Appena un paio di giorni fa mi sono imbattuto in un articolo interessante:
The irony of the Anthropocene: People dominate a planet beyond our control
Un’ironia e un paradosso. Si sta facendo sempre più largo la percezione che questo sia un periodo in cui la specie umana domina i destini del mondo, tanto da aver consentito di coniare il nome di una nuova era geologica, l’antropocene. In questo periodo, tuttavia, non passa giorno senza che la Natura ci mostri il suo volto, proponendo eventi sui quali non abbiamo il benché minimo controllo. Gli eventi ancora in corso nel nostro Paese ne sono una palese dimostrazione.
La realtà, piaccia o no a quelli che hanno pensato di scrivere i libri di storia in anticipo – pratica che non ha mai avuto successo – è che questo periodo geologico, con la temperatura media in aumento e con le dinamiche del clima che rispondono a questa tendenza, non ha bisogno di nuove definizioni, perché ne ha una che spiega la maggior parte di quello che sta accadendo. E si chiama interglaciale, cioè la fase di aumento della temperatura media del pianeta compresa tra due glaciazioni. Una fase, tra l’altro, che potrebbe essere prossima al suo apice, naturalmente riferendosi ad una scala temporale climatica.
L’ennesima prova, che in modo tutt’altro che sorprendente è ignorata da quanti continuano a lanciare anatemi climatici di matrice antropica – non ultimo il risibile ricorso al caldo per spiegare il freddo – viene da un articolo di fresca pubblicazione su Science:
Regional and global sea-surface temperatures during the last interglaciation
L’higlight:
Comprendere in che modo gli intervalli caldi abbiano influito sul livello dei mari nel passato è vitale per capire come le attività umane lo influenzeranno in futuro. Hoffman et al. hanno messo insieme delle stime delle temperature superficiali durante l’ultimo periodo interglaciale, che durò circa da 129,000 a 116,000 anni fa. I valori medi globali erano ∼0.5°C più caldi di quanto fossero 150 anni fa e indistinguibili dalla media del periodo 1995-2014. Questo è un punto che fa riflettere, perché il livello dei mari durante l’ultimo periodo interglaciale era da 6 a 9 metri più alto dell’attuale.
Riflettiamo con l’abstract:
L’ultimo interglaciale (LIG, da 129 a 116 migliaia di anni fa) è stato il periodo più recente nella storia della Terra in cui il livello medio dei mari era significativamente più alto di quanto sia ora. Tuttavia, le ricostruzioni delle temperature globali del LIG restano incerte, con stime che vanno da differenze non significative a 2°C più alte di quelle attuali. Si utilizza in questo lavoro un network di registrazioni delle temperature superficiali (SST) per ricostruirne la variabilità spazio-temporale a livello globale e regionale durante il LIG. I risultati indicano che al picco del LIG le SST medie annuali erano 0.5 ± 0.3°C più calde della media climatologica del periodo 1870-1899 e indistinguibili dalla media del periodo 1995-2014. Il riscaldamento del LIG nelle latitudini extratropicali occorse in risposta al soleggiamento boreale e al bipolar seasaw [opposto comportamento tra i due poli], laddove le SST tropicali erano leggermente più fredde di quelle del periodo 1870-1899 in risposta ad un ridotto soleggiamento medio annuale.
Nonostante gli autori ci tengano a sottolineare che questi risultati sono utili per capire come evolverà il livello dei mari in risposta al riscaldamento antropogenico, il risultato più evidente del loro lavoro è semplice: le temperature medie superficiali degli oceani sono in questo interglaciale come lo erano nell’ultimo, cioè sono oggi all’interno della variabilità naturale, a meno che qualcuno non pensi che esistesse un AGW anche 120,000 anni fa; non solo, con queste temperature, il livello dei mari è stato già significativamente più alto, ancora una volta per cause del tutto naturali.
