IL MESE DI FEBBRAIO 2018[1]
Colpo di coda dell’inverno per l’affermarsi di un regime circolatorio da Nordest che a partire dalla seconda decade del mese ha trascinato le temperature al di sotto della norma. Precipitazioni in prevalenza superiori alla norma con l’eccezione di Liguria, Lombardia, Emilia occidentale e triveneto centro-settentrionale.
La topografia media mensile del livello di pressione di 850 hPa per l’area euro-atlantica (figura 1a) mostra l’anticiclone delle Azzorre (lettera A) e il ciclone d’Islanda (lettera B), in posizione molto arretrata in Atlantico. Fra di essi corrono veloci le correnti occidentali che tuttavia non influenzano in modo diretto il nostro areale sul quale viceversa domina una circolazione depressionaria alimentata da aria fredda in arrivo da Nordest e alla cui avvezione contribuisce l’area depressionaria presente sulla Russia occidentale. La rilevanza dell’area depressionaria presente sull’Italia è bene evidenziata dalla carta delle isoanomale (figura 1b) che indica il sussistere di un consistente nucleo di anomalia negativa con minimo di – 6 m centrato sulla Sardegna e sul Tirreno.
Nel corso del mese di febbraio abbiamo assistito al passaggio sulla nostra area di un totale di 6 perturbazioni come si nota dalla tabella 1, da cui si evidenzia altresì la crucialità del pattern circolatorio affermatosi a dal 18 al 27 del mese e caratterizzato dalla presenza di una struttura anticiclonica a latitudini medio-alte (centro Europa, Scandinavia, mare del Nord) con “inversione delle circolazione” (regime antizonale) e il conseguente afflusso sul Mediterraneo di masse d’aria fredda da est-nordest.
Giorni del mese | Fenomeno |
1-3 febbraio | Transito di una saccatura atlantica da ovest associata a un minimo depressionario sul mare del Nord (perturbazione n. 1). Dal giorno 2 la perturbazione si presenta come saccatura da Nordest che influenza le regioni centro-meridionali mentre un promontorio da ovest si afferma sull’areale padano-alpino. |
4-7 febbraio | La saccatura da Nordest si espande a dominare l’intero areale mediterraneo e scava sulla penisola iberica un robusto minimo di cutoff che influenza l’Italia dal pomeriggio del 5 (perturbazione n. 2). |
8 febbraio | Campo di pressioni livellate. |
9-10 febbraio | Transito di una saccatura che il giorno 10 scava un minimo depressionario sullo Ionio. Tale minimo influenza le regioni del centro-sud (perturbazione n. 3) mentre l’areale padano-alpino è dominato da un promontorio da ovest. |
11-14 febbraio | Masse d’aria fredda da nordest alimentano una circolazione depressionaria (perturbazione n. 4) |
15febbraio | Minimo depressionario centrato sullo Ionio influenza le regioni meridionali (perturbazione n. 5) |
16 febbraio | Un promontorio anticiclonico da sudovest determina temporanea stabilizzazione. |
17 febbraio | Flusso ondulato occidentale con variabilità |
18-27 febbraio | Il 18 si registra la presenza di un promontorio espanso dal Vicino Atlantico subtropicale verso il mar Baltico. Da esso si sviluppa poi una vasta area anticiclonica che insiste su Isole Britanniche – Mare del Nord – Scandinavia. Ne consegue l’inversione della circolazione con l’afflusso di masse d’aria da Nordest che alimentano una circolazione depressionaria sull’area italiana con condizioni di variabilità perturbata (perturbazione n. 6). |
28 febbraio | Sull’Italia campo livellato (sella) che si colloca fra due aree depressionarie centrate rispettivamente su penisola iberica e penisola balcanica. |
Rammentiamo infine che un tema certamente importante anche se troppo complesso per essere affrontato in questo commento è senza dubbio quello di stabilire il livello di anomalia del pattern circolatorio che ha determinato le basse temperature del febbraio 2018. Unica cosa che vale qui al pena di notare è che i “grandi inverni mediterranei” si manifestano con una certa frequenza nel mese di febbraio e a tale proposito si rammentano gli storici inverni del 1929, del 1956 e del 2012.
Andamento termo-pluviometrico
Le temperature massime mensili (figure 1 e 2) sono in anomalia negativa su gran parte della nostra area mentre le minime mensili appaiono in prevalenza nella norma, salvo locali anomalie negative. La tabella 2 mostra che le anomalie negative si concentrano nella seconda e terza decade per le massime e nella terza decade per le minime, il che è la conseguenza del regine antizonale affermatosi non corso del mese.
A livello mensile le precipitazioni (figura 4) sono risultate al di sopra della norma sul centro sud e al di sotto della norma al nord con l’eccezione di Piemonte occidentale, Valle d’Aosta ed Emilia orientale – Romagna. Si noti la spiccata anomalia positiva di quest’ultima oltreché delle Marche e del Salento.
Le precipitazioni decadali delle tre macroaree (tabella 2) sono in anomalia positiva salvo che nella seconda decade ove risultano nella norma al centro e al nord. Si noti che le precipitazioni mensili di tabella 2 sono in anomalia positiva su tutte le 3 macroaree, nord incluso in quanto l’anomalia positiva di Emilia orientale – Romagna, Piemonte e Valle d’Aosta ha compensato le anomalie negative del resto della macroarea.
Si segnala infine che la carta di anomalia termica globale prodotta dall’Università dell’Alabama – Huntsville http://nsstc.uah.edu/climate/ e che ci consente di valutare la rilevanza sinottica delle anomalie termiche registrate in Italia non è stata commentata in quanto non disponibile al momento in cui questo bollettino è stato redatto.
(*) LEGENDA:
Tx sta per temperatura massima (°C), tn per temperatura minima (°C) e rr per precipitazione (mm). Per anomalia si intende la differenza fra il valore del 2013 ed il valore medio del periodo 1988-2015.
Le medie e le anomalie sono riferite alle 202 stazioni della rete sinottica internazionale (GTS) e provenienti dai dataset NOAA-GSOD. Per Nord si intendono le stazioni a latitudine superiore a 44.00°, per Centro quelle fra 43.59° e 41.00° e per Sud quelle a latitudine inferiore a 41.00°. Le anomalie termiche positive sono evidenziate in giallo(anomalie deboli, inferiori a 2°C), arancio (anomalie moderate, fra 2 e 4°C) o rosso (anomalie forti,di oltre 4°C), analogamente per le anomalie negative deboli (minori di 2°C), moderata (fra 2 e 4°C) e forti (oltre 4°C) si adottano rispettivamente l’azzurro, il blu e il violetto). Le anomalie pluviometriche percentuali sono evidenziate in azzurro o blu per anomalie positive rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75% e giallo o rosso per anomalie negative rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75% .
[1] Questo commento è stato condotto con riferimento alla normale climatica 1988-2015 ottenuta analizzando i dati del dataset internazionale NOAA-GSOD (http://www1.ncdc.noaa.gov/pub/data/gsod/). Da tale banca dati sono stati attinti anche i dati del periodo in esame. L’analisi circolatoria è riferita a dati NOAA NCEP (http://www.esrl.noaa.gov/psd/data/histdata/). Come carte circolatorie di riferimento si sono utilizzate le topografie del livello barico di 850 hPa in quanto tale livello è molto efficace nell’esprimere l’effetto orografico di Alpi e Appennini sulla circolazione sinottica. L’attività temporalesca sull’areale euro-mediterraneo è seguita con il sistema di Blitzortung.org (http://it.blitzortung.org/live_lightning_maps.php).
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