Odio i disclaimer, ma sembra che a volte sia davvero difficile spiegarsi, quindi meglio farlo a quadretti. Ecco qua.
Disclaimer #1: L’Italia è alle medie latitudini dell’emisfero nord, non c’è affatto bisogno di situazioni particolari perché faccia freddo d’inverno e, soprattutto, non c’è bisogno di un accoppiamento stratosfera-troposfera perché questo accada. Inoltre l’Italia non è l’Islanda e Roma non è Reykjavik, quindi aspettarsi sfracelli e orsi polari che bussano alla porta di casa ogni santo inverno espone quanto meno a facili delusioni.
Disclaimer #2: Come specificato già oltre 10 anni fa quando nacquero queste pagine, la previsione in senso stretto non era, non è e non sarà mai oggetto di trattazione da parte del sottoscritto. L’unica rubrica che affronta un po’ questi argomenti e che tra l’altro a breve cambierà linea editoriale, è a cura di alcuni (soprattutto uno) volenterosi amici di CM che hanno accettato di occuparsene con l’editore in colpevole contumacia. Ergo, quanto segue non è una previsione né di freddo né di caldo, semplicemente… non è.
Ora veniamo a noi ad al follow up in stratosfera, ovvero al seguito di quanto scritto domenica scorsa.
Gli eventi di Stratospheric Sudden Warming (SSW) di tipo major, in cui si realizza lo split del Vortice Polare Stratosferico, sono piuttosto rari, quindi eccedono la norma – che comunque vede un SSW di tipo minor più o meno ogni anno. Quando sono così perfettamente strutturati, con tutti gli elementi che si mettono in fila diligentemente, si può dire che siano eccezionali, se non altro per un mero calcolo di frequenza di occorrenza.
Man mano che ci si avvicina all’evento, ormai nel range di solida attendibilità dei modelli previsionali, si cominciano a chiarire anche gli aspetti in cui nei giorni scorsi sussistevano ancora dei dubbi. Primo tra tutti, ricordando che si tratta di un TST (Tropospheric – Stratospheric – Tropospheric) event, una volta consolidate le prime due fasi, cioè l’innesco dal basso e la dinamica in alto, restava da capire se l’evento sarebbe poi stato di tipo propagativo, ossia se lo split si sarebbe propagato ai piani inferiori della stratosfera abbattendo di fatto le velocità zonali alle alte latitudini in troposfera, ricordando che nei moti anticiclonici quale quello che si realizzerà sulla verticale del Polo nei prossimi giorni l’energia si propaga dall’alto verso il basso…
Da questo punto di vista alea iacta est, l’aria fredda e le vorticità negative saranno spodestate dal Polo a tutte le quote, imprimendo a tutta la colonna una rotazione oraria e trascinando come da manuale i due lobi rimasti del Vortice Polare il primo dal Nord America all’area del Pacifico e il secondo dalla Siberia all’Europa. E qui sta il busillis, perché, con buona approssimazione, il flusso anti-zonale (est – ovest) che riguarderà l’Europa resterà un po’ alto di latitudine, coinvolgendo più che altro la parte centro-settentrionale del continente, fin verso le Isole Britanniche. Più a sud, specialmente ad evento conclamato, resisterà un flusso più zonale abbastanza basso di latitudine che potrebbe al contempo mitigare gli effetti in termini di temperatura e favorire un’accentuata piovosità sull’area del Mediterraneo occidentale. In sostanza, a valle di un evento eccezionale, per le nostre latitudini accadrebbe molto poco di anormale, considerato che siamo a febbraio. Cosa questa anche alquanto soddisfacente per diverse ragioni, stagione sciistica, deficit idrico etc etc).
Tutto questo ai piani bassi dell’atmosfera ancora non si vede, neanche alle scadenze più lunghe. Ma questo non deve stupire per due ragioni: la prima è che non ci siamo ancora con i tempi, la seconda è che perché i modelli, che non bisogna dimenticare che sono per così dire zonal driven ;-), riescano a risolvere moti ed evoluzioni anti-zonali, la questione deve essere conclamata, ovvero l’evento deve essere avviato.
Inoltre, si diceva di febbraio e, fatti due conti per la propagazione temporale dell’evento, anche buona parte di marzo. Ricordiamoci anche che la Natura comunque fa il suo corso e siamo già in una fase della stagione in cui per l’emisfero si sta esaurendo l’inerzia del minimo di energia termica ricevuta e sta iniziando il guadagno. Anche questo fattore non gioca a favore (sfavore?) di eventi memorabili ;-).
Tuttavia, ho iniziato con un disclaimer e finisco con un altro: La latitudine alla quale scorrerà l’aria fredda, dipenderà dall’estensione dell’anticiclone che si formerà alle alte latitudini, e non è escluso che questo in un evento piuttosto lungo non possa essere soggetto a contrazione o espansione, favorendo (sfavorendo?) incursioni di aria più fredda (ma più secca) anche un po’ più a sud. Ma, come si diceva all’inizio, questa non è una previsione, che lascio invece volentieri al tempo che passa, semplicemente, non è.
Stay warm 😉
Esiste un modellazione 3D del PV e relativa previsione ?
Naturalmente da 10hp al suolo ?
se no, perché ?
grazie
Maxx non so le faccia qualcuno, c’è qualcosa in giro in rete ma niente di operativo che io sappia.
gg