Allora, come molti avranno notato, la nuova isteria meteorologica si chiama Ophelia, ciclone tropicale giunto al secondo gradino della scala di riferimento (Saffir Simpson) a sud-ovest delle Isole Azzorre e con una previsione di traiettoria che lo porterebbe a colpire le Isole Britanniche più o meno nelle giornate di lunedì e martedì.
Si sta facendo la storia? Niente affatto, basta Wikipedia, che pubblica una lunga lista di eventi simili e un’immagine (sotto) piuttosto esplicativa.
Ad ogni modo, come evidente dalla previsione, il soggetto dovrebbe anche attenuarsi passando ad un’intensità non più nella scala degli uragani ma in quella delle tempeste tropicali. Ma, quando e se dovesse arrivare lassù, non sarebbe comunque una tempesta tropicale.
Questo perché, come in questo caso, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ;-). Salendo di latitudine la “macchina termica” uragano sentirà via via più forte il condizionamento dell’accelerazione di coriolìs, incontrerà mari più freddi e perderà la sua struttura perfettamente circolare, diventando una perturbazione extra-tropicale, più precisamente una Seclusione Calda, il cui rapporto tra energia entrante e energia uscente sarà sempre più sbilanciato a favore della seconda, decretando poi l’estinzione del soggetto atmosferico.
Ciò non toglie che il minimo di pressione atmosferica e il conseguente gradiente barico possano essere ancora molto significativi, dando luogo a venti molto forti e onde molto alte.
Ma succederà? Normalmente siamo abituati a guardare alle previsioni di traiettoria dei soggetti con caratteristica tropicale con grande confidenza, perché il livello di affidabilità di questi sistemi è ormai decisamente elevato. Tuttavia, la transizione da soggetto tropicale a extra-tropicale consegnerà la “palla” dai modelli pensati specificatamente per gli uragani a quelli del breve medio termine meteorologico e quello sarà un momento cruciale. Ad oggi, un soggetto a 1000 e più km a sud-ovest delle Azzorre che si muove a 6 nodi l’ora sembra difficile che possa arrivare sull’Irlanda per lunedì, ma il suo essere assorbito dalle westerlies gli farà guadagnare sicuramente in accelerazione, per cui lo scenario ha delle probabilità di essere reale. Tuttavia, sarà certamente necessario tornare spesso a controllare le pagine del National Hurricane Center della NOAA e dell’ECMWF per capire in che direzione andranno i modelli.
Direi che nel week end, a parte goderci la fantastica ottobrata che invece interessa il Belpaese, abbiamo pronta l’occupazione meteorologica.
> un soggetto a 1000 e più km a sud-ovest delle Azzorre che si muove a 6 nodi l’ora
In che senso 6 nodi l’ora? Un nodo significa già 1 miglio (nautico) l’ora…
Giusto per dire… Ophelia sarebbe “strongest evah”!… mai visto nulla di simile prima, giusto?
http://www.telegraph.co.uk/news/weather/10405181/The-Great-Storm-of-1987-what-happened-26-years-ago.html
Non poteva che essere il Telegraph a scrivere un articolo sensato in materia di tempo o clima. Due e spanne e mezza sopra gli altri, come sempre. PS: grazie per la segnalazione, ne faccio tesoro…
immagine da eumetsat:
Immagine allegata
Purtroppo qualcuno, per altre cose quotato, è arrivato a twittare roba tipo “Ciclone e Irlanda nella stessa notizia? E qualcuno nega ancora il riscaldamento globale?”.
Ex Ophelia secondo DWD e sinottica lunedì mattina con “approccio” su SW Irlanda:
Immagine allegata
Molto interessante;ma io vorrei piuttosto perturbazioni atlantiche che una “fantastica”ottobrata(che di caldo semmai non ne avevamo proprio bisogno!).
Buona domenica a tutti 🙁
Se davvero le precipitazioni ottobrine latitassero sugli 0 mm o giù di lì sarebbe un ritorno al passato e non una conferma del presente, sempre se vogliamo continuare a fare paragoni che con il clima hanno poco da spartire.
Esempi di ottobre più vicini pluviometricamente dimenticati o non rinverditi:
ottobre 1965
ottobre 1945
La memoria storica è lì basta leggerla e così non saremo sempre lì a desiderare quello che invece già si ha.
L’ottobrata è piacevolissima e non certo anomala . Ieri mi trovavo a Cuneo e, nel pomeriggio il termometro era oltre i 20°.
Però, la siccità di Basso Piemonte e della Liguria dove vivo sta diventando preoccupante.
A proposito di Ophelia, segnalo il consueto allarme sensazionalistico di un noto collaboratore de la Stampa, che ho scoperto essere diventato anche teatrante.
Domanda da profano che rivolgo al gestore ed ai collaboratori di questo interessantissimo blog:
è questo il modo di fare scienza?
“è questo il modo di fare scienza?”
