Leggendo un articolo sul Corriere della Sera (3a pagina di domenica 23/7 a firma di Maria Egizia Fiaschetti) dai toni apocalittici e dal titolo “Siccità e sprechi – deserto Capitale” e sottotitolo “Riscaldamento globale e cattive abitudini – I romani consumano 300 litri di acqua al giorno (la media italiana è di 245)” ho trovato la frase che segue: “Le scarse precipitazioni – a Bracciano negli ultimi 3 anni la media è scesa del 70% – ….“, frase oscura, minacciosa e arbitrariamente abbinata al riscaldamento globale citato nel sottotitolo. Tutto ciò mi ha indotto a indagare il tema del calo delle precipitazioni su Bracciano e dintorni.
Per far questo ho preso i totali mensili dal 1 ottobre (data convenzionale d’inizio dell’anno idrologico) al 30 giugno per le 2 stazioni di Caprarola e Monterotondo di CREA – Cma e per la stazione di Bracciano del Servizio Idrografico del Lazio. La scelta di concludere il periodo al 30 giugno risponde allo scopo di avere serie temporalmente omogenee e dunque immediatamente confrontabili.
In tabella 1 si riportano tutti i dati disponibili (Monterotondo è attiva dal 2005 per cui solo parte della serie è utilizzabile). Anzitutto la tabella ci aiuta a “tagliare la testa al topo” rispetto al calo del 70% della media degli ultimi 3 anni nei confronti della media generale (così almeno ho ritenuto di dover interpretare la sibillina frase della giornalista). Come vedete l’ultimo triennio non ha perso il 70% bensì il 18, 28 e 21% a seconda della stazione. D’altronde se davvero si fosse perso il 70% della pioggia per un triennio intero, Roma avrebbe goduto per tre anni di meno di 300 mm l’anno, meno di quanto mediamente piove ad Amman in Giordania, e dunque sarebbe oggi percorsa da mandrie di dromedari.
Si noti inoltre che l’anno idrologico 2017 è quello più povero di precipitazioni di tutta la serie per Monterotondo e Bracciano ma non per Caprarola, ove il 2017 viene superato dal 2012. Già queste osservazioni, pur nella loro limitatezza, ci riducono a ritenere che si tratti di un’anomalia con tempi di ritorno non certo secolari.
Tale giudizio si rafforza se consideriamo la serie pluviometrica di Roma dal 1872 ad oggi, dalla quale si ricava che il periodo 1 ottobre 2016-30 giugno 2017 è al 34° posto in termini di piovosità totale (tabella 2). Questo ci dice anche che una piovosità minore o uguale a quella odierna si verifica poco meno di un anno ogni cinque.
Circa la serie pluviometrica utilizzata metto tuttavia le mani avanti confessandovi la sua origine:
- la serie gennaio 1871-ottobre 1990 è una serie scaricata anni orsono dal sito di Wetterzentrale e dovrebbe corrispondere alla serie del Collegio Romano in Roma
- la serie da novembre 1990 a dicembre 2002 è la serie di Roma Fiumicino tratta da NOAA GSOD
- la serie gennaio 2003 – giugno 2017 è stata ottenuta considerando per ogni mese il valore pluviometrico massimo fra la stazione di Roma Fiumicino (NOAA-GSOD) e le stazioni di Ostia e Isola Sacra del Servizio Idrografico del Lazio, disponibili dal 2003.
Tale procedura, per molti versi insoddisfacente, è stata da me adottata come extrema ratio in quanto tutte e tre le serie utilizzate presentavano parecchi dati mancanti. Approfitto allora per lanciare un appello: se qualcuno disponesse di dati di migliore qualità rispetto a quelli da me utilizzati e volesse rifare i conteggi mi sentirei senza dubbio più tranquillo.
Concludo osservando che sul sito di MeteoSvizzera sono presenti le serie storiche secolari di 14 stazioni meteorologiche aggiornate al giugno 2017 e dati analoghi si trovano ad esempio sui siti del Deutscher Wetterdienst e dell’UK Metoffice. Ho smesso da tempo di domandarmi come mai nel nostro bel Paese non sia possibile disporre di nulla di simile.