Più ci penso e più mi convinco che l’unica componente antropogenica che vedranno i nostri pronipoti sarà l’isteria climatica di questi anni. Oltre, naturalmente, alle isterie che seguiranno.
L’Antropocene per ora non esiste. Si parla di Antropocene in vari articoli, è citato a proposito ed a sproposito a destra ed a manca, ma non esiste. O, per essere più precisi, non esiste nella stratigrafia geologica.
Inserire una nuova epoca geologica nella cronologia geologica è un’operazione estremamente complessa che, come giustamente scrive il prof. Crescenti, richiede che essa sia ben evidente nella stratigrafia, sia caratterizzata da un ben preciso affioramento con delle specifiche caratteristiche che lo distinguano da altri affioramenti.
Una nuova epoca può essere definita solo ed esclusivamente dall’International Commission of Stratigraphy e, ad oggi, nessun documento ufficiale della Commissione ha stabilito che esiste un’epoca definita Antropocene.
Allo stato degli atti la Commissione ha costituito un gruppo di lavoro che sta esplorando (e sono già alcuni anni) la questione.
Fino a che il gruppo di lavoro non si pronuncia, la Sottocommissione del Quaternario non decide circa il lavoro del gruppo e, infine, la Commissione non delibera, è del tutto inutile parlare di Antropocene: si fanno solo degli esercizi di stile, ma di sostanziale nulla.
Ciao, Donato.
Le discussioni sullo statuto dell’Antropocene (quali sono le sue caratteristiche, quale la data di inizio…) sono state, come spesso succede, aspre. Il termine è comunque entrato nell’uso, a sottolineare che le attività umane hanno ormai un impatto pari a quello delle grandi forze geologiche che caratterizzano il nostro pianeta. Peraltro, Antropocene è un po’ un termine cappello, sotto cui entrano concetti tra i più disparati. Un utile punto di partenza (anche rispetto alla data di inizio, di cui si è discusso parecchio fin dalle prime formulazioni del concetto), può essere l’articolo di Steffen et al, qui
http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/2053019614564785
Che oltre a quantificare i vari impatti, dà nell’abstract una spiegazione chiara del concetto.
“The post-1950 acceleration in the Earth System indicators remains clear. Only beyond the mid-20th century is there clear evidence for fundamental shifts in the state and functioning of the Earth System that are beyond the range of variability of the Holocene and driven by human activities.”
Probabilmente non mi sono spiegato bene sul termine Antropocene. Non metto in dubbio che con tale termine si indica l’attività dell’uomo sul nostro pianeta, ma non può essere considerato una era geologica.
Che ne dite di “Adjustocene” ?
Non e’ mia , ma di un commentatore su WUWT.
Quindi in realtà stiamo davvero vivendo in un’epoca di innalzamento delle temperature? A parte i dati ritoccati dall’IPCC, intendo. Non molto tempo fa sentivo un commento di Rubbia (riportato anche da questo sito) in cui il fisico diceva chiaramente che le temperature stanno anzi calando.
Mi potete chiarire il punto? grazie.
Davide,
che la temperatura media del pianeta sia aumentata non è in discussione.
gg
Il termine Antropocene è stato coniato una decina di anni fa dal chimico olandese Paul Crutzen.
Jan Zalasiewicz, dell’Università di Leicheste ritiene di avere trovato il marcatore ideale per l’Antropocene nel 16 luglio 1945. Questo è il giorno in cui gli scienziati americani fecero esplodere la prima bomba atomica del mondo. Seguirono più di 2000 detonazioni.
Le alterazioni indotte dall’uomo
sono davvero diventate una aspetto i cruciale, e per tornare a Crutzen, la sua propostaè , di lanciare
particelle di zolfo nell’atmosfera, per raffreddare il clima mondiale” …
Ne avete parlato, ma è un tema che merita maggiore attenzione secondo me, la geoingegneria /ingegneria del clima è un passaggio immenso.
http://www.climate-engineering.eu/
Un commento era annullato, il primo , o almeno credevo di averlo annullato 🙂
Il termine Antropocene è stato coniato una decina di anni fa dal chimico olandese Paul Crutzen.
