Al secondo anno di attività , Climate Monitor registra più di 380 articoli scritti. Agli articoli della redazione (al momento composta da due persone) si aggiungono di tanto in tanto i guest post. Tutto questo ci ha consentito di pubblicare quasi giornalmente con una discreta puntualità .
Tuttavia, quello che stiamo notando, è una accelerazione notevole nel flusso di informazioni, studi e articoli in genere collegati alle tematiche seguite su CM. Il sempre maggior numero di lettori (siete decine e decine di migliaia) e la centralità del dibattito climatico ed economico-ambientale ci convincono del fatto che questa sia la strada da seguire.
Il 3 giugno 2007, Climate Monitor apriva così:
Oggi apre Climate Monitor, un posto dove cercheremo di fare un po’ d’ordine nell’informazione meteorologica e climatica. Non abbiamo la pretesa di fare divulgazione scientifica, perché non siamo scienziati e non useremo i toni foschi e catastrofici che il mondo dell’informazione sembra prediligere su questi argomenti. Cercheremo “soltanto†di fare chiarezza su quello che sta accadendo e soprattutto su come vengono affrontate le tematiche del clima.
e chiudeva, invece, così:
Le notizie non mancheranno di certo.
No, le notizie non sono mancate e anzi il dibattito ha raggiunto uno spessore che non potevamo immaginare solo due anni fa.
A questo punto è venuto il momento di allargare la famiglia, il rischio di perdere informazioni vitali è concreto e di certo non gioverebbe al monitoring che ci eravamo proposti di effettuare. La partecipazione è assolutamente volontaria, ci teniamo a sottolinearlo, in ogni caso le nuove collaborazioni che stiamo cercando sono:
– Redattore: si occuperà di seguire lo stream informativo in uno dei seguenti campi: approfondimento meteorologico o climatologico; economia ambientale (enviro-eco o eco-eco che dir si voglia); statistica e R;
– Traduttore: si occuperà di tradurre gli articoli principali dall’italiano all’inglese;
– Webmaster: si occuperà della gestione del sito e del suo corretto funzionamento.
Chiunque avesse intenzione di unirsi alla grande famiglia di Climate Monitor potrà contattarci direttamente via email o con un commento a questo post. Le attività saranno, ovviamente, programmate in accordo e armonia con gli altri redattori del sito e con la “filosofia” di CM: ovvero apertura verso tutti i commentatori1 e uno spazio dove riequilibrare le informazioni.
- Ogni commento a favore o contro è il benvenuto, a patto che i commenti non siano anonimi e non si tratti di attacchi ad personam [↩]
ottimo: http://www.ilgiornale.it/cultura/ce_sito_che_sgonfia_eco-balle/16-10-2011/articolo-id=551958-page=0-comments=1
vi manca un bel link a http://www.teapartypatriots.org/
e siete al completo.Ma qui non si fa politica si discute di scienza! ah ah ah ah ah ah
Mi pare di ricordare che alcuni studi hanno riconosciuto che l’istallazione delle pale eoliche per la produzione di energia in qualche caso hanno prodotto danni o spostamenti alle rotte dei migratori.
E’ così?
Dove trovo dei dati?
Se è così, preché nessuno ne parla? O si è già parlato?
Grazie per le risposte.
