I fiumi d’aria e la guerra del Meteo
Ricordate gli Atmospheric Rivers? Ne abbiamo parlato un paio di volte qui su CM, sono “fiumi di vapore” che viaggiano verso nord partendo dalle latitudini tropicali. E ricordate la siccità che doveva durare per sempre in California? Bene, allora siete pronti per leggervi uno spassosissimo e sempre tecnicamente impeccabile Roy Spencer che spiega come quella siccità sia finita sotto un diluvio battente in pianura e sotto metri di neve in montagna perché…. “i russi hanno hackerato l’inverno americano“.
The Russians Hacked our Winter Weather
Prima che si scatenino i complottisti delle modifiche al tempo atmosferico danno dei nemici, vi anticipo che la questione è assolutamente naturale e, cosa ancora più interessante, tutta l’acqua che ha allagato la California trasportata da ripetuti Pineapple Express – così chiamano gli atmospheric rivers da quelle parti – è arrivata a causa di un autunno e di una prima parte dell’inverno eccezionalmente freddi sulla Russia. Quindi niente hacking ovviamente e, anche niente global warming all’origine degli eventi, a meno che non si immagini che il caldo possa venire dal freddo, naturalmente.
Modelli climatici più Modelli economici: la ricetta del fallimento
Sempre in tema di buon umore, ma raccontando le cose per quello che sono, Scott Adams (Dilibert) torna a parlare di modelli climatici e modelli economici, la coppia di fatto scoppiata su cui si vorrebbero basare le politiche di sviluppo dei prossimi anni. E lo fa parlando del sul condizionamento personale. Un concetto, quello del bias cui tutti siamo più o meno soggetti, difficile da aggirare, a meno che i fatti non lo smentiscano.
How to Change My Biases on Climate Science
E non pare sia questo il caso. La credibilità che Adams attribuisce ai due partner della coppia è 10% per i modelli climatici – di cui ammette di non sapere gran che ma credo che si possa confermare – e 0% per quelli economici, di cui ammetto di non sapere un tubo ma lui sì, quindi credo gli si possa dar retta. In sostanza, più che spiegarci che hanno ragione, i salvamondo e aspiranti amministramondo dovrebbero prima dimostrare che la coppia non è scoppiata, poi magari se ne potrà parlare.
I Cavalieri dell’Apocalisse
Eccone un altro che ha capito che il cavallo non rende più ed è meglio passare alla penna.
Global warming triggered by the massive release of carbon dioxide may be catastrophic, but the release of methane from hydrate may be apocalyptic. The end Permian holds an important lesson for humanity regarding the issue it faces today with greenhouse gas emissions, global warming, and climate change.
Trattasi dell’ultimo periodo dell’abstract di uno studio riferito al periodo del Permiano comodamente riportato ai giorni nostri in chiave apocalittica, così, tanto perché non si può stare mai tranquilli.
Methane Hydrate: Killer cause of Earth’s greatest mass extinction
Il problema qui è duplice. Da una parte non si può fare a meno di notare l’uso alquanto disinvolto di un bias stilistico di cui abbiamo parlato soltanto pochi giorni fa, ovvero nel utilizzare l’abstract per inserire considerazioni propagandistiche non supportate dal contenuto della ricerca. Dall’altra l’amico Luigi Mariani, che mi ha segnalato la faccenda di pone un dubbio legittimo: l’interglaciale precedente al nostro (con picco termico intorno a 125mila anni fà) è stato molto più caldo di questo, tant’è vero che il mare era più alto di 5-8 metri e la calotta groenlandese si fuse completamente. Se la catastrofe da metano non si produsse allora, in nome di cosa dovrebbe prodursi ora?
Ma perché ci sono i Cavalieri dell’Apocalisse ovviamente!
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