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Per fortuna ci sono già stato

Di tutte le scempiaggini con cui ci tormentano gli attivisti climatici, questa è davvero la più assurda. E, a pensarci bene, anche la più triste.

Da non crederci, il Canadian Competition Bureau, equivalente della nostra Commissione Antitrust e quindi ente governativo ancorché indipendente, ha passato gli ultimi diciotto mesi ad indagare su tre associazioni, Friends of Science, Climate Science Coalition e Heartland Institute perché una lobby climatica, Ecojustice, ne aveva segnalato le attività criminose, consistenti nel fatto di sostenere il negazionismo climatico.

Dopo molta fatica e molti soldi dei contribuenti spesi, nulla di fatto. Ma dal Bureau fanno sapere di essere disponibili a riaprire il caso se dovesse saltar fuori qualche nuova prova.

Allora, senza ombra di dubbio c’è qualcuno che non sta bene. Del resto già qualcuno che fonda un gruppo che si chiama Ecojustice dovrebbe chiarire il fatto che più che del giudice ci sarebbe bisogno del TSO. E passi. Che però trovino anche chi gli dà retta è assurdo. Il Canada deve essere davvero un Paese in cui si vive alla grande se hanno tempo e soldi da buttare in queste puttanate.

Comunque, non si sa mai facessero sul serio, io in Canada ci sono già stato e non correrò il rischio di tornarci ;-). Un momento, bussano alla porta, vuoi vedere che è l’Antitrust?

PS: qui i particolari della vicenda; grazie a Fabrizio per la segnalazione.

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Published inAttualità

40 Comments

  1. Marco

    No, comunque in ultima istanza io ho detto che le simulazioni in ambito tecnico-meccanico funzionano perchè permettono di ridurre i costi, poi il collaudo si fa comunque, ma se ne fa uno non mille per ogni idea che viene in mente, quindi il modello in qualche modo funziona, a meno che uno decida di buttare tutto all’aria e fare mille prototipi. Si è visto però che anche piazzando più prototipi diversi in galleria del vento i risultati sperimentali molto volte non sono molto dissimili dai risultati teorici quindi la teoria non è completamente sbagliata.

    E non ho detto nemmeno in ultima istanza che mi “fido” che della teoria ufficiale del clima, ho solo detto che molto probabilmente la teoria non sembra completa, specie a livello mediatico per il semplice fatto che chi non ci lavora sopra non può conoscere tutti i dettagli al pari di un esperto che ci lavora da decenni, quindi ne perfettamente “vera” ne perfettamente “falsa” (quasi in senso Goedeliano) e quindi forse prima di sentenziare bisognerebbe tacere o pensarci su (come diceva anche Wittgenstein) e questo vale per tutti (compreso me) quindi prima si “pubblicano” dei risultati propri a sostegno di proprie tesi e poi volendo ci si mette a ragionare o dubitare sugli stessi e sugli altri, altrimenti c’è il rischio che si finisce prima a giudicare/criticare a partire dai soli risultati se e solo se questi soddisfano o meno il proprio punto di vista e i propri gusti.

    • Alessandro(Foiano)

      Marco mi sembra che nessuno abbia dei propri gusti qui, qui c’è il piacere e il gusto di leggere pensieri/tesi/risultati differenti.
      Invece la teoria ufficiale del clima è un pensiero unico con un unico filo conduttore che non prende in considerazione minimamente risultati differenti della propria tesi.

    • Fabrizio Giudici

      Non credo che Goedel c’entri molto, ma certamente le teorie non sono “vere” o “false”; in termini più precisi bisognerebbe dire che i modelli sono più o meno precisi. Entrare nel merito dei modelli e di come sono fatti è roba da esperti – per esempio, io non ho competenze per capirci un gran che; ma comprendere se prevedono o no, quello non richiede un grande esperto, solo uno che ha un minimo di comprensione delle basi del metodo scientifico. E si giudica dai risultati eccome, perché a nessuno frega alla fine molto se un aereo è fatto in un modo o nell’altro, quanto se vola o no, e con le performance richieste. Faccio presente che tutto il tormentone degli accordi di Parigi è tutto focalizzato sui risultati.