Tito Suss
Più che cambiamento rotte degli uccelli migratorie mi è sembrato che si parli della loro uccisione, riporto un esempio sotto (purtroppo ogni azione ha un impatto):
15:30 – Allarme wwf: pale eoliche pericolose per i grifoni
07.06.2010
(AGI) – Udine, 7 giu. – Desta una certa preoccupazione la proposta di realizzare un ’’Parco eolico’’ nel comune di Trasaghis (Udine) in considerazione della vicinanza con la Riserva naturale del Lago di Cornino e del progetto di reintroduzione nell’area dell’uccello grifone. ’’Le pale eoliche – spiega in una nota il Wwf del Friuli Venezia Giulia – rappresentano uno dei maggiori fattori di mortalita’ e il grifone risulta, in numerosi studi, una delle specie piu’ colpite, se non espressamente quella che subisce le maggiori perdite’’. L’importanza della popolazione di grifone e’ elevatissima dal punto di vista naturalistico, ecologico e in relazione al turismo naturalistico di tutta l’area e dei Paesi limitrofi. Si tratta – spiega il Wwf – dell’unica popolazione nidificante sull’intera catena alpina, che ha assunto un ruolo strategico sempre maggiore per le colonie di grifoni della Croazia e per gli uccelli che trascorrono il periodo estivo sulle Alpi italiane, austriache e slovene. I comuni interessati (Forgaria nel Friuli e Trasaghis) e la regione Autonoma Friuli Venezia Giulia investono molto, da oltre 20 anni, sull’area protetta e su questo progetto, riconosciuto come importante elemento di qualificazione ambientale e di valorizzazione della Riserva naturale, del Medio Tagliamento e delle aree prealpine, nonche’ elemento di connessione con altri Paesi e Parchi nazionali che ha consentito di accedere a finanziamenti comunitari grazie a specifici Progetti Interreg Italia-Austria. La conservazione del grifone – conclude il Wwf – ha quindi un importante significato a livello internazionale e un incremento della mortalita’ in questa popolazione avrebbe gravi ripercussioni anche negli altri Paesi, che hanno investito e investono molto su questa importante presenza.
Belli gli articoli di Claudio Costa, ben fatti, ragionevoli e sopratutto concreti, nel senso che cercano il modo di coniugare la nostra attuale agricoltura e allevamento con la mitigazione dei problemi climatici, penso che per la parte agricola in questo modo siete molto ben informati, il mio aiuto, se serve, potrebbe essere più specifico: quali lavorazioni e quali utilizzi permettono di considerare veramente concime il liquame aziendale, senza dover poi ricorrere ad acquisti per mantenere le elevate rese ettaro necessarie.
Si tratta di un argomento che nel settore è dato per scontato, ma nella pratica l’unico mais senza concimazione chimica che io conosca è questo, http://www.youtube.com/watch?v=5DiG7JqpUr0 è un mais seminato il 22 maggio ed ha prodotto 119 q.li di granella secca, con qualche piccola correzione si può fare meglio, anche con queste date di semina, voluta per valutare i secondi raccolti dopo erbaio oggi di moda. Il consumo di carburante è un terzo/quarto delle normali operazioni oggi effettuate per la monocoltura, se confrontato con chi distribuisce con la botte siamo a consumi di carburante “omeopatici”.
Possiamo tenerci in contatto? Grazie
CM è tra i miei PREFERITI.
Dato che preferisco ancora leggermi gli articoli su carta stampata,perchè non rendete più facile la stampa degli stessi?!, o sono io imbranato da dover selezionare per poi stampare ?!
grazie , franco
Franco hai ragione, aggiungeremo l’opzione al più presto.
Admin
Vorrei segnalarvi un sito di un Istituto in lingua tedesca (EIKE – Europäisches Institut für Klima und Energie) di scienziati e ricercatori scettici a riguardo delle teorie del cambiamento climatico causato dall´uomo.
http://www.eike-klima-energie.eu
In lingua inglese sono pubblicati i lavori di uno scienziato polacco ricercatore del clima Zbigniew Jaworowski. In particolare ho trovato molto interessante l´articolo: “CO2: The Greatest Scientific Scandal of Our Time”
Saluti.
Grazie Daniele.
Mi informo subito.
gg
sono molto interessata ai problemi ambientali..ma non essendo un’esperta posso offrire il mio aiuto nell’ambito della traduzione degli articoli dall’inglese all’italiano. Rispondetemi
[…] giorni fa abbiamo lanciato l’iniziativa “Ci allarghiamo” e stiamo ricevendo già interessanti riscontri. Questo passaggio importante nella vita di […]
la climatologia non è il mio mestiere ma seguo quotidianamente e dalle fonti principali l’attività solare da più di 3 anni…se serve una mano per l’argomento Sole con piacere.