I sacerdoti della religione globalista non fanno che spergiurare che il Global Warming è questione “esclusivamente scientifica” appellandosi, tra le altre cose, alla balla spaziale sul 97% di consensus, una delle più grandi fake news del 21° secolo. A riportarci alla realtà ben diversa dei fatti è il Washington Times, gemello povero ma bello del più noto “Post”, con un articolo che non ha avuto nessuna risonanza sulla stampa mainstream. Per ovvie ragioni, come si capirà dal resto di questo pezzo.
Santa Alleanza
Ricordate la delegazione di volenterosi americani anti-CO2 che si è presentata recentemente alla COP23 di Bonn in antitesi al loro stesso presidente rovinamondo? Ne abbiamo parlato più volte su questo Blog grazie alle ottime e puntuali cronache di Donato Barone. Bene, è forse interessante sapere che due dei volenterosi delegati in questione, Jay Insley e Jerry Brown (rispettivamente governatori di Washington e della California) fanno parte della cosiddetta US Climate Alliance: associazione di 15 stati americani nata con splendido tempismo il giorno stesso in cui Trump ha cestinato l’accordo di Parigi, con il proposito di portare avanti ad ogni costo l’agenda climatista dell’amministrazione precedente. L’associazione in questione è formata dai governatori di 14 stati + Porto Rico, e ama definirsi con involontaria ironia “bi-partisan”, per la presenza di ben 2 governatori repubblicani su 15, per altro in stati di rigoroso rito liberal come Massachussets e Vermont.
Che la causa del Climate Change trovi a tempo di record soluzioni originali a qualsiasi incidente politico non deve ovviamente sorprendere: sono salvamondo, e in quanto tali sono dotati di super-poteri. Ma la cosa realmente interessante è il modo in cui quei super-poteri sono acquisiti e utilizzati.
Lobbismo Verde
La pubblicazione di una serie di email ottenute attraverso regolare richiesta dal Competitive Enterprise Institute, mostra uno spaccato molto interessante dell’attivismo climatico americano. In particolare, il quadro che emerge è quello di governatori che in cambio della disponibilità a spendersi per la causa climatista ne ricavano benefici molto materiali, ad esempio sotto la forma di attivisti climatici messi a disposizione gratuitamente per sostenere le attività dell’Alleanza Climatica stessa: un vero e proprio ufficio-ombra gentilmente offerto da gruppi di attivisti a loro volta foraggiati da entità dotate di disponibilità economiche non indifferenti. Tra le tante associazioni della galassia climatista citate nelle email in questione si segnalano:
- Climate Nexus, progetto sponsorizzato da Rockefeller Philantropy Advisors;
- Rhodium Group di Trevor Houser, già consigliere speciale di Hillary Clinton per Clima ed Energia;
- Climate Registry e Under-2 Coalition, a loro volta partecipati da molti degli stessi Stati appartenenti alla Climate Alliance, in un curioso gioco di scatole cinesi;
- Georgetown Climate Centre
I benefici forniti ai governatori in questione paiono non limitarsi alla fornitura materiale di uffici, centri di ricerca e staff a titolo gratuito e al di fuori di ogni contabilità, ma includono persino servizi di pubbliche relazioni finalizzati a promuovere storie politiche di “leadership” da pubblicare sul megafono giornalistico liberal per eccellenza: il New York Times.
Quello che emerge è una forma pura e semplice di lobbismo climatico: ovvero l’esistenza di un gruppo di pressione ambientalista estremamente organizzato, ramificato e sovra-nazionale che si alimenta di donazioni molto generose da parte di entità riconducibili all’ambiente finanziario, molte delle quali amano dare di sè una immagine “filantropica”. In un articolo correlato Delingpole menziona tra i generosi donatori in questione la già citata Fondazione Rockefeller (recentemente impegnata in una battaglia “etica” contro la stessa Exxon che pure aveva attivamente sostenuto per decenni), gestori di hedge-fund miliardari come Tom Steyer e gli immancabili mega-gruppi della Silicon Valley: i nuovi padroni del vapore.
