Questo titolo sarebbe andato bene qualche anno fa, quando il “polar vortex” o vortice polare, non era ancora salito alla ribalta della comunicazione meteorologica. Ma, a parte i meteo-dipendenti, quanti sanno esattamente cos’è o, meglio, cosa sono i vortici polari? Già perché, innanzi tutto bisogna sgombrare il campo dalla confusione: i vortici polari sono due per emisfero, uno in troposfera e uno in stratosfera; farvi riferimento senza specificare di quale si sta parlando è già di per se sbagliato.
I lettori di CM sanno che i vortici polari li abbiamo esplorati in lungo e in largo negli ultimi anni, grazie soprattutto al lavoro dell’amico Carlo Colarieti Tosti, che si confronta regolarmente con i nostri outlook per la stagione invernale. E, proprio nei suoi lavori, si trova spesso il riferimento a due scienziati che hanno prodotto quelli che in gergo si chiamano “seminal paper” sull’argomento e, soprattutto, sulle interazioni tra la due strutture troposferica e stratosferica.
Si tratta di Darryn W. Waugh, e Lorenzo M. Polvani, che, questa volta insieme a Adam H. Sobel, hanno prodotto per il BAMS un breve ma interessantissimo paper divulgativo proprio sui vortici polari, sulle loro caratteristiche e sulle loro interazioni, focalizzando anche l’attenzione sugli eventi di freddo intenso legati alle dinamiche di queste strutture bariche, specialmente con riferimento allo strato troposferico.
Prima di lasciarvi le coordinate per la lettura, riporto di seguito l’incipit del loro articolo, che la dice tutta sulla distanza che c’è tra una sana divulgazione scientifica e gli strilli sensazionalistici con cui spesso vi sarà capitato di sentir parlare di questi argomenti:
Il termine vortice polare è divenuto parte del vocabolario quotidiano dopo l’ampia copertura mediatica degli estremi eventi di freddo negli USA durante l’inizio dell’inverno del 2014. Tuttavia, c’è un po’ di confusione nei media, nel pubblico e anche dentro la comunità scientifica, circa cosa siano i vortici polari e come essi siano collegati a vari eventi atmosferici. Questa confusione è dimostrata dal fatto che la voce polar vortex è stata rivista nel 2000, nel 2014 e, ancora, nell’ottobre del 2015 nel glossario dell’America Meteorological Society (AMS). La maggior parte della confusione deriva dal fatto che il termine polar vortex è utilizzato in letteratura per spiegare due soggetti diversi della circolazione atmosferica: uno nella troposfera e uno nella stratosfera. La distinzione tra questi non è sempre ben chiarita nelle discussioni riguardanti gli eventi di freddo estremo. Un’altra fonte di confusione deriva dal fatto che questi vortici polari non sono né inusuali né estremi; sono semplicemente delle strutture di base della climatologia della Terra. Dal momento che alcuni eventi estremi in alcuni luoghi sono dovuti a temporanei spostamenti del margine del vortice polare troposferico, tali eventi non sono in alcun modo manifestazioni di grandi cambiamenti nella circolazione atmosferica globale. In questo articolo spieghiamo le differenti strutture, stagionalità e dinamiche dei vorti polari stratosferico e troposferico e discutiamo le connessioni di entrambi con gli eventi estremi che interessano la superficie terrestre.
WHAT IS THE POLAR VORTEX AND HOW DOES IT INFLUENCE WEATHER?
Buona lettura e buona domenica!
Innazitutto vi faccio i complimenti per l’opera intensiva e seria di divulgazione che fate.
Non vorrei essere inopportuno, e so di andare off-topic, ma ne approfitterei per chiedere a voi, autori e lettori, siccome non sono dell’ambiente (mi occupo di tutt’altro), ma mi sono appassionato di meteorologia negli ultimi anni, se gentilmente potreste consigliarmi uno o più manuali/libri che trattino questa scienza in generale, sia negli aspetti e princìpi di base, sia nei fenomeni atmosferici più specifici e particolari; anche molto tecnici (posseggo nozioni di base di fisica), ma che siano comunque comprensibili ai profani. Questo perché le mie conoscenze in tema sono frammentarie, e vorrei così poter fare un po’ di “ordine”.
Con l’occasione, porgo i migliori auguri di buon proseguimento a tutti.
Andrea
[…] Autore: Guido GuidiData di pubblicazione: 05 Febbraio 2017Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=43594 […]
“Dal momento che alcuni eventi estremi in alcuni luoghi sono dovuti a temporanei spostamenti del margine del vortice polare troposferico, tali eventi non sono in alcun modo manifestazioni di grandi cambiamenti nella circolazione atmosferica globale.”
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Questa frase condanna il lavoro di Polvani et al. all’oblio in quanto non avrà alcuna eco mediatica. Bastava modificarla leggermente:
– Dal momento che alcuni eventi estremi in alcuni luoghi sono dovuti a temporanei spostamenti del margine del vortice polare troposferico, tali eventi [potrebbero essere] manifestazioni di grandi cambiamenti nella circolazione atmosferica globale [non estranei al cambiamento climatico in atto]. –
e avremmo visto titoloni enormi ovunque. Devono accontentarsi, invece, di un post su CM.
Gli autori saranno degli ottimi ricercatori, ma sono dei pessimi comunicatori. 🙂 🙂
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Ovviamente ho scherzato e, credo, che si sia capito, ma lo scherzo (in tempi carnescialeschi ci sta), dimostra quanto sia sottile il discrimine tra buona e cattiva comunicazione scientifica.
Onore agli autori.
Ciao, Donato.
Ora c’è anche sul mio blog 🙂