Il perché delle chiccioline lo scoprirete tra qualche giorno in un commento. Le ritroverete ancora nelle righe che seguono, usate con lo stesso scopo, nascondere la parola oggetto della critica mossa con voce autorevole ad una teoria scientifica su cui c’è accesa discussione tra gli esperti del settore. Insieme alla parola, pubblicherò il nome di chi ha mosso la critica e la fonte dalla quale proviene.
Dal momento che la critica è nel metodo, non negli argomenti, ci sono molte analogie con le discussioni che solitamente occupano le nostre pagine. Per cui, ecco qua.
Nel criticare le @@@@@@@@ lo studioso individua tre bias che affliggono la scienza moderna allontanandola dalla verità. Il primo è la moda, la tendenza a seguire una determinata teoria perché la maggior parte degli scienziati si dedica al suo studio. Spesso, nota Penrose, i finanziamenti si muovono verso le teorie più in voga, a prescindere dalla loro solidità. Il secondo è la fede, il riconoscimento dogmatico di alcune teorie, che comporta la ricerca di una spiegazione a tutti i costi per gli aspetti che risultano poco chiari o addirittura incoerenti. Terzo, la fantasia, ovvero la capacità di introdurre elementi a prima vista poco realistici o scarsamente aderenti alla realtà all’interno delle teorie scientifiche.
Queste tre caratteristiche non sono necessariamente negative, in quanto ciascuna di esse può ritenersi vera o utile se utilizzata con moderazione. […] Il fisico britannico si chiede […] perché le “argomentazioni sulla sua mancanza di plausibilità sembrano non intaccare lo status della teoria”, accusando i suoi sostenitori di essere “sufficientemente sicuri di sé per diffondere l’opinione secondo cui il modello del quale sono convinti assertori sia l’unica strada percorribile” e di considerare l’impianto matematico un “puro cavillo tecnico di poco conto”.
È singolare che una teoria gettonata e universalmente riconosciuta come la più accreditata per spiegare i fenomeni fisici che regolano l’universo sia esente dalle prove regine della scienza, cioè sperimentabilità e coerenza matematica. Così @@@@@@ si chiede quanto la scienza moderna sia scientifica se non si considera l’importanza dell’esperienza e della realtà all’interno del metodo scientifico. […] In termini più laici, la teoria delle @@@@@@@@ rientra nel campo di quell che Bacone definiva “idola theatri”, vere e proprie favole costituite da adattamenti della realtà a categorie stabilite arbitrariamente dall’uomo. La modernità è meno attratta da questa aderenza alla realtà, ma questo la conduce su un terreno pieno di insidie.
Assenza di verifica sperimentale, atteggiamento fideistico, un esercito di seguaci… ma è il climate change! E invece no, è qualcosa di molto più serio 😉
Nota: chi ha mnosso questa critica non si è mai espresso sul climate change, chiunque volesse partire lancia in resta ne tenga conto.
Nota 2: nel territorio su cui si muove questa critica se possibile volano più stracci di quanti ne volano quando si parla di clima e suoi derivati, solo che siccome non muove un Euro (pur prefiggendosi l’alto compito di chiarire chi siamo, da dove veniamo e, soprattutto, dove andiamo), le battaglie avvengono per lo più a porte chiuse.
Nota 3: dal momento che si tratta di qualcosa di cui veramente non so un accidente, non ingaggerò alcuna discussione sull’argomento specifico. Ripeto, il problema è nel metodo.
E, infine, grazie a Fabrizio per la segnalazione.
Visto che il velo è stato alzato, si possono aprire le danze.
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La teoria delle stringhe come quella dell’universo olografico, la teoria “M” e via cantando hanno tutte un “peccato originale”: non sono verificabili sperimentalmente. Per alcune di esse esiste una matematica ad hoc che le supporta. Nel mondo esistono poche persone in grado di comprendere le complesse elaborazioni analitiche su cui si appoggiano e le voci critiche non mancano: il prof. L. M. Krauss ha magistralmente illustrato tutte le teorie che postulano l’esistenza di dimensioni aggiuntive a quelle che noi sperimentiamo tutti i giorni nel testo divulgativo “Dietro lo specchio” – Codice edizioni. E ne ha messo in evidenza le criticità che tendono a collocare, secondo lui ed anche secondo me, tali teorie nel mondo di mezzo tra fisica e metafisica.