Volendo riassumere in poche parole, la narrativa ambientalista si configura come uno dei tanti mezzi attraverso i quali alcune lobby finanziarie particolarmente esposte sul business del “verde” proteggono i loro investimenti. Contribuendo a tenere alta la tensione sul catastrofismo attraverso l’influenza sui media, per esempio. O, più semplicemente, aiutando quei politici che promettono di potare avanti le politiche più redditizie per le lobby in questione. Un mero finanziamento politico mediato (e occultato) attraverso la galassia dell’attivismo climatico e ambientalista.
C’è chi può
Ben inteso: il lobbismo non è un crimine, o per lo meno non lo è negli Stati Uniti, dove questo fa parte a pieno titolo della lotta politica e sottende in gran parte al finanziamento della politica stessa. È altrettanto vero che in termini di etica politica non è uno spettacolo bellissimo quello dei governatori americani più o meno liberal che corrono dietro alle sirene climatiste in cambio di benefici materiali e di immagine, che si tratti di interviste compiacenti su giornali di area, o di comparsate ben pubblicizzate presso eventi planetari come le COP climatiche. Ma fa parte del gioco, decisamente: la politica è anche questo.
Il problema, semmai, è di opportunità. Come si chiede lo stesso Washington Times, immaginate cosa succederebbe se si scoprisse che qualche politico dispone di benefici materiali o di immagine messi generosamente a disposizione da una compagnia petrolifera in cambio di un impegno a perorare le sue cause: opinionisti scatenati, VIPs sdegnati, starlette inorridite, concertoni di protesta, manifestazioni di piazza, flash-mobs, sponsor in fuga, scomuniche papali e chi più ne ha più ne metta.
Ecco, il punto è proprio questo: c’è chi può e c’è chi non può. Da una parte, le poche voci scientifiche contrarie alla narrativa devono ricorrere, a mo’ di disclaimer, a pietose postille in cui giurano di non ricevere fondi da industrie minerarie o dell’energia. Mentre dall’altra parte c’è chi di fondi ne riceve tanti e generosi, in cambio di benefici politici significativi e per giunta in un contesto di sostanziale anonimato: gli è concesso, perché la loro causa è giusta, mentre quella degli altri è sbagliata. Ché alla fine della fiera è il Marchese del Grillo a celarsi sotto le sembianze solo in apparenza ascetiche delle vestali del Climate Change, con il suo intramontabile:
[one_half_last]
https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/3-gradi/
valutate voi se questa segnalazione è al posto giusto e di vs interesse.
ieri sera mi sono sorbito circa 2 ore del programma ,era a reti cantonali svizzere unificate presentato per il Ticino da Mammone e ospiti fissi Mercalli, Pascale presidente slow food Italia, un filosofo e un climatologo svizzero e pubblico.
Il presentatore ha tenuto a precisare che non c’era posto per i negazionisti (scettici non presi in considerazione) in quanto la comunità scientifica per il 97 % ha decretato di imputare all’uomo il riscaldamento globale.
Sono stati dedicati solo 6 minuti (vedi video) all’unico scienzato svizzero fuori dal coro Werner Munter.
Tutto il contesto unidirezionale pro agw causato dall’uomo dava l’impressione di un evento per catechizzare gli ascoltatori e abbattere le ultime resistenze di chiarezza scientifica.
Grazzie per l’attenzione , continuo a seguirvi.
L.Chilin
Mi sembra inutile sottoscrivere che in base al mero interesse vivendo noi in un sistema iper-capitalistico tutto rischia di diventare strumentale. Quindi gli interessi di lobbies esistono, in particolare nel mondo USA/Anglosassone ma questo non significa che il Global Warming il cambiamento climatico non sussista e che coinvolga milioni di persone che nulla hanno a che vedere con le lobbies. E che sia “anche” di origine antropica lo testimonia la rapidità di evoluzione dello stesso. D’altra parte emettere gas ad alta temperatura in una sorta di palla chiusa come è la ns atmosfera come può non riscaldare e modificare il clima ?