E’ solo che fake news richiedono fake science.
Il teatrante in questione (che, confesso, non ho capito di chi si tratti esattamente) non fa altro che rispondere ad una domanda del mercato.
Il mercato delle news non chiede informazioni sulla situazione meteorologica,: che le cose vadano bene e/o siano nella norma non potrebbe fregargliene di meno… il mercato vuole video di chicchi di grandine grossi come palline da golf (viste quando ero bambino negli anni 60), o di trombe d’aria sulle spiagge (anche quelle viste, anni 70), o di slavine, innondazioni e parificate (viste nelle 5 decadi della mia vita).
Perche’ dire che la variabilita’ naturale e’ preponderante (vedasi la conclusione della serie di 5 articoli pubblicati su Science nell’ultimo numero, sui dati dal satellite OCO-2…
http://science.sciencemag.org/content/358/6360?current-issue=y )
… quando si puo’ affermare, sulla base solo dei modellini farlocchi, che il mondo come lo conosciamo noi sta per scomparire?… vuoi mettere quanti “like” uno si becca in piu’ nel fare questo?
Caro Roberto, follow the money come sempre. Il baraccone del climate change da’ da mangiare ad una moltitudine di enti che si giovano di finanziamenti statali fintanto che il livello dell’emergenza viene mantenuto alto. E a questo fine occorre sostenere la narrativa in tutti i modi, e nessuno sforzo in questo senso viene risparmiato, pur a costo di scadere nel ridicolo, o di inficiare il senso stesso di “urgenza” sommergendo la gente di allarmi che non vengono nella realta’ percepiti come tali… Ne riparleremo presto 😉
D’accordo che con quel nome RobertoK06 potrebbe essere un robot, ma non credo possibile che la sua vita duri solo da 5 decadi (50 giorni: non accetto altre interpretazioni anglofile). Chiedo che l’autorità moderatrice o lo stesso robot, se proprio non vuole essere identificato come le persone socialmente integrate, almeno corregga o faccia correggere tutti le sue frasi che contengono l’errore indegno di uno “scienziato”. Sapere la propria lingua significa potere diffondere anche la propria cultura, se se ne ha.
Grazie
@giusto buroni
“D’accordo che con quel nome RobertoK06 potrebbe essere un robot, ma non credo possibile che la sua vita duri solo da 5 decadi (50 giorni: non accetto altre interpretazioni anglofile). ”
Caro giusto buroni, o qualsiasi sia il tuo vero nome… il dizionario treccani in linea (stavo per scrivere “on-line”, ma tu non accetti interpretazioni anglofile) dice che…
http://www.treccani.it/vocabolario/decade/
… “decade” puo’ anche voler dire periodo di 10 anni, copio e incollo:
“d. non com. Spazio di dieci anni, decennio: nell’ultima d. del secolo scorso. ”
“Chiedo che l’autorità moderatrice o lo stesso robot, se proprio non vuole essere identificato come le persone socialmente integrate, almeno corregga o faccia correggere tutti le sue frasi che contengono l’errore indegno di uno “scienziato”.”
Ullalla’!… il solito argomento da due soldi.
E’ un segreto di pulcinella chi si celi dietro a questo nome da robot: roberto kersevan, fisico di professione… quindi le virgolette a “scienziato” puoi toglierle, lo sono davvero.
“Sapere la propria lingua significa potere diffondere anche la propria cultura, se se ne ha.
Grazie”
La mia lingua originale e’ il dialetto che si parlava a casa mia, e he ho parlato fino all’eta’ di 6 anni. l’Italiano l’ho imparato solo a sQuola. Da piu’ di 25 anni abito e lavoro all’estero. Parlo inglese e francese piu’ dell’italiano, durante la giornata tipica. Mi considero, e sono, cittadino del mondo, e non ho una lingua preferita.
C’e’ qualche altra cosa che ti interessa del sottoscritto? Non ho segreti per nessuno, non ho nulla da nascondere io.
Un saluto a giusto, lo sceriffo del ueb (non ammetti anglicismi, giusto giusto?)
Vai, pascola.
P.S.: chiedo scusa ai gestori del sito. Ho risposto a questo commento ad hominem off-topic.. pardon, fuori-argomento, del sig. giusto… prometto che non daro’ piu’ da mangiare al troll… lo ignorero’.
Sogno o son desto? Da altra fonte trovo conferma che l’uragano si sta spostando a 30 km/h, ma nell’articolo qui sopra il col, Guidi parla di 6 nodi all’ora, che ho provato a trattare come un’accelerazione (perché lo è), per vedere se avrebbe un senso percorrere 1000 km da qui a lunedì partendo da fermo (?) e accelerando di due nodi ALL’ORA, ma non vi ho trovato alcun senso. Ai miei tempi, uno studente che avesse usato una tale unità di misura sarebbe stato messo a pane e acqua per una settimana (fosse stato per me). Volete per favore provare a correggere il molto probabile errore? E, se è così, cercare di evitarne di simili in futuro? Altrimenti sono costretto a ripiegare sullo gnomo col farfallino, e allora sì che è la fine del mondo. Grazie.
