Alcuni giorni fa, quando gli stati americani del Texas e della Luoisiana non avevano ancora iniziato ad andare sott’acqua, ma era ormai chiaro che si stavano preparando eventi dai risvolti drammatici, la grancassa della propaganda climatica ha iniziato subito una profittevole campagna mediatica. C’è chi si è limitato (si fa per dire) a scrivere che quanto sta accadendo non è altro che l’anticipo del maltempo che verrà causa climate change, ma c’è anche chi ha pensato bene di compiacersi della sorte di tutti quei texani che avendo votato Trump alle ultime elezioni si erano praticamente candidati a divenire vittime del clima che cambia.
Attivismo becero e cinico se volete, ma questo è il mondo in cui viviamo. Purtroppo l’opportunismo supera ogni altra attitudine umana, anche di quelli che si fregiano del titolo di uomini di scienza. Ecco Michael Mann, scienziato di punta del mainstream ed autore del celeberrimo bastone da Hockey, in un articolo che il Guardian teneva evidentemente pronto nel cassetto:
It’s a fact: climate change made Hurricane Harvey more deadly
Michael E Mann
Tuesday 29 August 2017 00.07 AESTWhat can we say about the role of climate change in the unprecedented disaster that is unfolding in Houston with Hurricane Harvey? There are certain climate change-related factors that we can, with great confidence, say worsened the flooding.
What we know so far about tropical storm Harvey
Sea level rise attributable to climate change – some of which is due to coastal subsidence caused by human disturbance such as oil drilling – is more than half a foot (15cm) over the past few decades (see here for a decent discussion). That means the storm surge was half a foot higher than it would have been just decades ago, meaning far more flooding and destruction.
…
Finally, the more tenuous but potentially relevant climate factors: part of what has made Harvey such a devastating storm is the way it has stalled near the coast. It continues to pummel Houston and surrounding regions with a seemingly endless deluge, which will likely top out at nearly 4ft (1.22m) of rainfall over a days-long period before it is done.
The stalling is due to very weak prevailing winds, which are failing to steer the storm off to sea, allowing it to spin around and wobble back and forth. This pattern, in turn, is associated with a greatly expanded subtropical high pressure system over much of the US at the moment, with the jet stream pushed well to the north. This pattern of subtropical expansion is predicted in model simulations of human-caused climate change.
More tenuous, but possibly relevant still, is the fact that very persistent, nearly “stationary” summer weather patterns of this sort, where weather anomalies (both high-pressure dry hot regions and low-pressure stormy/rainy regions) stay locked in place for many days at a time, appears to be favoured by human-caused climate change. We recently published a paper in the academic journal Scientific Reports on this phenomenon.
…
Dunque, a quanto pare l’abbassamento del suolo e la lentezza con cui si è mosso il Ciclone Tropicale Harvey sarebbero all’origine della gravità dell’alluvione che ha sommerso l’area della città di Houston. Mentre il suolo si abbasserebbe per effetto dell’estrazione del mefitico greggio, la stazionarietà del Ciclone sarebbe attribuibile al clima che cambia perché pattern della circolazione simili sarebbero in qualche modo quello che prospettano i modelli climatici. Ergo, nonostante un passato di storiche alluvioni e ben 8 uragani di categoria 4 atterrati su quelle coste, quanto accaduto in questi giorni è, ovviamente, colpa del clima che cambia.
Due clamorose bugie in una:
La prima. Come spiega efficacemente una geologa su quest’altro articolo, il suolo nell’area di Huston in effetti si è abbassato, e anche molto, ma non per l’estrazione del greggio, quanto piuttosto perché viene pompata sempre più acqua dal sottosuolo per far fronte al fabbisogno di un’areale divenuto una delle più grandi città degli Stati Uniti in pochi decenni. Quindi acqua, non petrolio, con buona pace di chi ha gestito sin qui quel territorio, qualunque sia il suo orientamento sul climate change. Ora viene spontanea una domanda: perché la geologa che conosce l’argomento non sconfina nel campo del clima e il buon Mann invece si avventura mentendo in quello geologico?
La seconda. Non esistono modelli climatici in grado di scendere alla scala spaziale e temporale necessaria ad analizzare il comportamento degli uragani, né degli elementi della dinamica atmosferica che ne regolano la formazione. Attenzione, questo non lo dice l’ultimo dei meteorologi, lo dice Tim Palmer, un’autentica autorità in materia di simulazione del sistema atmosferico:
Tra i due diversi approcci al problema c’è tutta la differenza che passa tra la scienza fatta con il desiderio di capire e di conoscere e quella spacciata per acquisita di chi fa attivismo per non chiare né meglio specificate ragioni. Lascio ad ognuno di voi la possibilità di farsi una propria idea.