  2. Maurizio Rovati

    Marco, come ti spieghi allora che per costruire una cosa “semplice” come un aeroplano, non si faccia tutto al computer? Oggi le leggi fisiche che governano il volo sono ben note, si direbbe che siano una scienza consolidata, o “settled” come dicono. E invece si ostinano a progettare l’aereo con l’ausilio della scienza, magari usando i computer, e poi a verificare su modelli in scala i risultati, come se la scienza non fosse sicura.
    Il fatto è che la scienza non è sicura. Non è nella sua natura esserlo, ma ci permette, per esempio, di capire con buona approssimazione i fenomeni fisici che governano il volo. Poi servono i collaudi, ovvero si mette alla prova la scienza che è servita per costruire l’aereo e se non vola si torna al tavolo di progetto, di solito non per ridiscutere il fenomeno della portanza alare, ma per correggere dettagli di aerodinamica o di resistenza strutturale o di insorgenza di vibrazioni causate da fenomeni di turbolenza non previsti…

    Il metodo scientifico non è tanto complicato, si limita a dire che una volta fatta la teoria, questa è valida fino a quando un esperimento che la coinvolge fallirà, che è come dire che la realtà o l’esperimento sono i veri giudici di una teoria scientifica.

    Invocare il consenso o la democrazia per validare una teoria scientifica non ha senso, perchè è prevaricare la realtà. Quando poi la teoria fallisce (come ha fallito sistematicamente quella dominante in campo climatico) la cosa prende una brutta piega e comincia ad assomigliare ad una teoria politica, cioè ad una ideologia, in certi casi ad una religione. Infatti lo spettacolo indegno (della Scienza) a cui si assiste oggi è il tentativo di correggere le osservazioni del passato (la realtà) per soddisfare il modello climatico (la teoria) che non è altrimenti in grado di riprodurle. E’ l’esatto contrario del metodo scientifico!

    • Marco

      In realtà mi dicono che i modelli e la simulazione in ambito tecnico servono a ridurre i costi e i tempi di progettazione e realizzazione anzichè costruire innumerevoli prototipi dal costo esorbitante in tempi indefiniti…però sembra che così funzioni meglio…

      Comunque nessuno ha invocato la democrazia o il consenso popolare, avevo solo linkato articoli che sono una fonte secondaria perchè derivano da considerazioni e conclusioni da parte, mi dicono, del cosiddetto mainstrem…

      Comunque volendo essere pienamente obiettivi e non di parte ci sono delle cose oscure non chiarite in ambito climatico a livello mediatico e sul web e che solo un esperto può mettere la parola fine, se avesse sufficiente voglia e tempo di farlo (io lo farei se ne avessi le competenze suddette), quindi in assenza di riscontri e chiarimenti ufficiali da parte degli esperti, mi sentirei di dire che al momento che la “teoria ufficiale del clima” non è ancora completa e quindi di conseguenza ne completamente “vera” ne completamente “falsa”. Buona giornata.

    • Maurizio Rovati

      “però sembra che così funzioni meglio”
      Certo che va meglio, ma tu saliresti su un aereo non collaudato perchè in “teoria” dovrebbe funzionare?

      Se ti guardi in giro vedrai che ci sono “esperti” che non la pensano come il mainstream e se allarghi il tuo orizzonte scoprirai che questo accade in tutti gli ambiti scientifici, dalla cosmologia alla fisica, per non parlare della medicina.
      Dietro a tutte queste scienze c’è un grosso problema di finanziamento (costruire sulla terra un telescopio di 40 metri di apertura non è particolarmente economico, e nello spazio costa pure di più, tanto per fare un esempio).
      Le scelte che riguardano il clima hanno la caratteristica di avere un costo enorme ed un impatto sulla disponibilità di energia simile a quello di una carestia alimentare. L’energia avrebbe costi proibitivi perchè qualcuno, per salvare il pianeta (questo discorso non mi è nuovo 😉 ), ne ha ridotto artificialmente la disponibilità! Indovina chi paga?
      Se ti fidi di questa “teoria ufficiale del clima” che tu stesso definisci “non ancora completa e quindi di conseguenza nè completamente “vera” nè completamente “falsa”. ” è quasi come se salissi su un aereo mai collaudato dove solo i piloti hanno il paracadute.