Non è un errore. Venerdì il sistema si muoveva a 6 nodi, quando è stato catturato dalla circolazione delle medie latitudini ha accelerato. Proprio come è stato scritto.
“nodi ALL’ORA”è un’espressione scientificamente scorretta, che mi autorizza a insistere, egregio col. Guidi. Sono costretto a ricordare a un cervellone (non la prendo in giro; è vera stima) suo pari che il “nodo” è un’unità di misura (strampalata quanto si vuole) di velocità in acqua e in aria; il NODO ALL’ORA, se proprio uno lo vuole usare, è misura di accelerazione: non ci sono santi, come qualcuno dice. Mi dispiace, ma ripeto che questo genere di errori scredita perfino il miglior contenuto scientifico, perché solleva grandi dubbi sulla competenza di che li commette. E io sono qui per imparare da lei, e non per correggere errori.
Per la verità non avevo capito che il problema fosse lì. È ovvio che ha ragione, ho corretto. Quando scrivevo pensavo alle miglia, poi ho scritto nodi per deformazione professionale. Risultato un pasticcio. Grazie della segnalazione, purtroppo di norma non rileggo i post dopo averli pubblicati, perché in genere non mi piacciono ;-).
@Giusto.
A dire il vero mi sono accorto anch’io del pasticcio dei nodi all’ora ed avevo pensato di segnalarlo con un post preceduto da “DA NON PUBBLICARE”, come ho fatto in altre occasioni e per altre vicende, ma poi ho pensato di fare la figura della maestrina con il Guido ed ho soprasseduto, anche perché in questo caso è talmente evidente la distrazione e la fretta alla base dell’errore, che chiunque tra noi assidui lettori del blog, non avrebbe potuto, credo, pensare altrimenti.
Tutto qui.
Saluti.
Che scatole Roberto! Dei 10 lustri che hai vissuto prova anche a ricordare quando c’era la bora quasi quotidianamente e via Cosulich era coperta dalla neve. E non vivevano in montagna ma al mare. Poi dagli anni 80 circa tutto è cambiat o e anche la bora è quasi scomparsa sostituita dalla nebbia padana. Ma ti pare che uno scienziato debba citare fatti soggettivi e non dati registrati vagliati e convalidati. Che cavolo c’entrano i modelli con questi eventi?
“Che cavolo c’entrano i modelli con questi eventi?”
Come cosa c’entrano i modelli? Gira un po’ sui blog climatocatastrofisti e vedrai.
I modelli prevedono che tempeste tropicali come Ophelia diventeranno la norma.
D’ora in poi in Irlanda, Portogallo, Francia e Spagna solo case bunker lungo la costa… non piu’ villette con terrazza. Lo dicono i modelli, quindi deve esser vero:
https://www.newscientist.com/article/2150474-ophelia-shows-many-hurricanes-could-reach-europe-in-the-future/
… e il citato…
https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00382-014-2329-8
“Simulations with a very high resolution (~25 km) global climate model indicate that more severe Autumn storms will impact Europe in a warmer future climate.”
L’autore, M. Baatsen (dalla cui tesi di master in Olanda questo articolo deriva), ha utilizzato il modello/programma ECHAM5/MPI-OM, del Max Planck Institut fur meteorologie… codice che e’ descritto qui:
http://www.mpimet.mpg.de/fileadmin/models/MPIESM/pdfs/StevensEtAl2012.pdf
… e che dice, a proposito della sua precisione, cose come questa:
“A number of biases, however, remain.
These include a poor representation of low clouds, a systematic northward shift in major precipitation features, biases in the partitioning of precipitation between land and sea (particularly in the tropics), and midlatitude jets that appear to be insufficiently poleward.”
E per restare in tema di precisione dei modellini farlocchi…
https://arstechnica.com/science/2017/09/us-forecast-models-have-been-pretty-terrible-during-hurricane-irma/
… non ci azzeccano sulle previsioni a pochi giorni… ma sono sicuri e certi di quelle per fine secolo and beyond! Comici.
Ciao.
P.S.: Ci vediamo in via Cosulich la settimana prossima, se sei libero.
non ci siamo capiti. Volevo dire che i ricordi meteo dell’adolescenza non sono dati attendibili. Ho cose più interessanti da fare che girare x i blog: a stare troppo seduti si rischia di ingrassare. Preferisco la pallacanestro! Te la ricordi?
i ricordi meteo dell’adolescenza non sono dati attendibili
Per esempio, per quanto riguarda le alluvioni, c’è abbondanza di dati e documenti, riguardo al passato: qui sono stati citati spesso. Quindi non ha proprio senso l’osservazione, se semplicemente uno cita incidentalmente i ricordi.