La teoria delle stringhe postula l’esistenza di uno spazio multidimensionale in cui esse vibrano e le particelle elementari che noi conosciamo non sono altro che le manifestazioni delle stringhe nel nostro spazio quadridimensionale.
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A questo punto appare ovvio che per poter dimostrare la teoria, bisogna essere in grado di esplorare lo spazio multidimensionale in cui “vivono” le stringhe e qui cominciano i problemi. Può un essere tridimensionale come noi fare misure in uno spazio con più dimensioni aggiuntive? E’ come se un abitante di Flatlandia, mondo bidimensionale immaginario creato da E. A. Abbott, volesse vivere nel nostro mondo tridimensionale: sarebbe impossibile. E’ qualcosa che va oltre i già fantascientifici viaggi nel tempo attraverso i “warm hole” spazio-temporali: bisogna scomodare un altro classico della letteratura fantastica per avere un’idea di ciò che dovrebbe accadere, ovvero “Le cronache di Narnia” di C.S. Lewis.
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Questo non significa che la teoria delle stringhe o quelle similari siano false, significa che, oggi come oggi, sono delle bellissime trattazioni matematiche che non hanno alcuna speranza di essere verificate sperimentalmente. Nessuno ci dice, però, che fra qualche anno esse non saranno verificate. Il bosone di Higgs è stato per anni un’equazione. Alcuni dubitavano che potesse esistere, ma ad un certo punto lo si è scoperto ed Higgs si è beccato il Nobel. Potrebbe darsi che succederà la stessa cosa anche per la teoria M o quella del multiverso: chi vivrà vedrà, mai mettere limite alla divina provvidenza. 🙂
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La scienza prende atto di queste teorie e le mette da parte in attesa che esse possano essere verificate o smentite e nessuno si scandalizza di ciò. Si discute sui fondamenti delle teorie, le si confronta, si affinano gli strumenti analitici, se ne creano di nuovi e si pubblicano un sacco di articoli. La polemica esiste, è molto accesa, ma resta confinata nella comunità scientifica e solo qualche patito come me ne viene a conoscenza. Giusto per fare qualche nome il prof. Maldacena (uno dei padri del principio olografico che si basa sulla teoria delle stringhe) discute con il prof. Krauss della sua teoria, ne illustra i pregi e prende atto delle critiche e viceversa, ma non pensa minimamente a imporre per legge i principi della sua teoria: come dice F. Giudici nessuno detta le policy al resto dell’umanità.
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Detto in parole povere se Maldacena o Krauss hanno preso un granchio, non succederà niente di grave.
La differenza tra il mondo delle stringhe e quello dell’AGW è proprio questa. Nessuna delle due è scientificamente ed inoppugnabilmente provata, ma una è neutra rispetto al mondo reale, l’altra incide pesantemente su tutti noi. Entrambe sono basate su algoritmi matematici e su modelli ed entrambe non possono essere verificate sperimentalmente.
Ho letto decine di articoli sul cambiamento climatico, ma tutti hanno un peccato originale. Tutti sono basati su misure più o meno accurate, su dati di fatto che vengono sottoposti alle usuali procedure statistiche di controllo ed omogeneizzazione. Quello che non quadra è che finiscono nel solito collo di bottiglia: alla luce dei risultati dei modelli di simulazione del clima terrestre e degli scenari di emissione previsti per il futuro, i dati che abbiamo misurato, omogeneizzato e trattato statisticamente, si evolveranno in questo modo. E se i modelli fossero sbagliati e gli scenari di emissione non si verificassero? Non fa niente, ti rispondono, per il principio di precauzione è meglio correre ai ripari fino a che siamo in tempo.
Non succede quasi da nessuna parte nella scienza, ma in materia climatica si. Vi immaginate se la stessa cosa succedesse per la teoria delle stringhe? Oggi sarebbe vera per legge, ma non sarebbe più scienza. Due pesi e due misure.