      Scrivi spesso: “mi dicono” ma chi? Hai delle idee tue? Dei convincimenti che vuoi mettere alla prova? Sei qui in cerca della tua “verità” perché i “tipi strani con laurea” ti sembra che non te la contino giusta? Che vogliano convincerti che (in Italia) un’estate (molto meno calda del 2003) sia la prova che la CO2 immessa in atmosfera dall’uomo sta causando il climarrosto? Ricordi il 2003? Forse i tuoi figli no ma tu dovresti ricordartelo, vero? Bene, tutti i media a dire che l’anno dopo sarebbe stato peggio, e così via. Sono passati 14 anni prima di avere un’estate quasi paragonabile e i media ancora a dire la stessa fesseria di allora.

      Comunque la pensi, è bene che usi il tuo buon senso, che usi la tua testa prima di prendere decisioni che altre teste desiderano che tu prenda. Fa piacere anche che il tuo modo di discutere sia civile.
      Saluti.

  3. Marco

    Ok, molto più chiaro, così mi piace. Saluti a presto.

    • Marco

      Comunque se si rimane sul tecnico evitando ambiguità, giri di parole e perifrasi strane forse è meglio per tutti.

    • Marco

      sennò sembra più un clima da “guerra civile” che una discussione scientifica…

  4. carlo70

    E il suo collega, come mi spiega per quale motivo questa “simulazione complessa” non è in grado di ricostruire il clima passato? Questi modelli che simulano bene il presente, ma che “dissimulano” altrettanto bene il passato, con quale credibilità possono prevedere il futuro?

    • Marco

      Ok, qui allora il problema diventa un problema di fonti…mettete tutte le fonti a tutti gli articoli o pubblicazioni scientifiche che sostengono le vostre tesi e poi con calma si analizzano, magari con l’aiuto di qualcuno che effettivamente ci lavora sopra da anni, sicuramente più competente di chi legge semplicemente i risultati diffusi su Internet, perchè, gli stessi colleghi, mi dicono che la scienza moderna è diventata un gran business d’immagine e chi finisce dentro e non è in grado di tenere il passo può finire con falsificare dati e introdurre bias di metodo, a volte molto sottili, che solo un esperto è in grado di cogliere. Quindi attendiamo queste fonti, una è arrivata.

    • Massimo Lupicino

      Marco, se posso permettermi, se ci seguirai con una certa regolarita’ scoprirai con piacere che le fonti e i collegamenti ad articoli e pubblicazioni li mettiamo, anche quando non si parla di argomenti strettamente scientifici. In controtendenza, tra l’altro, proprio con quella stampa mainstream che e’ tanto piena di certezze quanto poverissima di argomenti convincenti a supporto delle stesse 😉

    • Marco,
      è uno sforzo che cerchiamo di fare sempre. Non a caso la maggior parte dei nostri post sono di fatto commenti a pubblicazioni.
      gg

    • Marco

      Va bene da profano vi seguirò. Comunque per chiudere e tornare al mio lavoro i miei colleghi mi dicono che l’ambito delle simulazioni non si estende non solo al clima, ma anche ad altri aspetti scientifici e tecnologici quali ad esempio la fluidodinamica al calcolatore (tra l’altro pure con equazioni molto simili a quelle atmosferico-climatiche), ecc… Possibile che tutti questi studi che pure esistono da decenni ed in continua evoluzione e miglioramento come tutto il sapere tecnico-scientifico diano risultati diametralmente opposti alla realtà…?. Saluti

    • Marco

      oppure è solo un “sfortunato caso” che solo quelle climatiche siano del tutto fallaci…?

    • Marco

      Un’altra stranezza, mi dicono sempre i miei colleghi, è che le stesse previsioni meteorologiche, migliorate moltissimo negli ultimi 20 anni, si appoggiano anch’esse fortemente su modelli matematici di previsione, pare utilizzando pure di base set di equazioni molto simili. Cosa cambia allora tra le due…?

