Alcuni amici mi hanno chiesto di commentare le anomalie termiche registrate nell’estate 2017. Per far fonte a tale richiesta ho pertanto analizzato due serie storiche del milanese (Milano Brera e Milano Linate) e una del lodigiano (Montanaso Lombardo).
L’estate 2017 nella serie storica di Milano Brera
La serie storica di Milano Brera è una delle più lunghe del mondo ed i suoi dati sono stati ricavati da ECAD per il periodo 1763-2008, mentre per il periodo successivo i dati provengono da Arpa Lombardia che vi ha installato una stazione meteorologica automatica.
Per completezza di informazione occorre peraltro dire che la stazione ha sede sullo storico palazzo di Brera ove l’effetto isola di calore urbano (UHI) si è acuito considerevolmente nel corso del tempo, per cui la serie non è a mio giudizio da considerare omogenea presentando un effetto di trend legato all’UHI stessa.
Nella serie 1763-2017 di Milano Brera aggiornata al 25 agosto di quest’anno sono presenti ben 240 giorni con temperatura maggiore o uguale a 36°C. Di questi un solo caso è nel 18° secolo (31 luglio 1775 con 36.3°C), 35 casi sono nel 19° secolo (con massimo assoluto di 37.7°C il 12 agosto 1861), 69 casi nel 20° secolo (con massimo assoluto di 38.3°C il 7 luglio 1902), e ben 134 casi nel 21° secolo (con massimo assoluto di 41.1°C il 9 agosto 2003). Nel 21° secolo la parte del leone l’ha fin qui fata il 2003 con 38 giorni, seguito dal 2006 con 27 giorni e dal 2007 con 15. Il 2017 ha dato luogo a soli 4 giorni di temperature massime di 36°C o oltre, rispettivamente l’1, il 2, il 3 e il 4 agosto.
Aldilà di ogni considerazione sull’intensificarsi dell’UHI che rende disomogenea la serie, spicca comunque il fatto che nei 17 anni del 21° secolo sono caduti il 56% dei casi di temperature maggiori o uguali a 36°C, con una media dunque di 7.8 casi l’anno contro i 0.69 casi l’anno del 20° secolo e gli 0.35 casi l’anno del 19° secolo.
Si noti infine che le quattro temperature del 2017 che trovano posto nela graduatoria di tabella 1 si collocano rispettivamente al 114°, 129°, 38° e 239° posto.
L’estate 2017 nella serie storica di Milano Linare e Lodi Montanaso
La necessità di sottrarsi all’effetto isola di calore urbano di Milano mi ha portato a considerare la serie storica di Milano Linate sito che, prescindendo da ogni considerazione di tipo gestionale, ha visto i suoi caratteri di ruralità messi in discussione nei decenni più recenti dalla crescente ubanizzazione dell’areale circostante l’aeroporto. Pertanto in questa analisi ho considerato una serie composta da temperature giornaliere della stazione ora Enav di Milano Linate per il periodo dal 1951 al 1992 e della stazione di Montanaso Lombardo, nei pressi di Lodi e di proprietà di CREA CMA, per il periodo successivo. Si noti che il 2017 con 4 giorni con temperature maggiori o uguali a 35°C è superato dal 2015 (14 giorni), dal 2003 (11 giorni), dal 2011 (5 giorni) e dal 2013 (5 giorni).
Quali conclusioni
In sostanza a Milano e dintorni l’estate 2017 che si sta per chiudere ha manifestato caratteri termicamente non particolarmente estremi ed in sintonia con quelli di molte estati del 21° secolo. Non escludo che alla percezione di un’annata termicamente estrema possa aver contribuito il fatto che si era reduci da un’estate 2016 particolarmente mite e che a Montanaso Lombardo non aveva mai fatto segnare massime termiche superiori a 35°C.
NB: credits immagine di copertina
Dal 1960 al 1980 milano era una città industriale, con grandi impianti termici la maggior parte a olio i. Dopo gli anni 90 la maggior parte delle attività chiuse, e si vede una piccola oscillazione fra i picchi degli anni 70-80 e quelli del 90 che ritornano a livelli di anni 50. Anche la periodicità degli eventi di picco coincide più’ o meno con i cicli solari , dal 2000 in poi scatta l’anomalia che non riesco a spiegarmi.
C’eè una coincidenza con fenomeni macroclimatici? Esiste una relazione con l’anticiclone africano che si installa sul mediterraneo da alcuni anni?
Gentile Luca,
nella carta allegata vede (dall’alto verso il bassso) le topografie medie del livello barico di 850 hPa per 4 periodi: ventennio 1949-1968, ventennio 1969-1988, ventennio 1989-2008 e periodo 2009-2016, ricavate da un apposito sito della NOAA (https://www.esrl.noaa.gov/psd/cgi-bin/data/composites/printpage.pl ).
In giallo ho evidenziato l’area delimitata dalla isoipsa di 1520 m che può grossomodo indicare l’area a dominio anticiclonico estivo. Come vede dal 1988 si coglie una tendenza dell’anticiclone atlantico ad espandersi verso Nordest coprendo tutto l’areale italiano (e ciò significa un aumentato effetto di compressione, un maggiore soleggiamento e un’accresciuta avvezione di masse aria subtropicale torrida).
Questo credo risponda alla sua domanda individuando la causa immediata dell’abrupto incremento di frequenza delle ondate di caldo estive su Milano osservato nel XXI secolo.
Immagine allegata
Luca, dimenticavo: le carte allegate alla mia risposta precedente si riferiscono all’estate meteorologica (1 giugno – 31 agosto).
Grazie, molto gentile.
C’è un motivo particolare per cui oltre alla temperatura non si registra anche la % di umidità?
A quanto ne so negli osservatori storici le misure di umidità relativa sono assai meno continue di quelle di temperatura dell’aria e di precipitazione. Forse perchè la standardizzazione degli strumenti è stata più lenta e laboriosa, ma non ne sono sicuro.
Riprendendo un vecchio articolo del Sig.Colarieti Tosti:
http://www.climatemonitor.it/?p=31974
“L’analisi dello spettro ci suggerisce delle fasce di frequenza su cui sembra modularsi il segnale della temperatura.”
“Il picco maggiore per tutti i gruppi sopra descritti si riscontra a 58,66 anni.”
Se guardiamo la figura dei cicli dell’attività solare vediamo un picco relativo rispetto al ciclo undecennale a fine anni ’50(1958?).
Inoltre è presente un periodo di 59,58 anni corrispondenti al moto di allineamento Giove Saturno e all’indice ECT:
http://www.climatemonitor.it/wp-content/uploads/2015/01/il_clima_del_futuro_la_chiave_nel_passato1.pdf
Immagine allegata