Ed ecco a voi la non notizia del giorno! Finalmente, dopo lunga e attenta riflessione, dopo rigorosa consultazione dell’ineluttabile, ecco che dai merli della Torre d’Avorio del Mainstream ci fanno sapere che, sì, in effetti nei primi anni di questo secolo l’AGW ha avuto una battuta d’arresto, e nessuno se lo aspettava. Il paper su Nature Geoscience:
Causes of differences in model and satellite tropospheric warming rates
L’abstract
In the early twenty-first century, satellite-derived tropospheric warming trends were generally smaller than trends estimated from a large multi-model ensemble. Because observations and coupled model simulations do not have the same phasing of natural internal variability, such decadal differences in simulated and observed warming rates invariably occur. Here we analyse global-mean tropospheric temperatures from satellites and climate model simulations to examine whether warming rate differences over the satellite era can be explained by internal climate variability alone. We find that in the last two decades of the twentieth century, differences between modelled and observed tropospheric temperature trends are broadly consistent with internal variability. Over most of the early twenty-first century, however, model tropospheric warming is substantially larger than observed; warming rate differences are generally outside the range of trends arising from internal variability. The probability that multi-decadal internal variability fully explains the asymmetry between the late twentieth and early twenty-first century results is low (between zero and about 9%). It is also unlikely that this asymmetry is due to the combined effects of internal variability and a model error in climate sensitivity. We conclude that model overestimation of tropospheric warming in the early twenty-first century is partly due to systematic deficiencies in some of the post-2000 external forcings used in the model simulations.
Quindi:
- Il trend dei dati satellitari relativo ai primi anni di questo secolo è generalmente inferiore a quello previsto dai modelli
- Nelle ultime due decadi del secolo scorso, la differenza si può spiegare con le oscillazioni della variabilità naturale [che i modelli quindi non colgono con esattezza]
- Per gran parte dei primi anni di questo secolo la differenza è più ampia di quanto si possa spiegare con la variabilità naturale [idem]
- Il problema pare non sia attribuibile ad errori nella stima della sensibilità climatica, quanto piuttosto ad errori sistematici nella definizione delle forzanti esogene a partire dall’inizio del secolo
Ergo, la pausa c’è stata, con buona pace di chi ha cercato di cancellarla ricorrendo ad artifici statistici (Karl et al.) immediatamente prima del vertice di Parigi e per la soddisfazione di non si sa quale tra le decine di spiegazioni che sono state negli anni avanzate.
Nel frattempo, dal dipartimento “Questo non sarà l’anno più caldo dell’universo mondo“, le ultime uscite dei modelli stagionali hanno ulteriormente abbassato le probabilità che arrivi un altro El Niño, alzando invece quelle che ci sia persistenza di condizioni di neutralità. Il BOM australiano ha cancellato il suo El Niño watch. La NOAA americana non lo aveva mai emesso, preferendo attendere il superamento della spring predictability barrier, ossia il periodo primaverile, durante il quale le previsioni stagionali per l’area ENSO fatte con modelli dinamici hanno performance ancora inferiori a quelle dei modelli statistici.
Si conferma quindi anche il fatto non banale che la “pausa” sia arrivata tra due poderosi eventi di El Niño (1997-98 e 2015-16). Senza il secondo, non ci sarebbe stata una ripresa del trend positivo. Dal momento che le oscillazioni dell’ENSO hanno origine naturale, quanto c’è di naturale in questa ripresa?
NB: per inciso, attendiamo fiduciosi di veder passare con il cappello in mano i sapientoni che hanno dato dei matti a tutti quelli che parlavano di pausa. Sarà chiedere troppo?
Commento moderato
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Admin
La vergogna della meteorologia aretina, immagino il solito commento offensivo e irrispettoso, che tristezza. Alò Simone Paolucci…
“Sarà chiedere troppo?”
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Guido, mi meraviglio di te! Come puoi pensare che dopo anni (pardon decenni) durante i quali hanno sostenuto
– che le nostre obiezioni sul fatto che i modelli non tenevano in giusta considerazione la variabilità naturale interna al sistema, erano frutto di scarsa conoscenza della fisica di base del sistema;
– che le nostre considerazioni sul fatto che le equazioni dei modelli non erano in grado di rappresentare in modo soddisfacente le dinamiche del sistema, erano frutto di mancanza di competenza specifica (non eravamo climatologi);
– che la nostra ostinazione nel contestare alcune delle tesi su cui si basava il castello del cambiamento climatico di origine antropica, era frutto di accanimento contro la scienza ed i ricercatori;
– che gli scettici erano antropologicamente tarati;
– che …………………….. 🙂
ti aspetti che si rimangino tutto! Neanche per sogno!
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Già li sento: non avete capito il senso dell’articolo, un solo articolo non può ribaltare le conclusioni del 97% degli altri articoli pubblicati, ecc., ecc., ecc..
Ciao, Donato.
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p.s.: ho commentato di getto perché l’occasione l’aspettavo da tanto, ma veramente tanto. Mi riservo, però, di approfondire la questione e, se necessario, di rimangiarmi quello che ho scritto. 🙂
Pausa vuol dire che il trend è ripreso?
chiedo: la pausa è terminata e riprende quindi la tendenza delle ultime due decadi del 900 o la pausa continua e quindi le onde di calore del nuovo millennio non hanno nulla a che vedere con questo?
[quote]Sarà chiedere troppo?[/quote]
Assolutamente si 😉