    • Marco, ci sono differenze sostanziali tra la simulazione del sistema nel breve periodo e nel medio-lungo periodo, per non parlare poi della scala spaziale climatica.
      In primo luogo nel breve periodo, il sistema è fortemente dipendente dallo stato iniziale, che quindi si deve conoscere al meglio; il calo dell’attendibilità delle previsioni al crescere della scala temporale deriva dal fatto che questa conoscenza non l’abbiamo e quindi ci portiamo dietro errori significativi che si amplificano nel tempo. Questo perché il sistema, essendo caotico, presenta infinite situaizoni finali per piccolissime variazioni dello stato iniziale. Inoltre, proprio perché ci si basa sullo stesso set di equazioni e il fatto che una parte significativa dei processi non è “risolta” ma “parametrizzata” ovvero descritta nel suo evolvere secondo diversi livelli di assunzioni e che quella parte riguarda processi di fondamentale importanza (per esempio la dinamica delle nubi), rappresentare il sistema oltre un certo limite temporale è oggi virtualmente impossibile. Infatti, ancora oggi, lo skill delle proiezioni stagionali (di quelle decadali e multidecadali non parliamo proprio) è insignificante rispetto all’approccio statistico, cioè virtualmente inservibile.
      Ti ricordo inoltre che è proprio la scala temporale breve a consentire una continua verifica degli output, con conseguente miglioramento delle fasi di tuning del modello, verifica che invece alla lunga scala temporale non è ovviamente possibile se non dopo decadi. In questo ci vengono in soccorso le simulazioni del passato, ma purtroppo il fatto che un modello sappia riprodurre il passato (al netto degli assunti e del tuning), non è affatto garanzia che sia idoneo a prevedere il futuro. Se poi quel modello non riesce a riprodurre gran parte dei processi che pure hanno importanza sostanziale, come ad esempio l’ENSO o le oscillazioni oceaniche, ecco che la luce si spegne, malgrado il fatto che molti siano convinti che sia invece accesa.
      Comunque il discorso è lungo e lo abbiamo appena sfiorato.
      gg

    • DarioC

      Simulare il flusso di un fluido dentro un condotto è difficile ma si puo fare con risultati soddisfacanti.
      Simulare il funzionamento della terra è un pochino più difficile. Scusa se ho detto “pochino”, in realtà non esistono computer talmente potenti per simulare tutto.
      Allora si fanno modelli più piccoli e si riducono le variabili e si mettono dei parametri a caso perchè “IL TUTTO” non ci stà.
      Ricordo che la scienza usata con fantasia diventa fantascienza.
      Simulare una realtà anche complessa ci stà, predire il futuro NO! E’ impossibile.

  5. Maurizio Raimondi

    Guido Guidi, informarsi vuol dire analizzare tutte le possibili fonti, tutte a favore e contro, e tramite il proprio cervello trarre le conclusioni. Se Marco trae quelle conclusioni, ha sicuramente torto, ma sarà difficile convincerlo del contrario, l’importante è che vi continui a leggere e bisogna sperare che prima o poi apra veramente gli occhi.
    Io dico sempre: ci rompono tanto le palle, sul riscaldamento globale e che bisogna invertire la rotta dell’inquinamento (cosa pur sempre vera) per salvare il pianeta, poi basta che un vulcano di quelli tosti, tipo l’Islanda, erutti per qualche giorno per mandare a quel paese tutti i discorsi sulla CO2. Per non parlare delle eruzioni del sole che influisce pesantemente sul nostro clima, ma vallo a spiegare a questi zucconi

  6. Marco

    Scusi colonnello, al primo post ho risposto alla sua accusa di “disinformazione”, cosa che non mi sembra perfettamente vera….e poi quali sarebbero le fonti e i dati da cui partire e lasciar informare i figli…?

    Sempre un mio collega sul lavoro mi ha parlato di simulazioni in toto del sistema climatico con tutti i parametri e le interazioni in quella che chiamano “simulazione complessa” e mi ha detto che togliendo il parametro antropico la simulazione del clima fallisce ovvero si discosta dai dati reali rilevati. Lei come confuta scientificamente questa faccenda…?

    • A. de Orleans-B.

      Caro Marco,

      sono solo un ingegnere abbastanza anziano che ha lavorato con molti periti, spesso più sensati e capaci di me.