Ciao, Donato.
Grazie mille, Donato!
Mi sembra che Lei insegni, giusto? Da aspirante professore di latino e greco, Lei per me è un modello per la chiarezza e la semplicità delle sue argomentazioni, e per il suo ragionamento ancorato alla realtà.
Edo, troppo buono!
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Si, insegno in un liceo classico. Ho, quindi, moltissimi colleghi di latino e greco ed anche una figlia che ha la sua stessa aspirazione. Io mi trovo nella fase conclusiva della carriera e le auguro di poter presto coronare il suo sogno anche se la realtà attuale è molto più dura di quella dei tempi in cui avevo le sue stesse aspirazioni. Ad maiora semper!
Ciao, Donato.
Mi associo ai complimenti di Edo. Personalmente non mi era mai capitato di leggere un’ esposizione cosi’ chiara e coincisa ( stringata?) della teoria delle stringhe.
A quando un bel trattatello che parta da Einstain e, attraverso la meccanica quantistica, arrivi alle stringhe ed oltre?
Lo so , lo so, esistono , ma per la maggior parte sono incomprensibili per I non addetti ai lavori!
Come promesso, ecco le coordinate per sostituire parole di senso compiuto alle chioccioline, anche se molti hanno già capito:
La critica è alla Teoria delle Stringhe, ed è stata mossa da Roger Penrose. Ce lo riporta un articolo di Antonio Grizzuti su “La Verità”: http://cyclops.virtualnewspaper.it/laverita/books/laverita/2017/20170428laverita/index.html#/20/.
Come anticipato nel post, non credo sia il caso di intavolare discussioni sull’argomento. Quel che ha sollevato il mio interesse e, spero, quello di voi lettori, sono le considerazioni di metodo. Ad ogni modo fate voi.
gg
Mi ricorda la discussione sulla teoria dell’ evoluzione.
Visto che i maggiori oppositori a questa sono i creazionisti sono state messe in discussione tutte le teorie , anche quelle non creazionistiche, che ponevano in discussione Darwin sul piano scientifico
Cito Massimo Piattelli-Palmarini autore de “Gli errori di Darwin”
Il mio coautore, Jerry Fodor, ha tenuto lo scorso anno una conferenza su questi temi a Londra. Un signore anziano si è alzato dalla platea e lo ha rimproverato: queste cose non vanno dette e scritte, perché i creazionisti se ne sarebbero approfittati. ‘Anche se sono vere?’, gli ha chiesto Fodor. ‘Soprattutto se sono vere’, è stata la risposta”.
Guido, hai individuato un argomento (credo di aver capito cosa si nasconde dietro le 7 chioccioline 🙂 ), che effettivamente è peggio dell’AGW. Personalmente ho assunto posizioni scettiche in tema climatico dopo aver letto diversi articoli ed un libro sulla teoria delle @@@@@@@ e sulle molteplici altre teorie che l’affiancano. Tutte sono accomunate da un’unica caratteristica: l’impossibilità di sottoporle (almeno per adesso) a verifica sperimentale. Dopo aver approfondito la questione, è stato più facile accettare che anche in campo climatico le cose procedevano allo stesso modo. Posso assicurarti, però, che da quelle parti sono molto, ma molto più civili che nel campo climatico e che si discute di scienza senza lasciarsi fuorviare dall’ideologia: a volte li invidio.
Ne discuteremo in modo molto più esteso allorché verrà pubblicato il commento (evento che aspetto con ansia e curiosità) anche se mi beccherò sicuramente l’ennesima accusa di tuttologo: pazienza. 🙂
Ciao, Donato.
“Posso assicurarti, però, che da quelle parti sono molto, ma molto più civili”
Soprattutto, non pretendono di farci delle policy.
Commento molto… Stringato!
Si scrive universo ma si pronuncia AGW
Roger Penrose
P.S. Si scrive fantasia ma si pronuncia AGW
PPS La teoria a cui si riferisce l’articolo è la teoria delle stringhe