Non è bello, non è proprio bello che ci siano luoghi in apparenza incontaminati dove sono state abbandonate delle installazioni potenzialmente inquinanti. Lo apprendiamo da un articolo uscito sul JRL e rilanciato da Science Daily. Il tema però, neanche a dirlo, è sempre quello del clima che cambia.
The abandoned ice sheet base at Camp Century, Greenland, in a warming climate
Dunque, si tratta di un’installazione militare condivisa tra USA e Danimarca in piena guerra fredda. Chilometri di tunnel sotto il ghiaccio in Groenlandia per ospitare un avamposto come ce n’erano a centinaia nel secondo dopoguerra. Con un nome che è tutto un programma: Camp century.
Un gruppo di ricercatori ha raccolto un po’ di informazioni su quello che potrebbe esserci stato e, soprattutto, su quello che, la bellezza di 50 anni fa, è stato abbandonato con la convinzione che il ghiaccio lo avrebbe custodito per sempre. E ora? Ora, beh, è tutto ancora lì, sempre sotto il ghiaccio. Solo che, sempre gli stessi ricercatori, hanno preso i soliti modelli climatici e hanno sfornato le solite previsioni. Risultato, dalla neve perenne, cioè dal bilancio di massa nettamente positivo che caratterizza la zona, dal 2090 (praticamente domani ovviamente 😉 ) si potrebbe passare ad un bilancio negativo, cioè più roba che si scioglie che roba che si solidifica.
Una volta passato in negativo il bilancio, scrivono, non ci sarebbe più nulla da fare e lo scioglimento sarebbe inarrestabile.
Ora, a parte il fatto che chi ha sporcato sarebbe bene che pulisse – su questo nel paper si pongono domande interessanti in termini di legge internazionale, fa un po’ sorridere il fatto che si critichi la scelta fatta a suo tempo di abbandonare il sito credendolo per sempre sepolto sotto al ghiaccio dicendo che prima o poi sarebbe rispuntato fuori perché niente è per sempre, ma poi si scriva che lo scioglimento sarebbe…per sempre!
Comunque, vi farà piacere saperlo (e farà piacere anche a chi dovrebbe riparare al danno suppongo), da quando il campo è stato chiuso vi si sono accumulati sopra altri 35 metri di ghiaccio e neve. Ma come?!? In pieno global warming? Tanto per sapere, sarebbe interessante vedere se i modelli avrebbero potuto prevedere questo accumulo. Se così non fosse, e temo sia, perché dovremmo credere alle loro previsioni?
Se ho capito bene leggendo l’articolo
la “gabbia” dove si trovavano i rifiuti è
affondata a 36 metri
Per cui 36 m non sono la neve accumulata
(ci sarà sicuramente anche quella)
ma è la profondità a cui in figura 2
“solid and refrozen liquid waste ”
sono sprofondati
saluti roberto