      Mi riferisco al suo ultimo paragrafo, dove Lei chiede perché “togliendo il parametro antropico (presumo riferito alle emissioni umane di CO2) la simulazione fallisce”.

      Ottima domanda, con una risposta forse fin troppo semplice che lascerò a Lei – qui mi limito solo a rifletterci sù insieme.

      Una simulazione è un modello matematico costruito in base a leggi fisiche e dati di partenza assieme a un dettaglio fondamentale: dei coefficienti applicati al modello per renderlo il più possibile affidabile.

      Cosa vuol dire “affidabile”?

      Nell’ambito climatico vuol dire che il modello, verificato usando i dati del passato, mi calcolerà delle temperature (e altre variabili) che risultino vicine a quelle reali – questo mi permette di sperare che i dati calcolati per il futuro saranno vicini ai dati reali futuri.

      Come ottengo questi coefficienti?

      Provando il modello durante un periodo sufficientemente lungo e aggiustando i coefficienti del modello in modo da ridurre le differenze tra i risultati calcolati e i dati reali usati per il periodo di aggiustamento.

      E’ un processo abbastanza simile, anche se molto più complicato a causa delle molte leggi e dati da tenere presenti, a quello che Lei sicuramente avrà fatto come perito quanto avrà tarato o ricalibrato qualche strumento di misura.

      Calibrati i coefficienti del modello, la scienza del clima presume con più o meno ragione che per il futuro il modello calcolerà le temperature con la stessa affidabilità come le ha calcolate per il passato.

      Se da questo modello così costruito Lei togliesse i dati “antropici”, cioè le gigatonnellate di CO2 rilasciate nell’atmosfera dagli umani (o il metano delle mucche, o altri dati reali simili), il modello, ragionevolmente, non darà più dei dati calcolati simili a quelli realmente misurati.

      Lascio a Lei ogni ulteriore conclusione sulla risposta alla Sua domanda, che temo sarà banale e della serie “qualcuno ha riscoperto l’acqua calda”.

      Adesso però veniamo al sodo: io penso che Lei intervenga in buona fede, che sia convinto che i modelli climatici fin’ora sviluppati mostrino un chiaro pericolo di un severo innalzamento della temperatura media terrestre e che questo possa essere solo mitigato da una altrettanto severa ed urgente riduzione ella CO2 emessa dalle attività umane, estesa magari al metano e gas simili.

      Il dilemma è semplice: se i modelli dicono il vero, l’emissione di CO2 “umana” dovrà essere ridotta con regolamenti drastici e possibili conseguenze economiche – se non dicono il vero, rischiamo di infliggere alla popolazione dei sacrifici innecessari.

      In merito, ognuno di noi ha il diritto e forse anche il dovere di informarsi e di arrivare alla proprie conclusioni e questo sito è uno dei tanti dedicati a questo fine.

      Però mi permetto di offrirle una citazione di Carl Sagan, che Lei come perito forse capirà meglio di tanti ingegneri e che, a mio parere, ben rappresenta lo spirito di questo sito:

      “Alla base della scienza si trova un equilibrio essenziale tra due atteggiamenti apparentemente in contraddizione – un’apertura alle idee nuove, per bizzarre o controintuitive che possano essere, e uno scrutinio spietatamente scettico di tutte le idee, nuove e vecchie. Questo è il modo come le profonde verità vengono vagliate dalle profonde sciocchezze.”

    • max pagano

      pensa Marco, il tuo collega (che non sappiamo che lavoro faccia e di che si occupa) non ha per niente ragione:

      quando e se ti va:
      https://www.researchgate.net/publication/318931349_The_application_of_machine_learning_for_evaluating_anthropogenic_versus_natural_climate_change

