Le onde anomale, improvvisi muri d’acqua che appaiono sull’oceano seminando distruzione tra le navi che hanno la sfortuna di trovarvisi a confronto, sono una realtà molto più frequente di quel che si creda. Per definizione, è anomala un’onda che ha un’altezza oltre il doppio di quelle che la circondano e, spesso, che arriva da una direzione diversa.
Ne abbiamo già parlato su CM, ma non mi ricordo quando né sono riuscito a ritrovare l’articolo ;-). Se qualcuno di voi ci dovesse riuscire ne sarei ben lieto.
Comunque, per la prima volta un gruppo di ricerca è riuscito a riprodurre in laboratorio, partendo da condizioni del mare paragonabili a quelle reali, l’insorgenza e il ciclo di vita di onde anomale. Questo, affermano giustamente, oltre a consentire in futuro di studiarne il comportamento ai fini della loro previsione, consentirà di progettare e realizzare le navi tenendo conto della possibilità di imbattersi in questi giganti.
Qui sotto il video che hanno realizzato, che inizialmente sembra una delusione, ma poi, effettivamente, mostra quanto strani ed improvvisi possano essere questi fenomeni.
Lo studio è qui, su Physical Review Letters.
Quando ero in crociera sulla Vespucci, in pieno Atlantico ci imbattemmo in un’onda anomala (era il 1967).
Io non l’ho vista, ero giù, e giù uscirono i cassetti.
Finirono in infermeria varie persone, tra cui il comandante.
Le torrette di vedetta, mi dissero, erano finite in acqua.
Per fortuna non c’era nessuno, avevamo solo i due migliori timonieri (professionisti, non noi del primo anno) a tenere la Vespucci a 30 gradi dalle onde, e basta.
In pratica eravamo in balia delle onde.
Il giorno dopo vidi l’sos di una nave tedesca, La Fiete Schulze (se ricordo bene) che era affondata a poco (oceanicamente parlando) da noi. Ma noi eravamo nel pallone, letteralmente. Avevamo infatti il pallone per segnalare che non eravamo in grado di manovrare.
Il caos che emerge dall’ordine! 🙂
Ciao, Donato.