Vi siete mai chiesti come e perché il clima sia diventato un problema? Come e perché sia stato creato l’IPCC? Quale obbiettivo fosse perseguito all’inizio e quali altri ne siano stati aggiunti nel tempo? Pensate che il problema fosse capire come e se le attività umane hanno un impatto sul clima?
Bé, è appena uscito un libro su cui Judith Curry ha scritto un lungo post sul suo blog, con molti estratti e con molte informazioni interessanti.
Questo è il post: Manufacturing consensus: the early history of the IPCC
Questo è il libro: SEARCHING FOR THE CATASTROPHE SIGNAL:The Origins of The Intergovernmental Panel on Climate Change
E pensare che tutto è iniziato per far prevalere il nucleare sul carbone…
L’AGW è una religione moderna,ma come tutte le religione confutabile e senza prove o certezze.
Ho letto il post della prof.sa Curry e sono stato colpito in modo particolare dalle sue considerazioni finali.
Non voglio esprimere giudizi sull’opera di B. Lewin perché sarebbero basati su estratti e virgolettati che estrapolati dal contesto potrebbero dare un’idea diversa da quella dell’autore. E’ impressionante, comunque, il quadro che emerge dal combinato disposto di tutte le citazioni che J. Curry ha riportato nel suo post.
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In questo commento vorrei soffermarmi sulle considerazioni di G. Paltridge. Il prof. Paltridge è un eminente fisico dell’atmosfera che è stato messo un po’ da parte perché ha avanzato dubbi sulla pericolosità del riscaldamento globale che, però, attribuisce all’attività umana: diciamo che non nega l’influenza umana sul riscaldamento in atto, ma è del parere che esso determini variazioni della temperatura globale e di tutte le grandezze ad essa collegabili, tali da essere comprese nella banda di oscillazione naturale. Sotto molti punti di vista io concordo con lui anche se le mie posizioni circa l’attribuzione sono un poco più sfumate.
Tornando al post di Curry, come dicevo poco più sopra, è impressionante il giudizio che Paltridge dà del clima in cui sono maturate le decisioni che hanno portato alla nascita dell’IPCC, delle varie COP e di tutto ciò che ruota intorno ad esse:
“…. and I simply don’t remember understanding what was going on as far as the politics was concerned. How naive can one be?? Partly I suspect it was because lots of people in my era were trained(??) to deliberately ignore, and/or laugh at, all the garbage that was tied to the political shenanigans of international politics in the scientific world. Obviously the arrogance of scientists can be quite extraordinary!”
Detto da uno che è stato parte attiva di tutto il processo, è veramente illuminante.
Ora molti si affanneranno a dire che tanto Lewin che Paltridge sono due anziani bianchi benestanti cui non interessa nulla del futuro dei loro figli e nipoti. Nessuno oserà dire che Paltridge non è un climatologo o atmospheric scientist, ma si dirà che con l’età ha “perso un po’ di lucidità”. 🙂
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Altro aspetto che mi ha colpito del post di J. Curry, è il problema dell’attribuzione del riscaldamento globale in atto. Molti di noi che animiamo questo blog, veniamo etichettati come “negatori del riscaldamento globale”. Non è affatto vero, perché equivarrebbe a dire che neghiamo l’evidenza. Ciò che mi affligge (e, credo, affligga molti di coloro che frequentano il blog) è la causa di questo riscaldamento e le sue conseguenze. Circa l’attribuzione sono convinto che una parte sia conseguente all’aumento della concentrazione di CO2 e degli altri gas serra prodotti dall’uomo ed una parte sia attribuibile a cause naturali che agiscono secondo modalità che non ci sono del tutto chiare. Diciamo che il mio scetticismo deriva dal fatto che i margini di incertezza della conoscenza scientifica sono ancora piuttosto ampi e non consentono di attribuire con un adeguato livello di probabilità, l’origine del riscaldamento globale esclusivamente all’attività umana. Sono convinto, inoltre, che il sistema dinamico non lineare che chiamiamo “clima terrestre” sia molto più stabile di quanto vogliono farci credere e che il livello di comprensione del sistema è ancora troppo basso per farci prendere decisioni definitive. In altre parole non credo affatto né al consenso, né al “principio di precauzione”.
E dopo aver letto il post di J. Curry, riscopro di essere in buona compagnia.
Ciao, Donato.
ma si dirà che con l’età ha “perso un po’ di lucidità”.
Chiaramente si dirà senza aver verificato la loro lucidità, sono allergici ai dati e alle verifiche..
Tutto in accordo con il pensiero che la storia e che le memorie storiche viventi siano fuorvianti a priori.
Sarebbe anche un pensiero che rispecchia la società di oggi: “la famiglia come valore oggi è in via di estinzione”
Bellissima disamina, grazie. Mi trovo sulla stessa lunghezza d’onda, da cultore di basso livello di climatologia e meteorologia. Due scienze assimilabili alla mia, che è la biologia: affascinanti ma complesse al punto da risultare spesso soggette ad ampi margini di incertezza; ancora ricche di zone oscure da esplorare con entusiasmo e curiosità; e spesso infestate da “esperti” che pretendono di sapere già tutto, affibbiando a loro piacimento i famosi patentini di scientificità.
Da biologo, aggiungo solo che la marea di soldi spesi per parlare di anidride carbonica e cercare di limitarne le emissioni potrebbe più convenientemente essere impiegata per limitare i VERI inquinanti, che stanno facendo molti danni in vaste e popolose aree del Pianeta (inclusa la Pianura Padana). Da padre, sono MOLTO più preoccupato per polveri sottili, nitrati nelle falde acquifere e microplastiche ubiquitarie che per la CO2.
Già, la “colpa” fu della Thatcher che doveva, semplicemente (si fa per dire), trovare una giustificazione alta e moralmente superiore, rispetto al volgare soldo, alla chiusura delle miniere di carbone, divenute del tutto anti-economiche e conseguente “messa a passeggio” di una intera economia più che secolare. Siccome il sindacato dei minatori al tempo era molto forte si è finanziata abbondantemente la storia dell’Agw, sfruttando anche la fine del periodo freddo culminato negli anni 70 (quando si gridava alla glaciazione imminente prossima ventura).