Decarbonizzare significa passare più o meno gradualmente a tecnologie di produzione dell’energia che siano carbon free, siano esse rinnovabili, idroelettriche o nucleari.
Volete sapere la novità? Il mondo si sta in effetti decarbonizzando, questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che lo sta facendo con un passo che è circa la metà di quello che occorrerebbe per raggiungere gli obbiettivi di stabilizzazione della concentrazione di CO2. E volete sapere chi guida la decarbonizzazione del mondo? Nell’ordine Cina, USA e India, più Brasile, Giappone e Russia. Insieme, questi Paesi hanno segnato per intero quello che è successo tra il 2015 e il 2016 in termini di passaggio a tecnologie carbon free. L’Europa, che gonfia orgogliosamente il petto nelle fasi negoziali, ha invece visto il suo passo sul cammino dell’eden carbonifero rallentare, senza quindi contribuire alla salvezza del pianeta.
Per raggiungere l’obbiettivo di cui sopra, tuttavia, da qui alla fine del secolo, si dovrebbe fare ogni anno per tutti gli anni il doppio di quanto si sta facendo.
Se volete conoscere i numeri di questa realtà che nessuno racconta andate sul nuovo numero della newslketter di Roger Pielke Jr. Se poi volete dare un’occhiata a un po’ di scienza degli eventi estremi, ovvero del loro NON collegamento con il clima che cambia, scorrete la pagina della stessa newsletter, scoprirete che, paper alla mano, non c’è un segno che sia uno che il “tempo” stia cambiando.
Buona lettura.
A proposito della tesi, spesso ripetuta su questo blog, dei benefici dell’immissione di CO2 nell’atmosfera, che pensate di questi studi secondo cui la CO2 aumenta la concentrazione di carboidrati nelle piante a scapito di altri micronutrienti? Trovo che il modo in cui si arrivi a trovare un nesso causale sia perlomeno nebuloso, ma hai visto mai.
http://www.politico.com/agenda/story/2017/09/13/food-nutrients-carbon-dioxide-000511
“L’Europa, che gonfia orgogliosamente il petto nelle fasi negoziali, ha invece visto il suo passo sul cammino dell’eden carbonifero rallentare, senza quindi contribuire alla salvezza del pianeta.”
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Quando uno emette a go-go senza alcun ritegno è facile ridurre le emissioni e con poco sforzo si fanno grossi numeri. A me capita anche quando decido di mettermi a dieta: all’inizio scendo che è una bellezza! 🙂
I problemi vengono dopo, quando si sono tolte di mezzo le fonti più grosse e restano le fonti che emettono, ma che emettono poco. Ridurre ulteriormente le emissioni comporta misure tali da strangolare l’economia.
In Europa abbiamo eliminato il grosso, per cui resta solo da raschiare il barile e questo costa, ma proprio tanto come ho avuto modo di scrivere in un commento di risposta a L. Maggiolini qualche ora fa.
Per la Cina e l’India ridurre le emissioni (e non solo quelle di CO2) è vitale in quanto sono talmente inquinate che continuare di questo passo potrebbe generare situazioni al di la’ dell’umana sopportazione.
Per quel che riguarda gli USA si tratta di un Paese in cui gli sprechi energetici erano e sono immensi: basta ridurre un po’ e i giochi sono fatti. Noi siamo, invece, già alla canna del gas per cui…..
Ciao, Donato.