Osservare, misurare, conoscere, questo l’obbiettivo che si sono posti i ricercatori che per diciassette anni hanno condotto una campagna nel Mare del Labrador. Boe oceanografiche e crociere per raccogliere informazioni lungo tutto lo strato verticale delle correnti marine che caratterizzano l’area.
Tirando le somme in un articolo appena uscito sul GRL, i loro risultati confermano una volta di più quanto sia complesso il sistema pianeta e quanto sia riduttivo limitare la sua osservazione alla sola atmosfera. incredibilmente, ma a pensarci bene neanche così tanto, le oscillazioni cui è soggetto il trasporto di acque di profondità nel ramo di quel complesso sistema di correnti, sono in qualche modo collegate alle variazioni della distribuzione della massa atmosferica, a loro volta identificabili nell’indice NAO (North Atlantic Oscillation), che scaturisce dalla misura della pressione atmosferica tra le Isole Azzorre e l’Islanda.
- Il paper: From interannual to decadal: 17 years of boundary current transports at the exit of the Labrador Sea
- Il commento di Science Daily: Close connection between deep currents and climate
Il collegamento avviene attraverso i venti, ovviamente regolati dalla disposizione dei centri di massa in atmosfera, venti che agiscono sulla superficie contribuendo al meccanismo di scambio di massa liquida lungo la verticale dell’oceano.
il tutto si innesca nell’ancora più complesso meccanismo di redistribuzione del calore sul pianeta, operato appunto da oceani e atmosfera. In questa serie di dati e nei risultati ottenuti, si identifica una relazione causale a favore della ventilazione, sebbene non sia possibile discernere dove sia l’incipit, se nelle dinamiche oceaniche, che hanno dalla loro l’enorme quantità di calore custodita nella massa liquida, o nella massa atmosferica, che ha dalla sua variazioni molto più rapide e facilmente osservabili.
Perché? Semplice, l’incipit non c’è, come non ci sarà mai una fine, perché il motore del clima non è programmato per fermarsi.
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