E comunque gli intelligentoni che commentano la disfatta del Texas trumpiano ad opera degli elementi, dovrebbero prima conoscere i dati: la zona colpita fa eccezione perché ha votato massicciamente per Hillary.
https://www.texastribune.org/2016/11/11/harris-county-turned-blue/
Mentre il Governatore, Repubblicano, insisteva sulla gravità della situazione, il sindaco di Houston, Democratico, mandava messaggi di NON evacuare.
Alessandro le autorità locali democratiche americane sono attualmente impegnate in qualcosa di molto più importante in questi giorni: il censimento dei monumenti politicamente scorretti, e da abbattere o rimuovere. Compresi quelli in onore di Cristoforo Colombo. E la cancellazione di feste che possono offendere la sensibilità di qualcuno, come il Columbus Day. Sono questi i veri problemi, altro che le alluvioni…
[…] Autore: Guido GuidiData di pubblicazione: 31 Agosto 2017Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=45683 […]
si all’autocritica poi si passa alla motocritica, alla bicicritica poi alla pedocritica o calcio nel s…
Rosa che i docenti siano colti se lo dicono da loro.
Hanno letto tutti gli stessi libri.
Non c’è nessuno che chieda qualcosa di diverso.
Intanto, la grande correttezza (e umanità, aggiungerei fantozzianamente) dei suddetti guardiani della rivoluzione è arrivata a tanto:
Immagine allegata
Grazie Alessandro, sto preparando un pezzo proprio sull’argomento. Avevo un’altra vignetta gia’ in cascina, questa sara’ la seconda…
Charlie Hebdo? seriamente?
ora prendiamo qualsiasi giornale pro AGW per fare di tutta un’erba un fascio? siamo realmente arrivati a tanto?
ragazzi ditemi che stiamo scherzando. ci facciamo una risata e la finiamo lì 😀
Non riesco più a farmi una risata e finirla lì. Provengo da una tradizione anche familiare di buonisti e politically correct, anche se non capivo come mai si andava sempre a parare contro gli interessi della maggioranza delle persone e dei lavoratori, mi adeguavo. Ad un certo punto, grazie anche alle “domande scomode” dei miei figli (perché abbiamo l’euro, perché ci sono tante persone che non parlano italiano, ma è vero che farà tanto caldo e simili), mi sono messa a studiare e sono riuscita a capire. Il politically correct diffuso a piene mani dai giornali mainstream è la bara in cui vogliono seppellire viva ogni contestazione. Ha ragione Massimo Lupicino basta cambiare letture. Un mio collega che si occupa di AGW è arrivato a dirmi testualmente “che è contento della crisi, così la produzione di CO2 si riduce ed il pianeta tornerà a stare meglio”. Ogni mio controbattere è stato inutile, la sua convinzione di essere nel giusto è granitica. Secondo lei c’è da farsi una risata?
L’analfabeta funzionale non mette mai sè stesso in discussione nè tantomeno il proprio pensiero, l’analfabetismo funzionale in Italia è molto diffuso:
quasi il 50 % della popolazione..c’è da piangere e basta!
siamo all’autocritica?
Temo che la situazione sia ancora più grave. Infatti il personaggio in questione è un docente universitario, che pur non ricoprendo posizioni apicali, ha molto seguito come divulgatore, spesso invitato in conferenze pubbliche. Forse è un modello antropologico, infatti nell’accademia, fortunatamente non tutta, ci sono molti personaggi simili che con saccente supponenza “impongono temi” senza contrasto alcuno o molto fievole da parte degli altri membri. Ciò spiega perché i tanti laureati giovani sono a loro immagine e somiglianza. Io ho sentito sempre lo stesso collega affermare in aula testualmente ” che basterebbe ricoprire la superficie del Sahara di pannelli fotovoltaici per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica dell’intera europa”! Io ho interrotto la lezione perché in questa frase c’è molto di più che la semplice fede nella tecnologia e nella scienza, c’è tutto il portato intrinsecamente colonialista della globalizzazione, di cui sono pieni anche inconsapevolmente questi nuovi missionari. Naturalmente ha affermato che era solo un esempio, ma i brividi me li ha procurati e me li procura ancora. Parlare di analfabetismo di ritorno può descrivere la situazione di chi forse si informa solo attraverso giornali e letteratura mainstream, che altro non sono propaganda delle élite. Il caso citato si riferisce a chi dovrebbe, attraverso l’uso critico della conoscenza, insegnare a disattivare i meccanismi di propaganda, ed invece si fa pervicace strumento di amplificazione della stessa.
Sì io mi faccio una risata nel leggervi. Perché continuate a dividere tra chi è pro AGW e chi è anti AGW e fate di tutta un’erba un fascio. E come trovate un pro AGW idiota, allora sfruttate quella piccola occasione per dare contro a tutti i pro AGW.
Continuate pure che c’è da scompisciarsi.
