Sembra strano che non ci abbia pensato mai nessuno, ma a quanto pare manca un procedimento standard per contare le macchie solari. La strumentazione attualmente disponibile permette di “vedere” ciò che qualche decina d’anni fa non sarebbe stato possibile vedere, perciò c’è anche parecchia titubanza nel paragonare i dati attuali alle serie storiche basate esclusivamente sulle osservazioni a vista.
Personalmente scopro soltanto oggi che sul conteggio e sulle previsioni di numero ed intensità delle macchie solari, si basano anche gli indici di rischio delle compagnie che offrono copertura assicurativa a tutte quelle attività ad elevata tecnologia che possono in qualche modo essere influenzate dalle variazioni del campo magnetico terrestre indotte appunto dalle macchie solari. Questo introduce, neanche a dirlo, un elemento di ulteriore difficoltà ed incertezza, perchè quando si comincia a parlare di quattrini le cose si complicano sempre.
Da qualche anno a questa parte poi, con il dibattito sole sì sole no riferito al forcing della nostra stella sul clima, questo conteggio ha assunto ancora più importanza. Ebbene, qualcuno ha trovato l’uovo di Colombo. Una coppia di astrofisici ha messo a punto un procedimento semplice semplice per dirimere la questione. Le immagini su cui vengono fatti la ricerca ed il conteggio delle macchie sono ovviamente digitali, e ogni pixel assume una tonalità che risulta dalla composizione dei colori rosso, verde e blu. Le macchie solari hanno una firma inconfondibile nel verde, per cui dopo aver messo a punto uno standard di valutazione, basato sul numero di pixel interessato dalla colorazione necessaria per il riconoscimento delle macchie1, il conteggio viene da sé, e può essere fatto su tutte le immagini disponibili da quando si usano questi sensori.
I risultati sono interessanti ed evidenziano una discreta sovrastima più o meno di tutti gli osservatori, compresi quelli che nell’ambiente sono noti per l’atteggiamento conservativo nel conteggio. Il record dell’attuale minimo solare appare dunque ancora più significativo. Sul post da cui abbiamo tratto l’informazione c’è anche una simpatica spiegazione su come farsi il proprio conteggio usando un semplice programma di editing e post elaborazione delle immagini.
Â
NB: Grazie a Francesco per la segnalazione.
- Almeno 23 pixel con lettura nei toni del verde da 0 a 70 per almeno 24 ore [↩]
Sii il primo a commentare