D’altra parte emettere gas ad alta temperatura in una sorta di palla chiusa come è la ns atmosfera come può non riscaldare e modificare il clima ?
Ineccepibile.
Ineluttabile.
Giovanni ma l’atmosfera terrestre è sempre stata un involucro di gas, già da prima che l’uomo emettesse gas.
Quindi che caspita hai scritto?
E’ la famosa “Teoria del gas ad alta temperatura immesso in una palla chiusa”, se ne parla spesso in tutti i festival di mongolfiere.
^_^
da Wikipedia alla voce Global Warming “Tale mutamento è attribuito in larga misura alle emissioni nell’atmosfera terrestre di crescenti quantità di gas serra (con conseguente incremento dell’effetto serra) e ad altri fattori che la comunità scientifica ha rilevato come imputabile all’attività umana.
Poi possiamo scherzare e pensare che nelle menti di qualcuno il GW abbia già prodotto seri problemi.
Conviene inoltre rammentare che nell’atmosfera non immettiamo gas per cosi dire “salutari”. Quindi bandirei il sarcasmo!
Mancavano le emissioni garantite e moltiplicate e aggiunte dall’uomo ! Ribadisco che il problema non è perdere qualche stazione sciistica e dimenticarci le storiche belle nevicate del passato. Qui ci sono milioni di persone che saranno costrette a migrare, cambiare la propria economia, rivedere i propri parametri di vita! Sai che me ne frega di una pista di sci !
In Siria si emigra con il prodotto interno lordo che è in continuo aumento. Per te Giovanni la produzione dei cereali in continuo aumento è un sintomo climatico? Quello che fa sarcasmo sei tu che nemmeno vai ad informarti di quali siano le motivazioni delle migrazioni.
Immagine allegata
Mi sembra che tu sia un poco confuso ! Limitiamoci alle ragioni meteo-climatiche ! Lasciamo perdere tutto il resto che non è spiegabile in breve! Che significato dai poi ai cereali Dio solo lo può sapere !
Contenti voi purtroppo NON CONTENTI TUTTI !
Puoi pensarla come vuoi Giovanni, ma pensarla come Kerry o Kelley non ti renderà una persona chiara.
Cerca di informarti meglio:
https://agrariansciences.blogspot.it/2017/10/cambiamento-climatico-antropico-e.html
http://www.lanuovabq.it/it/migranti-climatici-bufala-universale
Se non ti fa fatica come a qualcun altro, c’è anche il paper di Selby et al, il più recente riguardo questa tematica della bufala dei migranti climatici:
https://ac.els-cdn.com/S0962629816301822/1-s2.0-S0962629816301822-main.pdf?_tid=e1558c6e-d695-11e7-85f5-00000aacb35f&acdnat=1512132668_83a803efb44ddb1b2b29cd0f623c694c
@Giovanni
Sarcasmo ed ironie varie a parte, vanno fatte alcune precisazioni:
Punto 1): Se ci si vuole davvero documentare sul Global Warming, bisognerebbe innanzitutto evitare Wikipedia e direzionarsi invece su siti un po’ più tecnici ed affidabili;
Punto 2): I gas serra non sono gas ad alta temperatura;
Punto 3): Nessuno qui nega l’effetto serra, né che l’uomo possa in qualche modo avere un ruolo in tutto ciò; il problema è capire in che misura le cause antropiche interferiscano e di conseguenza quanto possano aver senso le misure draconiane delineate nelle varie COP;
Punto 4): Nessuno mette nemmeno in discussione il gravissimo e serissimo problema dell’inquinamento causato dall’uomo, ma l’errore che si commette frequentemente è proprio quello di confonderlo o, quantomeno, di porlo in diretta correlazione con l’effetto serra e il global warming;
Punto 5): Lo scenario apocalittico delle migrazioni di massa e degli sconvolgimenti economici non è qualcosa che si verificherà improvvisamente domani, ma si tratterebbe comunque di una eventualità che, nella peggiore delle ipotesi, forse inizierà ad interessare i nipoti dei nostri nipoti; insomma, non per fare i menefreghisti, ma si tratta sempre di centinaia e centinaia di anni e nel frattempo ne cambieranno di cose; infatti allo stato attuale, giusto per fare un esempio, ha fatto sicuramente più danni la crescita dello spread in un solo mese piuttosto che l’aumento della temperatura globale in più di un secolo…. non so se ho reso l’idea…
Complimenti, se siamo allo spread e “tanto di anni ne passeranno ancora e poi vedremo anzi vedranno” che aggiungere ancora ? Si può solo arrivare alle massine di Razzi….e non è sarcasmo!
