Per fare il punto sulla carenza di precipitazioni che quest’anno interessa vaste aree del territorio nazionale e che si è acuita progressivamente con il procedere della stagione estiva riporto due carte ottenute lavorando sul dataset di 202 stazioni di NOAA GSOD aggiornato al 22 agosto 2017. La prima riporta le precipitazioni totali registrate dal 1 ottobre 2016 e la seconda l’anomalia pluviometrica per lo stesso periodo espressa come percentuale rispetto alla norma (media trentennale 1987-2016). Questa seconda carta evidenzia in arancione scuro e rosso le aree del nostro territorio in condizioni più critiche. Fra di esse spiccano porzioni rilevanti dell’Emilia, della Toscana, del Lazio, dell’Abruzzo, del Molise e della Campania e porzioni più limitate di Lombardia, Friuli, Umbria e Sardegna.
Per una corretta interpretazione di questi dati si tenga presente che, come già sottolineato in altre occasioni, la qualità dei dataset NOAA-GSOD non è particolarmente brillante per cui un raffronto con dati pluviometrici locali è comunque auspicabile.
Si segnala infine che l’analisi è riferita all’anno idrologico che ha inizio il primo di ottobre, convenzionalmente assunto come data in cui ha inizio della ricarica delle falde dopo la siccità estiva.
In un successivo post analizzerò la rilevanza dell’anomalia pluviometrica al 22 agosto 2017.
Con grande piacere oggi leggo sulla rubrica “Cara Nazione” Sergio Pinna che di fatto racconta le Verità sul Clima:
“… i lettori de “La Nazione” si saranno probabilmente preoccupati leggendo le parole di Giampiero Maracchi: <>. Quale sia però il “nuovo assetto climatico” col quale dovremmo confrontarci non è dato saperlo.
Se osserviamo le serie pluviometriche di Pisa e Roma possiamo constatare facilmente che dal 1951 ad oggi non si è manifestata alcuna tendenza alla riduzione della piovosità; il riscaldamento climatico in atto dagli anni ’80 non è stato quindi accompagnato da un calo delle piogge totali. Altra questione discussa è quella degli eventi estremi, a proposito dei quali si sente spesso affermare che siano marcatamente incrementati per entità negli ultimi 25-30 anni; anche in questo caso la verifica dei dati suggerisce conclusioni affatto differenti con fenomeni stazionari.
Venendo al caso della siccità del 2017, non vi è dubbio che i mesi appena trascorsi siano stati caratterizzati da scarse precipitazioni, tuttavia quanto avvenuto non costituisce nulla di anomalo. Nel periodo gennaio-agosto 2017Pisa ha registrato apporti inferiori alla relativa media generale di circa il 40% e Roma di circa il 45%. A chiunque non abbia un minimo di competenze climatologiche , questi potrebbero apparire come dati eccezionali, ma è bene sapere che si tratta di valoriche si ripetono con una certa frequenza. Se, sempre per Pisa e Roma , osserviamo le serie storiche delle piogge nell’intervallo settembre-agosto, possiamo constatare che il 2016-2017 si colloca, in una classifica per siccità, al 7°posto per la prima stazione ed al 9° per la seconda. Le piogge nelle nostre regioni sono contraddistinte da una marcata variabilità temporale: è erroneo chiamare in causa il “cambiamento climatico”, in quanto gli ultimi decenni non si differenziano in alcun modo dai precedenti.”
Sapete tutti perchè non viene intervistato Pinna anzichè Maracchi, giusto?
Grazie per gli interessanti approfondamenti e dati.
Qui una analisi locale – Udine
Statistiche Precipitazioni (anni 2000 … 2017) – Numero giornate piovose e totale precipitazioni
http://www.meteomin.it/Statistiche/Desc_Stat_Num_GG_Pioggia.asp
Spero ancora che lei sappia dare una sua interpretazione sulle cause di questa annata (anticiclone persistente)
Ho trovato oggi un articolo davvero grave – catastrofismo di un climatologo noto fiorentino https://www.facebook.com/MeteoSiena24/photos/a.320038818102585.63240.319644148142052/1222688241170967/?type=3&theater
Grazie per i dati locali segnalati per Udine. Da tali dati per il periodo 1 ottobre 31 luglio emerge una anomalia positiva rispetto ai dati degli ultimi 15 anni del 15% che si riduce al 6% se il raffronto è fatto con la serie Idrografico 1961-2000 riportata sul sito di OSMER. Su quest’ultimo sito ho verificato i dati di Udine San’Osvaldo che invece mostrano rispetto a Idrografico 1961-2000 una anomalia negativa del 13%. In ogni caso mi pare che l’anomalia negativa per il Friuli che emerge dai dati GSOD da me analizzati e che ho spazializzato nella carta presentata in questo post sia sovrastimata (per inciso la carta tiene conto delle stazioni di Aviano, Rivolto, Ronchi, Trieste, Udine CAM, Tarvisio e Gorizia) e penso che farò altre verifiche per capire la ragione di ciò (temo che il problema risieda nell’incompletezza dei dati aeroportuali che fluiscono sul GTS e che sono da lì raccolti da GSOD).
Circa la causa dell’anomalia pluviometrica negativa a livello nazionale può vedere la figura che le allego. L’area in giallo è il limite medio di influenza dell’anticiclone atlantico (espresso come isoipsa di 1500 m per il livello di pressione di 850 hPa) per il periodo
1 ottobre-22 agosto. Ci si accorge che nel 2016-2017 (figura a sinistra) la posizione è sensibilmente più avanzata rispetto alla posizione media pluriennale (figura a destra) e dunque le perturbazioni sono transitate con minore frequenza. In sostanza trattasi di un’anomalia a livello di circolazione generale che speriamo si risolva nei prossimi mesi.
Le carte sono ricavate da https://www.esrl.noaa.gov/psd/data/histdata/
Ecco la figura di cui parlo nel commento precedente.
LM
Immagine allegata