Roberto, mi fa piacera che tu ti diverta. Ti assicuro che mi diverto molto anche io. Un piccolo particolare, il pro AGW in questione è lo scienziato con più visibilità e più potere. Evidentemente entrambi mal riposti e male utilizzati.
gg
Ok Guido allora mi avete convinto. Ora che so che uno degli scienziati pro AGW con più visibilità e più potere ha detto una cosa del genere, ho finalmente compreso che l’AGW è sicuramente una bufala 😀
Comunque moriremo tutti:
http://www.lastampa.it/2017/08/31/italia/cronache/finisce-lestate-del-clima-impazzito-w7z8HwBBaRnYdRhUuyBREP/pagina.html
Lore, non sai quanto mi e’ costato leggere (e commentare) quei due articoli, dammi un po’ di tregua 😀 Anche perche’ vorrei evitare di regalargli click, se posso scegliere…
scusa massimo. ma devo condividere con voi queste cose. mi aiuta.
…Per la serie mal comune mezzo gaudio eh?… Penso che ti aiuteresti di piu’ se certe cose non le andassi a leggere, con l’ottimo risultato di non doverle poi condividere per ridurre lo stress 🙂
Mi hai beccato: La lista l’avrei usata, ma per il motivo opposto a quello dichiarato 😉 Sulla responsabilita’ dell’off-topic avrei da ridire, ma sul fatto che siamo off-topic sono decisamente d’accordo e quindi te l’appoggio, passo e chiudo (volentieri) 🙂
La Stampa è rapidissma
Il disastro provocato dal ciclone Harvey è figlio del riscaldamento globale, del cambiamento climatico che ne è conseguito, e dell’incapacità di un paese come gli Stati Uniti ad adattare il suo territorio alla nuova realtà
Quindi riassumendo,:Trump e’ un idiota, l’unica causa di tutto e’ il global warming, e bisogna affidarsi con fiducia ai salvamondo. Se aggiungi anche un “putin fa schifo” hai letto tutta la Stampa, di oggi, di domani, di dopodomani e dell’anno prossimo… Ero un lettore affezionato della prima ora, del giornale torinese. Ne e’ passata di acqua sotto i ponti, letteralmente. Un giornale sfregiato rispetto a quello che ricordo.
Me ne sono fatto una ragione, ho elaborato il lutto, e oggi leggo altro.
ha mai pensato di sposarsi Trump? Lo ama così tanto che mi pare l’unica soluzione possibile
Ciao Matteo12 come stai?
A me sembra che trump sia una fissazione tutta tua, visto che con un paio di eccezioni non e’ stato oggetto centrale dei miei articoli. Per non dire del fatto che la sua presidenza e’ assolutamente deludente per quanto mi riguarda, ma col clima la cosa non c’entra obbiettivamente granche’. Quindi… Che dire..Tranne che fai bene a continuare a leggere i giornaloni italiani che tanto ti piacciono.
Unicuique suum.
Io sto bene, Matteo non lo so. Cmq, come vede, leggo anche i suoi imbarazzanti post e non mi pare siano così diversi dai giornaloni che l’hanno cresciuta. I contenuti?? quelli sono diversi? A me pare che solo i toni sono diversi! Scemenze e inutili polemiche da ambo le parti. Saluti
Mi fa piacere che tu stia bene Matteo. E che continui a seguire le scemenze e i post imbarazzanti di questo Blog. Vuol dire che alla fine della fiera ormai ti sei affezionato e ci vuoi tanto bene. So’ soddisfazioni.
ma veramente oh
tira in ballo Trump e migranti come se non ci fosse un domani
ci mancava solo Putin ora 😀
Dev’essere un riflesso di pavlov: quando si pronunciano certe parole-chiave subito si attivano i guardiani della rivoluzione…Roberto passami una lista di parole da non inserire nei miei post. Lo sai che ci tengo ad essere politicamente corretto ma a volte mi distraggo accidenti a me.
no, non è questione di politically correct. è questione di voler a tutti i costi dire cose che ci tengo a dire anche se non c’entrano nulla.
non ti serve la lista. ce la puoi fare 😉
chiudo qui nel rispetto del post e del blog, visto che hai fatto andare nuovamente il tutto così palesemente OT.
Gentile Guido,
Nel suo precedente post (http://www.climatemonitor.it/?p=45672) aveva giustamente celebrato il successo dei sistemi previsionali. Nonostante l’alta predicibilità, non è stato tuttavia possibile proteggere adeguatamente le popolazioni dal disastro che si annunciava. L’uso scriteriato del territorio spiega il risultato, ma forse manca qualcosa al funzionamento del sistema delle previsioni?
Il sistema di prevenzione è a valle di quello previsionale. Non so come funzioni negli USA, ma le proporzioni dell’evento sono tali da far ragionevolmente pensare che non tutto fosse controllabile.