      “…”Attraverso una rete neurale artificiale, un complesso modello matematico,
      ricercatori australiani hanno dimostrato che anche in assenza dell’era
      industriale oggi avremmo gli stessi fenomeni di riscaldamento. Un picco analogo
      ci sarebbe stato durante il Medioevo, con temperature medie più elevate delle
      attuali…. i ricercatori John Abbot e Jennifer Marohasy si sono avvalsi di una
      cosiddetta rete neurale artificiale (ANN), un modello matematico di
      “apprendimento automatico” basato sulle reti neurali biologiche. Gli studiosi
      hanno innanzitutto raccolto i dati scientifici in grado di fornire una
      misurazione indiretta delle temperature passate, come ad esempio gli anelli
      degli alberi, la crescita dei coralli, il polline, le perforazioni, le
      stalagmiti e molto altro ancora. Sottoponendoli alla simulazione informatica
      hanno provato a “prevedere” le temperature attuali, togliendo dall’equazione le
      emissioni di CO2 emesse dall’uomo a partire dalla rivoluzione industriale.
      Incredibilmente, la rete neurale artificiale ha fornito valori per il XX secolo
      del tutto in linea con quelli reali, dunque la simulazione ha “suggerito” che
      anche in assenza dei combustibili fossili avremmo avuto lo stesso fenomeno di
      riscaldamento.

      Dall’analisi dei dati i ricercatori hanno rilevato due tendenze di aumento
      delle temperature: durante il Medioevo, nel 1200 dopo Cristo, e a partire dal
      1980. Nel mezzo fra i due picchi ci sarebbe stata invece una sorta di epoca
      glaciale. Non è la prima volta che si stima un Medioevo “rovente”, con
      temperature medie superiori alle attuali, e uno studio di 700 scienziati
      provenienti da 40 diversi paesi lo aveva già confermato nel 2013. Senza
      sminuire l’impatto dei gas serra, per gli studiosi australiani la variabilità
      climatica naturale sarebbe dunque la reale responsabile dell’attuale
      innalzamento delle temperature, con tutto ciò che comporterebbe in termini di
      azioni e politiche da intraprendere per limitare il fenomeno… ”

      http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214242817300426

    • Fabrizio Giudici

      Lei come confuta scientificamente questa faccenda…?

      Le “simulazioni” non sono la realtà: lo dice lo stesso nome. Uno dei principi basilari dell’informatica è che il risultato dell’elaborazione di un computer dipende dalla qualità dei dati e degli algoritmi con cui si programma. Se sono spazzatura, esce spazzatura (Garbage In, Garbage Out).

      La risposta generale sta nel metodo scientifico (quindi la rigetterai perché non è stata votata democraticamente dalla “società civile”): si fa un modello, con le simulazioni si fanno delle predizioni. Si aspetta qualche anno e si verifica se intanto le predizioni riescono a prevedere il breve termine. Se non ci riescono, si ritorna al modello e si cambia. Solo quando si inizia a prevedere in modo consistente si può pensare di ritenere il modello più affidabile per il medio/lungo termine. Questo è quello che si chiama “scienza consolidata”.

      Ad oggi nessun modello è riuscito a prevedere un gran che: con i tassi di CO2 odierni la temperatura dovrebbe essere più alta di quanto misurato. La dimostrazione sta nel fatto che gli stessi scienziati sostenitori dell’AGW sono alla continua rincorsa del perché non sono riusciti ad azzeccare le previsioni, apportando correzioni ai loro modelli. Il che è più che legittimo, come ho scritto prima: ma indica che la scienza del settore, lungi dall’essere consolidata, è immatura.

  7. Marco

    Ha detto proprio bene: ci sono paesi al mondo che stanno talmente molto meglio di noi e con un “clima politico-economico” talmente disteso che possono permettersi di coltivare, da veri “naturalisti”, l’amore verso il proprio paesaggio naturale o identità nazionale (come ad esempio il Canada) senza farne una malattia o prendersela eccessivamente come invece fa qualcuno qui sul blog.

    • Veramente portare il dibattito scientifico in tribunale non mi sembra la forma ideale per coltivare alcunché.
      gg

    • Marco

      Ma quelli stanno semplicemente difendendo un’identità nazionale e la loro stesa qualità della vita minacciata dai cambiamenti climatici, ne più ne meno di quello che fanno gli Stati Uniti e gli altri Stati con la loro economia globale. Quindi piuttosto che prendersela con il “Sole” e tentare di andarlo a spegnere preferiscono prendersela con cause probabilmente un pò più tangibili e ragionevolmente provate.