Jan Zalasiewicz, dell’Università di Leicheste ritiene di avere trovato il marcatore ideale per l’Antropocene nel 16 luglio 1945. Questo è il giorno in cui gli scienziati americani fecero esplodere la prima bomba atomica del mondo. Seguirono più di 2000 detonazioni.
Le alterazioni indotte dall’uomo sono davvero diventate una aspetto i cruciale, e per tornare a Crutzen, la sua proposta è , di lanciare particelle di zolfo nell’atmosfera, per raffreddare il clima mondiale …
Ne avete parlato, ma è un tema che merita maggiore attenzione secondo me, la geoingegneria /ingegneria del clima è un passaggio immenso e devastante. L’isteria del clima mi sembra che abbia intenti precisi.
http://www.climate-engineering.eu/
Premetto che anche a mio avviso c’è parecchia Hybris nel termine antropocene e nell’uso che se ne fa oggi.
A tale riguardo evidenzio che da abstract e highlight citati emerge che:
1. il livello dei mari durante il picco dell’ultimo periodo interglaciale (129-116mila anni fa) era da 6 a 9 metri più alto di quello attuale (e la prova più lampante di tale fenomeno ci viene dalle scansioni NASA della calotta groenlandese che evidenziano che il ghiaccio è quasi tutto wurmiano e olocenico, in quanto quello più vecchio è stato tutto sciolto durante LIG)
2. questo innalzamento di livello degli oceani non può essere dovuto a CO2 in quanto i livelli di quel gas erano allora intorno alle 280 ppmv.
3 I valori di temperatura media globale erano di 0.5°C più caldi di quanto fossero 150 anni fa e indistinguibili dalla media del periodo 1995-2014 (e qui immagino che tali stime siano fatte con modelli AOGCM, i quali ci portano alla strana conclusione che le calotte glaciali si sarebbero in gran parte fuse con temperare pari a quelle attuali e lievemente superiori a quelle della fine della piccola era glaciale, e qui non si capisce perchè lo stesso non si sarebbe dovuto verificare durante l’olocene).
Io temo allora che le stime fatte con gli AOGCM siano errate in quanto non si può descrivere in modo realistico qualcosa che non è dovuto a CO2 per mezzo di modelli parametrizzati per “andare a CO2”.
Da ciò deduco che parametrizzare i modelli AOGCM in modo tale da descrivere con efficacia lo scioglimento delle calotte glaciali avvenuto nell’interglaciale precedente al nostro potrebbe essere copernicano, nel senso che ci costringerebbe finalmente a ragionare sui meccanismi di amplificazione del forcing solare, tema che i seguaci della teoria AGW vedono come fumo negli occhi perché interessati solo ai meccanismi di amplificazione degli effetti delle forzanti antropiche (e qui ritorniamo all’ Hybris che spinge a sottovalutare la variabilità naturale…).
Ciao.
Luigi
Hai come sempre centrato il punto Luigi.
gg
Il termine Antropocene è stato coniato per tutto lo schifo che stiamo combinando al pianeta, tra estinzioni, perdita di biodiversità e compagnia bella. E’ naturale anche questo? Dai su…
No, è stato coniato per desiderio di antropocentrismo, molto più filosofico che scientifico. Cosa che, con la religione della catastrofe imminente ci sta bene.
gg
Scusi Miguel, ma l’uomo da dove arriva? Dall’evoluzione naturale secondo la teoria dominante. E allora? Come può fare danni se è “un’evoluzione naturale interna al sistema”??? Se l’uomo è semplicemente un evento NEL sistema, non capisco come faccia a fare cose fuori DAL sistema. E’ un discorso che non ha senso.