@Giovanni
Se evitasse di appannare le sue sinapsi col patriottismo salvamondista, forse riuscirebbe ad inquadrare con maggior nitidezza ciò che gli altri tentano di esprimere.
magari fossero solo appannate..basterebbe un pò di ossigeno al cervello anzichè di CO2
Scusate, non vorrei andare troppo OT (un po’ certamente sì, ma spero perdonerete), ma da profano climatico qual sono mi piacerebbe una risposta corretta, semplice e chiara ad una domanda a cui in giro non sono riuscito a trovare risposte che non siano infarcite di propaganda, politica e slogan.
La mia domanda, semplicemente, è la seguente: ammettiamo che la CO2 sia un problema e che davvero il nostro pianeta si stia “surriscaldando”, ma anche se fosse, un eventuale aumento di qualche grado (non so, 2 o 3 mi pare siano le soglie di allarme più gettonate….) in che termini sarebbe un problema?
Non sto facendo polemica, sinceramente sto solo cercando di capire: ha senso dire che andremo tutti arrosto come a volte si legge su articoli o commenti di giornale? Come cambierebbe la nostra vita?
Non sono uno sfegatato ambientalista, nè “negazionista” (dio mio che brutto termine!), solo un privato cittadino che fa un altro mestiere (commercialista) e vorrebbe capire un po’ meglio cosa sta succedendo.
Grazie fin da ora a quanti di voi esperti vorranno spendere due minuti per darmi una risposta, possibilmente semplice e diretta.
Cordiali saluti a tutti e scusate l’OT.
Caro Tommaso, se esistessero risposte esaustive e definitive a domande comunque intelligenti e “basilari” come le tue, non saremmo impegnati in discussioni estenuanti apparentemente senza fine. Il consiglio che ti do’ e’ di frequentare questo (e altri) Blog per farti una tua idea sulla base di quanto leggi, e soprattutto dei link che di volta in volta troverai nei vari articoli (chi fa da se fa per tre ;)).
A titolo esclusivamente personale ti do’ una risposta sintetica, con tutti i suoi limiti:
– le variazioni di temperatura di cui si parla rispetto agli scorsi decenni sono dell’ordine del decimo di grado (da 0.3/0.4 C dei satelliti agli 0.7C di hadcrut negli ultimi 30 anni o giu’ di li). Si parla di gradi solo con riferimento alle proiezioni future sulla base di modelli che hanno mostrato performance a dir poco deludenti
– Al momento, e sulla base dell’evidenza sperimentale, l’aumento di temperatura registrato non e’ stato causa di aumenti di fenomeni estremi, o di aumento delle aree desertiche come preventivato dai modelli. Al contrario i fenomeni estremi hanno mostrato una sostanziale stabilita’ (quando non diminuzione) mentre l’aumento della superficie terrestre coperta da vegetazione e’ provato e incontrovertibile (global greening), cosi’ come l’aumento della produttivita’ agricola.
Alla luce di quanto sopra, e’ molto piu’ probabile che un aumento di temperatura (per lo meno entro i limiti attuali) faccia piu’ bene che male. Ma ovviamente non si puo’ dire, quindi si fa affidamento su modelli che fanno a pugni con la evidenza sperimentale e che prevedono disastri a prescindere, per poter sostenere la narrativa che “dobbiamo fare presto”.