      Dopo un estate così i miei figli mi hanno chiesto a cosa fosse dovuto tutto il disagio. Non sono un uomo di scienza, cosa gli racconto, i climatizzatori sottodimensionati, quei cattivi della NASA che mettono in giro informazioni fuorvianti o cos’altro…?

    • La qualità della vita in Canada è minacciata dai cambiamenti climatici? Interessante concetto, su quali informazioni si basa esattamente?
      E nell’estate del 2015 che ha piovuto un giorno sì e l’altro no cosa gli ha raccontato, che quello è tempo è questo è clima? Sinceramente non mi permetto di suggerire a un padre cosa dire ai suoi figli (qualche climatologo benpensante che lo farà lo trova di sicuro) se non di studiare e informarsi il più possibile.
      gg

    • Marco

      Scusate, forse sono strano io e deve essermi sfuggito qualcosa, ma proprio sul gentile invito/suggerimento ad “informarsi”, con somma pazienza di chi vorrebbe vederci chiaro, mi sono fatto un rapido giro in Rete ed ho trovato subito ad una prima ricerca su Google “cambiamento climatico in Canada”…questo, di che si tratta…?:

      http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/13/exxon-e-i-cambiamenti-climatici/2122514/

      http://www.repubblica.it/ambiente/2017/04/18/news/il_cambiamento_climatico_ruba_un_fiume_in_canada-163265386/

      https://motherboard.vice.com/it/article/kbg8ga/studio-diminuzione-giorni-clima-temperato

      http://www.segnidalcielo.it/cambiamenti-climatici-dal-canada-alla-siberia-il-permafrost-sta-collassando/

      http://www.lifegate.it/persone/news/canada-incendi-alberta-cambiamenti-climatici

      sono tutte “stupidaggini” provenienti anche da fonti diverse oppure la verità è solo qui dentro e gli altri sono invece tutti stupidi…?

    • Guido Botteri

      Marco, è sicuro che questa gente sia credibile ?http://www.segnidalcielo.it/author/massimo1963/

      Scusi, vado un attimo a controllare se la mia astronave è parcheggiata bene 😀

      (l’ho parcheggiata dietro Nibiru, sa non vorrei…)

      Io sto scherzando, ma quelli di segnidalcielo ?

    • Marco

      Sinceramente io non ho mai letto articoli in base alla testata che li scrive ovvero a stupido via, ma leggendo e analizzando i contenuti in maniera critica cercando eventuali errori…in questo caso (almeno nei primi due articoli) non li trovati granchè (tra l’altro il Fatto Quotidiano (che non è Dagospia) fa spesso inchieste giornalistiche e in questo caso non vi ho trovato grossi errori di logica a meno che non sia tutto inventato di sana pianta, ma questo non l’avete dimostrato.

      Comunque la NASA , da agenzia federale, da quello che mi dicono i colleghi, non fa parte del cosiddetto establishment e conduce studi abbastanza accurati per conto proprio a servizio del governo degli Stati Uniti d’America e non vedo perchè dovrebbe pure falsificare i suoi studi.

    • Luca G.

      Dove e quali sono le prove schiaccianti che il cambiamento climatico è dovuto all’uomo? Attenzione il discorso è serio: qui non si discutono le oscillazioni climatiche al caldo o al freddo che il nostro pianeta vive( ad oggi certamente rivolte al caldo,per ora o meglio fino a vent’anni fa in modo evidente),ma le cause!!! Ho come l’impressione,quando sento parlare i convinti e dogmatici sostenitori dell’AGW, che spesso la conseguenza sia anche la causa del tipo: fa caldo ci stiamo scaldando, non piove ci stiamo desertificando e quindi ci stiamo scaldando farà caldo, ci stiamo desertificando non pioverà più. Salvo poi quando improvvisamente e inaspettatamente torna a piovere e a fare freddo, torna a nevicare o addirittura i ghiacci recuperano sugli anni precedenti(vedi quest’anno) e l’andamento termico globale reale non segue nelle attese quello simulato dai modelli climatici. Allora di fronte a questo se c’è qualcuno che cerca di analizzare ,capire, studiare, insomma cerca di fare lo scienziato, viene accusato, con la complicità delle istituzioni, di NEGAZIONISMO! E poi si chiedono perchè viene meno la fiducia in queste ultime da parte di molte persone…..

