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Ma quanto ci piace l’ENSO Blog!

Chi ci segue lo sa, da quando lo hanno aperto, il blog che la NOAA dedica alle analisi sulle dinamiche dell’ENSO – leggi El Niño e dintorni – è uno dei nostri preferiti. L’ultimo post pubblicato è pane per gli ammalati di previsioni di lungo periodo. Si tratta infatti del commento ad una raccolta di immagini organizzata in un’animazione, in cui c’è praticamente un time lapse delle performance di un nutrito numero di modelli impiegati per prevedere l’andamento del potente El Niño spentosi da qualche mese. Eccola:

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Sono mostrate le anomalie previste delle temperature di superficie della regione Niño 3.4. La fascia compresa tra +0.5 e -0.5 è la zona ‘neutra’, sopra e sotto sono rispettivamente i territori di El Niño e La Niña.

Linea nera:  Osservazioni mensili (stessa regione) da gennaio 2015 ad agosto 2016. In pratica quello che è successo davvero.

Linee viola:  rappresentano ognuna la previsione di uno dei modelli impiegati, cioè 9, tutti inizializzati all’inizio del mese. Perché più modelli? Perché non ce n’è uno di cui sia accertata la superiorità rispetto agli altri. Messi tutti insieme formano una ‘nuvola’ entro la quale facilmente cadrà l’osservazione.

Linee grigie: Tutte le previsioni, cioè, la nuvola.

Cosa ne viene fuori?

  • L’intensa crescita di El Niño nel 2015 è stata generalmente ben prevista. [nota mia: un po’ di  titubanza iniziale dovuta alla “spring predictability barrier” rapidamente superata già da maggio 2015]. In termini storici, i modelli non avevano mai fatto meglio negli anni recenti. [nota mia: non è infrequente che le situazioni che vanno verso gli estremi della climatologia siano intercettate con una certa efficacia dai modelli]
  • Il picco massimo è stato generalmente sottostimato. [nota mia: nonostante quanto appena detto, manca poi la precisione sui valori di picco].
  • Anche il declino di El Niño è stato ben previsto, sebbene la localizzazione temporale del picco fosse posposta nelle previsioni. Si chiama target period slippage (Barnston et al., 2012, Tippett et al., 2012) a quanto pare.
  • La Niña che doveva arrivare è in difficoltà. I modelli hanno via via corretto il tiro accordandosi con le osservazioni per un raffreddamento meno incisivo di quanto si aspettava e l’indice ora oscilla tra una La Niña debole e la neutralità.
  • Nonostante generalmente dopo un El Niño molto intenso arriva spesso una La Niña bella tosta, prova ne sia che i modelli andavano decisi verso il segno negativo durante la discesa, la faccenda è stata abbastanza sovrastimata. Difficile dire perché non sia accaduto e perché si stiano progressivamente riducendo le probabilità che accada nei prossimi mesi.

Bello. Un’immagine vale più di mille parole!

Trovate tutto qui!

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Published inAttualitàClimatologia

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