[…] Autore: Massimo LupicinoData di pubblicazione: 28 Novembre 2017Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=46549 […]
Un effetti si dimentica che ci sono certi “entucci ufficiali” che a paragone chi scrive su questo portale… non è un cazzo!
Saluti da chi non è un cazzo come voi, ma perlomeno segue il parere di cosa dicono gli entucci ufficiali professionali.
Parere altamente qualificante. Un po’ distorto dalla foga magari, ma vai a guardare il particolare. E poi, chi avrebbe mai immaginato che Sua Signoria avrebbe abboccato all’amo 🙂
Ci mancherebbe Guidi, anche le località sciistiche estive che chiudono anno dopo anno sotto i colpi del solleone sono tutta un’impressione è tutto un trucco dei lobbisti…! Chissà quando rivedremo Presena, Marmolada ed altre come erano solo 20 anni fa…
Ma dove sta scritto che Presena Marmolada ecc ecc DEVONO essere come 20 anni fa? CHI lo dice? E perchè non come 12.500 anni fa? O 135.758?
Ma ti sei accorto che sono almeno 12.000 anni che i ghiacci si ritirano? E secondo te devono smettere di farlo solo perchè Al Gore lo pensa?
E poi ti chiedo: in questi giorni in Siberia (Ojmjakon) si stanno registrando temperature vicine al record negativo mai registrato (e non “di sempre”) -55 gradi (-58 è il record), però non vedo titoloni sul freddo “mai visto” che avanza.
Luca, bisogna anche farsi una ragione del fatto che possano esistere nel mondo persone facilmente impressionabili. Del resto sappiamo tutti che si può riuscire a far fare qualunque cosa instillando la paura nell’opinione pubblica. Ci stanno ahinoi riuscendo..
In realtà in pochissimi dicono dei record di caldo che vengono stritolati ogni anno. Qui se vi interessa c’è una bella lista fatta da un climatologo, seguendo i dati solo di stazioni meteo professionali. In primo piano i record del 2017 e notate quanti pochi sono di freddo e quanti tantissimi sono invece di caldo. E tante altre curiosità sui dati, quelli veri se vi interessano. Buona lettura.
http://www.mherrera.org/temp.htm
Sig. Paolucci lei è l’esempio vivente di come siano riusciti a guidare la mente della gente infondendo paura.
“perlomeno segue il parere di cosa dicono gli entucci ufficiali professionali”
Classico esempio di “Appeal to authority fallacy”. (chi vuole puo’ vederselo su Wikipedia).
Insomma, siccome questi “enti ufficiali professionali” sono “loro”, noi (che non siamo un c…o) dobbiamo appecoronarci, portare il cervello all’ ammasso e crederci comunque e sempre. Complimenti!
Le parole dei salvamondisti sono ancora meritevoli di essere ascoltate? ormai dovrebbe essere chiaro che il carburante è solo la paura della gente.
L’errore di fondo, anche in buona fede e anche, ahimè, da parte di lettori attenti e svegli, è di non vedere quello che, invece, è così ovvio da sfuggire:
TUTTI hanno interessi nel sostenere la propria tesi. Interessi che possono essere materiali, morali, di fama, di potere.
Ingenuamente, si è istintivamente portati a pensare che la Minegold corp. o la DeepOil ltd se difende un’idea o una visione lo fa per i suoi interessi mentre se lo fa Greenpeace o il WWF lo fa disinteressatamente.
I fatti dimostrano che non è per nulla così.
La cosa peggiore è che quasi tutte le organizzazioni che difendono “le idee” sono tutto tranne che democratiche e, soprattutto, del tutto NON trasparenti. Poi scopri che uno dei fondatori del WWF era il “padrone” di certe fabbrichette con qualche problemino di sicurezza e produceva materiali un filino dannosi, che Greenpeace prendeva decisioni con Mr. Exxon nei probiviri…. o che, sorpresa!!!, qualcuno dell’IPCC investì nei pannelli poco prima delle invettive contro l’OIL a favore del FV.