Tabella 1 – Precipitazioni totali dal 1 ottobre dell’anno precedente al 30 giugno dell’anno indicato in tabella (fonte: mie elaborazioni su dati CREA – Cma).
anno | Monterotondo | Caprarola (*) | Bracciano |
1995 | 822 | ||
1996 | 891 | ||
1997 | 1069 | ||
1998 | 1140 | ||
1999 | 820 | ||
2000 | 800 | ||
2001 | 810 | ||
2002 | 510 | ||
2003 | 744 | ||
2004 | 900 | 1040.8 | |
2005 | 822 | 1017.2 | |
2006 | 980 | 1016 | 1024.2 |
2007 | 546 | 552 | 538.4 |
2008 | 771 | 919 | 735.4 |
2009 | 1059 | 1097 | 1128.8 |
2010 | 1141 | 1321 | 1175.2 |
2011 | 825 | 1221 | 1156.4 |
2012 | 491 | 445 | 603.2 |
2013 | 1017 | 1333 | 1307.7 |
2014 | 1210 | 1287 | 1237.7 |
2015 | 920 | 943 | 1101 |
2016 | 695 | 543 | 645.3 |
2017 | 460 | 528 | 491.9 |
Media generale | 845 | 934 | 943 |
media ultimi 3 anni | 692 | 671 | 746 |
% di calo della media degli 3 anni
rispetto alla media generale |
-18% | -28% | -21% |
(*) la serie ha inizio nel 2005
Tabella 2 – I 40 anni idrologici meno piovosi della serie storica 1871-2017 di Roma. I valori indicati per ogni anno sono riferiti al periodo compreso fra l’1 ottobre dell’anno precedente e il 30 giugno dell’anno stesso.
Numero d’ordine | anno | Precipitazione (mm)
da 1 Ottobre a 30 Giugno |
1 | 1995 | 319 |
2 | 1946 | 321 |
3 | 1949 | 321 |
4 | 1966 | 352 |
5 | 1989 | 352 |
6 | 1945 | 358 |
7 | 2002 | 367 |
8 | 1955 | 369 |
9 | 1943 | 402 |
10 | 1981 | 411 |
11 | 1973 | 419 |
12 | 1974 | 422 |
13 | 1880 | 433 |
14 | 2007 | 436 |
15 | 1948 | 440 |
16 | 1994 | 441 |
17 | 1962 | 446 |
18 | 1978 | 455 |
19 | 1967 | 458 |
20 | 1953 | 470 |
21 | 1893 | 475 |
22 | 1920 | 484 |
23 | 1971 | 484 |
24 | 2008 | 485 |
25 | 1878 | 487 |
26 | 1935 | 498 |
27 | 1996 | 499 |
28 | 1990 | 506 |
29 | 1952 | 511 |
30 | 2016 | 512 |
31 | 1969 | 514 |
32 | 2003 | 514 |
33 | 1884 | 533 |
34 | 2017 | 538 |
35 | 1970 | 539 |
36 | 2012 | 539 |
37 | 1982 | 540 |
38 | 1944 | 542 |
39 | 1964 | 542 |
40 | 1882 | 545 |
Per quanto sia data convenzionale come sopra descritto, però non so se possa dare una reale misura del problema, far partire da ottobre il periodo siccitoso che ci sta interessando.
Stando ai miei dati che preciso sono riferiti a Salerno e non al Lazio, Ottobre è stato, infatti, un mese molto piovoso (ho registrato 222,2 mm), mentre è da novembre che è iniziata la siccità vera e propria (io ho registrato 102 mm quasi la metà della media storica, peraltro quasi tutti nella prima quindicina del mese.
Da novembre invece io ho registrato un deficit di ben il 55% sulle piogge consuete anche se fortunatamente l’altro giorno c’è stato un temporalone da 33,2 mm.
Solo gennaio ha dato un pò di respiro con piogge quasi in media.
Inoltre, a parte febbraio, l’anno è stato caldo e ciò ha potuto aggravare il problema.
Luigi,
dati di qualità o meno, come noto il problema è un altro e, incredibilmente, qualcuno riconosce che non si tratta del clima che cambia, quanto piuttosto di un Paese che non cambia proprio mai. Leggete qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/26/siccita-non-piove-raggi-ladra-ma-il-cambiamento-climatico-cosa-centra/3756709/
Ho smesso da tempo di domandarmi come mai nel nostro bel Paese non sia possibile disporre di nulla di simile.
Dopo aver letto il paragrafo precedente alla frase citata stavo per chiederti, da profano, come mai oggi non ci siano banche dati complete ed accessibili, ma vedo che la mia ricade nell’insieme delle domande impossibili.
Fabrizio, io penso che dovremmo metterci nell’ordine di idee di organizzare anche in Italia una rete volontaria sul tipo di questa: http://www.cocorahs.org/
Questo perché quello della qualità dei dati pluviometrici è oggi un problema enorme e come ben sappiamo in tale situazione “i topi ballano” (e per topi qui intendo i molti fautori dell’approccio demagogico ai problemi).