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Ma se Reading è in Inghilterra, perché Bologna è in Emilia Romagna?

Avete mai sentito parlare del Berkshire? È la contea inglese della città di Reading che ospita il Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine, l’ECMWF. Per chi si occupa di meteorologia è cosa nota, il Centro è un’eccellenza mondiale. Nella sua struttura, generosamente finanziata da 20 Paesi europei, si fa ricerca in materia di meteorologia da decenni e, sempre da decenni, si producono le previsioni numeriche più attendibili, che in molti dei Paesi membri vengono poi usate per far girare modelli a scala locale, quelli per intenderci che restituiscono le informazioni a livello di comune. Tutti quelli che per scelta o per indisponibilità di risorse, non hanno centri di calcolo in grado di far girare modelli globali, senza i dati del Centro Europeo non potrebbero avere previsioni locali di qualità, noi compresi.

L’ECMWF è la trasposizione nella realtà dell’intramontabile proverbio “l’unione fa la forza”. Unione di risorse, di capacità intellettuale e di intenti. Lavorando sempre tutti insieme, i ricercatori che via via si sono avvicendati a Reading hanno messo a punto tecniche di previsioni del tempo più performanti di quelle del colosso americano della NOAA e dei geni dell’informatica del Giappone, che certo non hanno l’abitudine di arrivare secondi. Di tutti gli altri non ne parliamo proprio perché sono lontani, molto lontani.

Beh, pare che il Centro Europeo potrebbe traslocare, questione di accordi interni all’Unione Europea, di convenzione in scadenza e, forse, anche di Brexit, benché di questo trasloco si parlasse già da tempo. Logico che tra i Paesi membri scatti la corsa alle candidature. Il prestigio e le ricadute economiche e culturali che ospitare il Centro può garantire sono decisamente appetibili. Quindi in modo molto simile a quello che succede per le olimpiadi e per i mondiali di calcio, ecco che arrivano le proposte ed i progetti, per una decisione attesa nel febbraio 2017 a Bruxelles.

L’Italia è in campo? Speriamo, perché in realtà per ora in campo ci sono la città di Bologna e l’Emilia Romagna, in base ad una decisione del Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso. La candidatura è senz’altro di livello, perché in Emilia Romagna e soprattutto a Bologna c’è una parte importante del panorama scientifico italiano in materia di meteo e dintorni, sia a livello universitario che infrastrutturale. Però, almeno in questa occasione, almeno quando c’è di mezzo la scienza più democratica e globalizzata che esista – il tempo atmosferico non riconosce confini, men che meno quelli amministrativi – sarebbe auspicabile che, in campo, ci fosse il sistema Paese e che ora non si levassero i peana di quanti avrebbero voluto decisioni diverse, nei pur numerosi altri poli culturali che sappiamo esistere sul nostro territorio.

Chissà, magari questo potrà aiutare il Paese dei mille campanili a far risuonare una sola campana, con maggiori probabilità che venga ascoltata nella sede delle decisioni, gettando anche le basi per superare l’empasse del fai da te meteorologico che ci piace tanto ma che serve a molto poco. Insomma, senza vole mescolare il sacro con il profano, speriamo di non dover assistere al mesto spettacolo della candidatura di Roma alle olimpiadi, anche perché a ricandidarsi per ospitare i giochi si fa sempre a tempo, se invece si perde l’occasione di crescere si resta piccoli per sempre.

 

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Luigi Mariani

    Il campanilismo è una peculiarità italiana che và sempre tenuta in considerazione quando si operano scelte (far finta che non esista sarebbe ingenuo).
    Mi domando però cosa accada nelle segrete stanze quando i nostri campanili vanno a interferire con gli innumerevoli campanili degli alti paesi UE (non tutti i Paesi hanno lunghe tradizioni unitarie simili a quella inglese o francese) e che fine faccia in questi innumerevoli casi l’interesse generale dei cittadini europei.

  2. Filippo Turturici

    La decisione sarà giocoforza anche politica, e quella italiana nonostante si creda tanto furba e tanto esperta, in sede europea non è proprio una “volpe”. L’Emilia ha già l’autorità per la sicurezza alimentare (nome corretto?) a Parma, sbandierata come se fosse la vittoria della cucina delle nonne italiane sui vari OGM-fast food-multinazionali perfide (che non si sa mai bene come, ci guadagnano solo se ci avvelenano e ci impoveriscono, delle specie di vampiri economici). Insomma confondendo i controlli dei NAS con la buona cucina; ed oggi ovviamente dimenticata, anche perché fu una “vittoria” (se non ricordo male) sulla Finlandia, mica su Francia o Germania, insomma tanto fumo e poco arrosto, è proprio il caso di dirlo.
    Credo che, sia politicamente che tecnicamente, la Germania sia molto più avvantaggiata dell’Italia, se dovessero spostare il Centro da Reading. In fondo, tra Colonia e Berlino, mi sembra che siano secondi solo appunto all’Inghilterra come preparazione e capacità meteorologiche, nonché come storia. Non ultimo, appunto, la differenza tra una politica tedesca molto concreta e che guarda a più grandi obiettivi (almeno per la Germania), ed una politica italiana molto velleitaria e scarsamente lungimirante (anche oltre il campanilismo e le lotte di potere interne). Vedremo comunque chi si candiderà e come.

  3. Fabrizio Giudici

    Mia opinione: due cose ben diverse. I giochi olimpici sono uno spreco di soldi, come è stato ampiamente dimostrato in decenni in quasi tutti i paesi che li hanno ospitati. E sostanzialmente sono diventati uno spettacolo, ben lontano dai valori di una volta.

    Altra cosa è un centro di ricerca e il valore oggettivo che porterebbe.

  4. Donato

    Nel Paese dei Guelfi e dei Ghibellini, delle Signorie sempre in guerra tra di loro, di Peppone e don Camillo, delle contrade e dei palii, dei condomini e di chi …. più ne ha più ne metta 🙂 , credo che la comunità d’intenti sia solo una pia illusione. Ammesso che il sistema Paese riesca ad ottenere che il centro sia insediato a Bologna che, da quello che ho potuto capire, è uno dei siti che sembra possedere tutti i requisiti richiesti dalle autorità preposte, i problemi sorgeranno dopo: veleni, inchieste della magistratura e via cantando renderanno penoso il percorso di realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie. Expo docet!
    Spero, comunque, di sbagliarmi e di sbagliarmi di grosso, ma sono piuttosto pessimista.
    Ciao, Donato.

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