    • Marco

      Io sinceramente tutto questo “dogmatismo teologico” non lo vedo Luca G, c’era molto probabilmente nel Medioevo in chi si occupava di scienza aristotelica-tolemaica, leggendo qua e la sempre in Rete, poi sembra crollata con la “rivoluzione scientifica”.

      A me pare quindi più una questione di “metodo di studio o di lavoro” e di “corretta informazione”, non tanto di tacciare per “negazionismo” o “scetticismo” tutti gli interessati alla questione: al lavoro i miei colleghi (per la verità tipi strani, tutti laureati), mi hanno fatto “due palle così” a me “perito meccanico” con la storia del metodo sperimentale ed alla fine dopo un pò di mesi ho capito che questo funziona un pò come sul lavoro con il datore di lavoro che vuole “certezze” quanto più possibili sui risultati perchè in gioco ci sono “quattrini” alias decisioni politiche che pare coinvolgono nientemeno che le economie nazionali.

      Quindi o si accettano come si suol dire le “regole del gioco” (anche se non mi pare affatto un gioco il destino del Pianeta) oppure si discute (volendo) su cosa c’è che non va nelle suddette “regole” come nella società civile (e non militare), oppure si finisce dalla parte del torto come nella favola di Esopo del lupo e dell’agnello dove vince ahimè il più arrogante, prepotente e presuntuoso. Saluti

    • Per accettare le regole del gioco si intende anche che nonostante non si sappia quale sia il ruolo delle forzanti antropiche sí deve credere in simulazioni che non ne hanno mai azzeccata una?
      Hai ragione, è proprio questione di metodo…
      gg

    • Fabrizio Giudici

      Marco,

      faccio notare che il tuo “ragionamento” che conclude che il metodo scientifico è schiavo degli interessi è proprio un esempio di quel dogmatismo che critichi all’inizio. Forse faresti meglio a studiare un po’ di logica e retorica, così, tanto per non darti la zappa sui piedi.
      Oltretutto, come hai scritto, nei secoli passati il metodo non c’era: oggi c’è e quindi il tuo atteggiamento non ha giustificazioni.

  8. Massimo Lupicino

    Personalmente non sono sorpreso di questa deriva: innanzitutto per le voci che si levano sempre piu’ spesso e sempre piu’ forti da ONG di rito sorosiano (e stampa collegata) che chiedono di prendere azioni legali nei confronti di chiunque la pensi diversamente sul global warming antropogenico.
    E in secondo luogo perche’ parliamo di un paese, il Canada, in cui lo stesso Soros arriva a “piazzare” il ministro degli esteri, mica sottosegretari da strapazzo (http://blog.ilgiornale.it/rossi/2017/09/12/la-ministra-di-soros/ ).
    Quindi, siccome 2+2 fa 4 e difficilmente fa 44, e’ assolutamente normale quello che succede, ed e’ ancora piu’ normale che succeda in Canada.
    Nel momento in cui si sostiene che la scienza e’ “settled” e il discorso e’ chiuso, si prepara automaticamente la strada alla persecuzione di chi la pensa diversamente. Anche i nazisti ritenevano che la razza ebrea fosse inferiore, che quella ariana fosse superiore e che la (loro) antropologia fosse una scienza settled.
    Piaccia o no, il meccanismo e’ esattamente identico.
    Piaccia o no, dal punto di vista etico e scientifico tra un Mengele che si dilettava a colorare di azzurro gli occhi marroni e un “attivista” che chiede di far marcire in carcere i negazionisti perche’ responsabili dei cicloni nel Golfo del Messico, non c’e’ nessuna differenza. O con l’unica differenza che il primo e’ un personaggio diabolico, un criminale e una vergogna per il genere umano, mentre il secondo e’ una macchietta patetica e ridicola. Che in tempi appena un po’ diversi la macchietta in questione vestirebbe facilmente (e volentieri) i panni del mengele di turno e’ una sensazione difficile da allontanare.

  9. Edo

    Gent. mo Col. Guidi, può aggiungere l’accento su “dà retta…”?
    Grazie.
    Edo

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