Solo il rilancio di un breve post di Bob Tisdale pubblicato su WUWT, in cui c’è il punto di situazione per l’Oceano Pacifico equatoriale, la cui porzione di superficie che si prende a riferimento per convenzione, ha visto le temperature scendere sotto il limite considerato per l’innesco delle condizioni di ENSO negativa, cioè La Nina.
Sebbene i rilevamenti siano ufficiali, non si parlerà di evento climatico dichiarato finché non saranno passati alcuni mesi. Naturalmente, ammesso e non concesso che le temperature non tornino a salire, cosa che smentirebbe in modo abbastanza clamoroso tutte le previsioni.
PS: immagino si sia capito…CM sta funzionando a basso regime causa ferie 😀
Una domanda per Guido Guidi sull’ENSO in generale: dopo il termine di un evento (Niño o Niña) si avvertono ancora i suoi effetti per qualche tempo (mesi) sul clima europeo? E circa per quanto tempo?
Mi riferisco in particolare agli effetti “postumi” del Niño appena concluso, in prospettiva estiva e autunnale.
Grazie!
Fabio, la questione è aperta, controversa e tutt’altro che semplice.
In primis le teleconnessioni dell’ENSO sull’areale europeo non sono ben definite come su altre zone, quindi è già difficile parlare di effetti, figuriamoci della loro durata.
Certo, la magnitudo del calore scambiato nelle diverse fasi ENSO tra l’oceano e l’atmosfera, nonché la distribuzione della convezione che di fatto trasporta quel calore verso l’alto sono tali da far immaginare una notevole inerzia. Tra l’altro, non è ancora assodato che la fase negativa appena accennata continuerà; potrebbe attenderci una fase di neutralità come di Nina debole, i cui effetti sfumerebbero tra quelli di un El Nino forte ma decadente.
Direi che in questi mesi e nei prossimi, dare una paternità agli eventi di larga scala sull’Europa sarà molto difficile.
gg