Però loro sono quelli puri, gli altri lo fanno per interesse…. si certo, come se Greenpeace non muovesse centinaia di milioni di dollari all’anno.
Luca, che si tratti di soldi e’ assolutamente chiaro. Basti pensare al ruolo dei Rockefeller, parliamo nella pratica di una delle famiglie che ha “inventato” l’oil&gas, finanziando la Exxon fin dalle sue origini. Fino a che non si e’ esposta sul versante “opposto”, quello delle rinnovabili. A quel punto ha tenuto una conferenza stampa per informare l’orbe terracqueo che stava vendendo tutti gli asset petroliferi in portafoglio, in un annuncio assolutamente irrituale che qualcuno potrebbe anche interpretare come una turbativa di mercato. Non solo, ma a quel punto ha anche sostenuto attivamente la campagna “Exxon-knew” con la quale si accusa la exxon di aver rovinato il mondo producendo petrolio anche se “sapeva” che causava l’effetto serra. Come se fornire energia al mondo fosse l’equivalente di fumare una sigaretta. Di recente la stessa strategia l’ha adottata il fondo sovrano norvegese, che sul petrolio ci ha campato per decenni: “abbandoniamo il petrolio” (dopo aver venduto, si immagina, gli asset).
Si tratta semplicemente di orientare il mercato nella direzione auspicata dai poteri in questione, cosa che certi annunci facilitano enormemente. Se un business “tira” piu’ di un altro, allora si getta discredito sull’altra parte per orientare gli investimenti dalla “propria”. E’ quello che fanno le societa’ high-tech californiane: si travestono da ambientalisti e sostengono campagne di informazione aggressiva contro quelle energetiche, petrolifere e minerarie per spostare gli investimenti dal “value” al “growth”. Solo soldi, nient’altro che soldi.
@massimo
“Come si chiede lo stesso Washington Times, immaginate cosa succederebbe se si scoprisse che qualche politico dispone di benefici materiali o di immagine messi generosamente a disposizione da una compagnia petrolifera in cambio di un impegno a perorare le sue cause…”
Casi di politici se ne trovano di sicuro, a volerne cercare… ma quello che mi preme e’ che persino nel caso di SCIENZIATI che testimoniano davanti a commissioni del congresso i salvamondisti non hanno certo lesinato attacchi e allusioni. Mi riferisco per esempio al caso di Happer, un noto e quotato fisico di Princeton, a suo tempo indicato come possibile consigliere scientifico di Trump, che testimonio’ davanti ad una commissione a presidenza repubblicana del congresso, nel quale porto’ dati e sue opinioni opportunamente giustificate sul global warming.
I salvamondisti gli rinfacciarono subito di essersi fatto pagare, in precedenza, poche migliaia di dollari di rimborso spese da parte di una think tank anti-AGW, chiamandolo “venduto alla lobby”:
https://www.theguardian.com/us-news/2017/feb/15/trump-science-adviser-william-happer-climate-change-cult
…. e….
https://www.theguardian.com/environment/2015/dec/08/greenpeace-exposes-sceptics-cast-doubt-climate-science
Pochi mesi fa quando il climatologo Obama invece venne in Italia a parlo’ di clima (!!!) davanti ad una facoltosa audience che pago’ 850 Euro/persona per ascoltarlo i suddetti salvamondo non ebbero nulla da ridire. In quel caso Obama aveva il diritto di farlo (e non erano certo rimborsi spese… lo pagarono centinaia di migliaia di Euro per dire quattro cavolate retoriche e populistiche…
http://www.lastampa.it/2017/05/09/edizioni/milano/obama-al-cenacolo-con-franceschini-alle-lintervento-al-summit-sul-cibo-OxWZzh7lVzvK6Xi4t6jZSK/pagina.html
Idem quando l’hockeysticker Mann chiede 10 mila dollari al colpo per ogni suo seminario sul clima… quello va bene.