Per inciso, sono state finora individuate 5 grosse estinzioni di massa nella storia della Terra, tra cui la meno drammatica è quella del cosiddetto K-T Boundary, causata dall’impatto che ha generato il cratere di Chicxulub in Messico: causò l’estinzione solo del 76% di forme di vita.
L’uomo si dà troppa importanza. Ahh che ὕβϱις (Hybris).
A parte il fatto che “tutto quello che stiamo combinando al pianeta” andrebbe quantificato, e lasciamo perdere. Sopra è stato scritto:
“Le ere geologiche, come tutte le suddivisioni del tempo geologico, sono rappresentate e riconoscibili mediante le formazioni rocciose che la Natura costruisce. ”
Infatti mi pareva che le parole con la desinenza -cene sonoi ere geologiche, e cioè – scusate la banalità, ma mi rendo conto che ormai non ci sono più cose ovvie – cose che hanno pertinenza con la geologia. Crescenti ha scritto “formazioni rocciose”. Cosa c’entra la biodiversità?
Nulla, il mio commento esula dal discorso geologico di cui ho ben poca conoscenza (lo stesso andrebbe fatto da molti altri sul tema del clima ma pazienza, e sia chiaro io non sono un climatologo). Sono super d’accordo che il termine Antropocene sia più una provocazione, ma questo non cancella il perchè della provocazione. Dal catastrofismo al “l’uomo si dà troppa importanza” ne passa, nel mezzo facciamo danni.
“Nulla, il mio commento esula dal discorso geologico di cui ho ben poca conoscenza ”
Ma il punto era proprio questo. Nessuno nega i problemi e se si vuole sostenere che si è entrati in un’epoca _storica_ in cui l’intervento dell’uomo ha modificato certi equilibri – ora non voglio discutere se questo è successo o no, fuori dal clima: il discorso è molto ampio – si tratterebbe per l’appunto di un concetto storico, non geologico.
Quindi, come hanno confermato anche altri commentatori, il problema è proprio terminologico. Siccome quel tale diceva che le parole sono importanti, usare un termine che è pertinente di una branca scientifica può far sembrare che esistano dati oggettivi e dimostrabili a suo supporto.
Se invece, per esempio, qualcuno dicesse che è iniziato un nuovo periodo storico, non ci sarebbero obiezioni di metodo.
Ma si dai, facciamo come i politici, parliamo per provocazioni così si può fare a meno di analizzare la realtà.
@Miguel
lo sa che circa il 90% delle estinzioni di specie animali è avvenuto prima dell’avvento dell’uomo?
Il termine Antropocene ha valenza filosofico/ambientalista, come confermato dal suo commento, non certo scientifica.
Avevo letto questo articolo su Nature Italia e l’avevo lasciato perdere quando parlavano di variazioni di 0.5 ± 0.3°C. non saprei come considerare un dato con un range di errore così elevato
Concordo con le riflessioni di Guido. Non ho mai digerito il termine Antropocene qualificato come era geologica. Le ere geologiche, come tutte le suddivisioni del tempo geologico, sono rappresentate e riconoscibili mediante le formazioni rocciose che la Natura costruisce. Da qui la cartografia geologica che consiste nel riportare su carta le varie epoche passate, rappresentate dalle successioni rocciose. Come si fa a rappresentare su carta l’Antropocene, dove sono gli affioramenti relativi? Questo termine da valore all’attività dell’Uomo che sopravanza l’attività della Natura.
Per quanto riguarda il livello del mare, non ci sono riferimenti certi che dipenda dal riscaldamento globale. Desidero ricordare che 20 mila anni fa il livello del mare era circa 140 metri più basso dell’attuale. Poi, tra 20 e 10 mila anni fa, in piena fase glaciale, il livello risalì di circa 100 metri. Successivamente, tra 10 mila e 5 -6 mila anni fa risalì fino alll’attuale livello stabilizzandosi praticamente senza ulteriori variazioni importanti. Questi dati ci fanno riflettere sulle cause che determinano le variazioni del livello marino, che non può essere solo legato alle attività dell’uomo.