua. Franco
Buona Pasqua a tutti!
Io continuo a domandarmi: chi finanzia ste boiate matricolate?
In attesa della risposta, peraltro pleonastica dato che sappiamo tutti chi caccia il grano (aka NOI), procedo alacremente ad aumentare la Co2 da cioccolato.
Gent. mo Col., buona Pasqua anche a Lei e a tutti i lettori di CM.
Edo
PS. Le segnalo un refuso alla seconda riga: “ciccolata”.
Ehi, è come la chiamavo io da piccolo! 🙂
Auguri a tutti!