Alcune riflessioni sugli altocumuli lenticolari osservati nel cielo sopra Milano al tramonto del 29 Ottobre 2017
Domenica 29 ottobre scorso, alle ore 17.30 e cioè al tramonto, il cielo sulla Lombardia occidentale si è improvvisamente illuminato per effetto di un esteso banco di altocumuli lenticolari associati a un episodio di foehn.
Il foehn non un evento in sé tanto raro se da un’analisi apparsa in un lavoro del 2005 dal titolo “Climatology of North Föhn in Canton Ticino and western Lombardy” emergeva che a Milano nel periodo 1991-2003 si sono avuti in media 23 giorni di foehn all’anno, con un impatto sensibile sui caratteri climatici del’area (vento, umidità relativa, temperatura, radiazione solare globale).
Nonostante la relativa frequenza del fenomeno del foehn occorre dire che è raro vedere nubi lenticolari di tale bellezza, per cui ci pare utile proporre agli amici di CM due foto, la prima delle quali manifesta tutti i limiti legati al fatto che il luogo da cui è stata ripresa (l’abitazione di uno degli autori) è circondato da case che limitano di molto la visuale mentre la seconda, scattata a san Donato Milanese dalla signora Elisa Cipriani che l’ha gentilmente messa a disposizione per questo articolo, è decisamente più bella.
Ma perché tanto rosso in quella sera milanese?
Il “rosso di sera”, compreso quello di queste foto, come spiega ad esempio il sito http://www.atoptics.co.uk/, deriva dal fatto che la radiazione luminosa a noi visibile va dalle frequenze più basse del rosso a quelle più alte del blu e del viola, quindi ogni colore è rifratto diversamente dalle molecole dei gas che compongono l’atmosfera e dalle particelle solide (aerosol di ogni genere) in essa contenute in sospensione. Di giorno, quando il sole è alto nel cielo, la porzione di atmosfera che i raggi solari devono attraversare è tale da far sì che vengano diffuse prevalentemente le frequenze prossime al blu. Al tramonto invece l’atmosfera agisce come una lente e la radiazione luminosa è costretta ad attraversare l’atmosfera per distanze anche 40 volte superiori; inoltre, negli strati più bassi dell’atmosfera sono concentrate particelle le cui dimensioni si approssimano a quelle delle frequenze più basse, aumentando a dismisura la diffusione dei colori tendenti al rosso.
Considerato poi il fatto che a fine di ottobre in Piemonte, cioè verso occidente e nella direzione del tramonto del sole rispetto a Milano, l’atmosfera era molto ricca di aerosol derivanti da incendi boschivi, è probabile che al risultato spettacolare abbia contributo proprio questo fattore, oltre ai normali fenomeni ottici di cui sopra.
Allego una vecchia foto tratta dalla rivista Weather della Royal metorological Society (Nubi lenticolari su Moray Firth, mattino dell’8 settembre 1999 – foto David Monteith – Weather, july 2000, vol. 55, n° 7).
Le nubi fotografate ricordano molto quelle riprese da Maurizio Rovati.
Tuttavia i tipici lenticolari hanno forme molto affusolate (ricordano delle lenti o dei pesci) mentre quelle in questione hanno forme più complesse che ricordano un poco i nodi nel legno di una conifera. Chissà quale azione fisica le ha rese così.
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[…] Autore: Luigi MarianiData di pubblicazione: 07 Novembre 2017Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=46302 […]
[…] Fonte: Se il Rosso Vien di Sera […]
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Alcune foto da cellulare…
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