Se qualcuno non se ne fosse accorto – per i non addetti ai lavori sarebbe comunque normale – gli effetti dello Stratospheric Sudden Warming della prima decade di febbraio sono tutt’altro che sopiti. La redistribuzione della massa atmosferica innescata dalla propagazione dalla stratosfera alla troposfera dell’inversione delle velocità zonali, con buona probabilità segnerà in modo decisivo il carattere della primavera, almeno nella sua prima metà.
Un segnale abbastanza chiaro che avevamo individuato già nelle prime mosse della propagazione, concretizzatasi poi in una prima importante discesa di aria polare continentale verso le medie latitudini europee a fine febbraio e in una seconda recente ondata di freddo – largamente mitigata dall’avanzamento della stagione.
Ma la faccenda, dicevamo, non è finita qui. L’effetto più significativo dell’SSW, oltre naturalmente alle ondate di freddo, è la persistenza di una circolazione atmosferica sull’area Euro-Asiatica che vede la persistenza di un’anomalia positiva del campo di massa (quindi di condizioni medie di alta pressione) tra il nord Atlantico e il nord Europa, da cui discende non solo il rinnovarsi di correnti antizonali fredde lungo il bordo orientale dell’anticiclone, ma anche una posizione molto bassa di latitudine del getto polare, da cui discende a sua volta la presenza di un cavo d’onda e di anomalie negative della pressione atmosferica sul Mediterraneo.
Tutte cose che, appunto, non depongono bene per le settimane a venire. Ma da cos’è un Sudden Warming Stratosferico, quali sono i suoi effetti e da cosa dipende la loro propagazione?
Ce lo spiega in un linguaggio che ai più smaliziati potrà sembrare troppo semplice, ma che ha il pregio di rendere l’argomento comprensibile a tutti, un articolo uscito si Atmospheric Sciences:
How Sudden Stratospheric Warming Affects the Whole Atmosphere
Il titolo è esplicativo: gli SSW, specialmente quelli di tipo major, coinvolgono l’intera colonna atmosferica, quindi non solo lo strato immediatamente sotto la stratosfera, la troposfera, dove ha luogo il “tempo atmosferico”, ma anche lo strato superiore, la mesosfera, dove si innescano fenomeni fisico chimici altrettanto importanti. Fenomeni che hanno effetti sulla distribuzione della concentrazione dei gas atmosferici, quali ad esempio l’ozono. Particolarmente interessante poi e, per chi scrive anche piuttosto nuovo, il paragrafo dedicato a quella branca delle scienze atmosferiche che sta letteralmente bruciando le tappe ultimamente, la meteorologia spaziale o, come ormai tutti lo conoscono, lo “space weather”. Gli SSW, innescando delle modifiche importanti anche negli strati atmosferici più elevati, hanno impatto anche sullo space weather, ovvero sul complesso sistema di interazione tra il Sole e la Terra che ne coinvolge i campi magnetici e i flussi di energia, risultando ad esempio in variazioni dell’efficienza della propagazione delle onde radio paragonabili a quella di una tempesta geomagnetica.
Insomma, una lettura davvero interessante, anche per una domenica pomeriggio!
Enjoy.
Mi chiedo se questo SSW possa influenzare in qualche modo anche la prossima stagione estiva.
Saluti a tutti
Roberto
“It is unclear what, if any, effect climate change has on the frequency of occurrence and characteristics of SSWs. Moreover, current definitions of SSW events may not be appropriate in a drastically different climate [Butler et al., 2015]”
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La citazione rappresenta la chiosa dell’articolo segnalato da G. Guidi. Mi ha sorpreso perché in tutto l’articolo non sono riuscito a trovare nulla che avesse a che fare con il cambiamento climatico. I meccanismi illustrati dagli autori, mi sembra che siano governati essenzialmente dalla distribuzione di massa atmosferica che, per quello che ne so, non dovrebbe dipendere dalla famigerata temperatura globale. Nell’articolo si spiega chiaramente che i fenomeni di SSW sono innescati da onde gravitazionali che si propagano nella colonna atmosferica dopo essere state modulate dalla variazione della circolazione atmosferica indotta, principalmente, dalle montagne e dalle differenze di temperatura tra terra ed oceani.
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Può l’aumento di temperatura globale determinare variazione della distribuzione di massa atmosferica? Credo di no, perché dovremmo supporre che essa determini variazioni nelle correnti a getto e, per quel poco che ho potuto imparare in materia, ho fortissimi dubbi che questo possa accadere.
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Il sistema climatico è, però, un sistema oltremodo complesso di cui sappiamo ancora molto poco, per cui potrebbe anche darsi che in un mondo più caldo qualcosa cambi rispetto ad oggi. Per saperlo, dovremmo essere in grado di sapere cosa accadeva in passato, quando il clima terrestre è stato più freddo di quello odierno o, in qualche caso, più caldo. Questo è, però, quasi impossibile da accertare, per cui, credo, che mi resterà il dubbio.
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La fonte di maggiore perplessità è, però, quel “drastically”. Ho l’impressione che gli autori pensino che in un clima drasticamente diverso da quello attuale, anche gli eventi di SSW possano mutare, ma il clima del futuro sarà drasticamente diverso da quello attuale? Non lo sappiamo, ma credo di no, per cui mi viene un altro dubbio. Non è che la chiosa sia il solito inchino alla linea di pensiero principale?
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C’è poco da fare: più leggi e più dubbi ti vengono! Come rimpiango i tempi in cui mi fidavo di un semplice articolo di divulgazione pubblicato su “Le Scienze”. 🙂
Ciao, Donato.