Quella qui sopra non è la scaletta di un concerto, non potrebbe esserlo, perché solo i CLASH saprebbero dire la loro con la musica. Infatti la musica non c’entra proprio nulla. Quelli qui sopra sono tre acronimi che stanno per:
- General Aggression Model
- Routine Activity Theory
- CLimate Aggression, and Self-control in Humans
Sono tre diversi approcci con i quali si cerca di spiegare perché dove fa più caldo certi crimini sono più frequenti che altrove. Il terzo, CLASH, è nuovo e me ne è arrivata notizia tramite la newsletter di Science Daily, ma andiamo con ordine.
Il General Aggression Model, GAM, è quello più classico. Prevede, semplificando, che il caldo renda irritabili e litigiosi perché arreca disagio. Non spiega però perché dall’essere irritabili e litigiosi si passi ad ammazzare il prossimo, visto che pare che proprio l’omicidio sia tra i crimini per i quali sussistono le differenze maggiori in termini di ambiente climatico al contorno.
Il Routine Activity Theory, RAT (che fa un po’ sorridere), è quello secondo il quale i climi caldi favoriscono la socializzazione e, quindi, anche i conflitti. In sostanza si sta più in giro quindi si hanno più occasioni per litigare. Anche qui però qualcosa non torna, perché, scrivono, si sta in giro a 25 come a 35 gradi, e non si capisce perché a parità di socialità, oltre una certa soglia climatica si litiga di più.
Ecco quindi il terzo, CLASH. un modello, spiegano, che prevede che dove fa più caldo e dove sussistono minori oscillazioni stagionali, la vita sia in sostanza più facile. Non c’è bisogno di programmare il futuro a breve termine, non ci si deve preparare per l’inverno, per la semina, per i raccolti, per fare legna per scaldarsi. Una vita vissuta nel presente molto più che con l’animo al futuro, quindi meno incline a preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni.
Il tutto, precisano, non in modo deterministico. Le latitudini tropicali, oggetto appunto dello studio, non sono la patria delle cicale. È solo che il clima, il carattere che il clima assume, permea la cultura delle popolazioni e ne condiziona alcune caratteristiche.
Sarà, lascio a voi il giudizio, resta il fatto che, questo è chiaro, dove fa più caldo si vive meglio. Attenzione però, non si deve sapere in giro.
Premesso che correlazione non è causalità, mi fa un po’ senso questo voler far dipendere comportamenti umani da eventi climatologici utilizzando strumenti analitici che, secondo me, non dovrebbero proprio essere usati o usati con estrema cautela.
Si tratta di elucubrazioni che, a mio modesto avviso, hanno poco senso anche dal punto di vista epistemologico: come diavolo si fa a correlare una grandezza fisica (temperatura) con una caratteristica che di quantitativo ha tanto poco quanto niente.
In questo caso, mi pare di capire, che la tendenza a delinquere di una popolazione estremamente eterogenea sia stata ridotta ad un numero. Correlare questo numero, sul cui metodo di calcolo ho molte riserve e perplessità, alle situazioni socio-economiche della popolazione di riferimento, avrebbe un senso logico, così come avrebbe un senso correlarlo alle condizioni geo-politiche di una certa area, ma la correlazione con la temperatura ambientale mi lascia molto, ma molto, perplesso. Equivale a dire che le popolazioni che abitano nei climi caldi hanno una tendenza a delinquere, ad essere violenti, ad essere aggressivi e via cantando, maggiore di quelle che vivono nei paesi freddi. Una volta questo si chiamava razzismo, ora la chiamano scienza. Mah!
Ciao, Donato.
…mah,io non sono d’accordo sulla frase”dove c’è caldo si vive meglio”;a parte le mie preferenze personali i paesi più civili e virtuosi si trovano oltre il 50° parallelo.per concludere vi sono anche studi che dicono che l’aggressività e la criminalità sono mpiù elevate nei paesi appunto più temperati.
Buona domenica a tutti i lettori.
i mammiferi posti in condizione di sovrappopolazione diventano più aggressivi
P.S. non lo fate sapere altrimenti addebitano l’aumento di eventi crimonosi nelle città al fatto che queste abbiano un microclima più caldo
Manca il riferimento all’umidità, che non credo sia un dettaglio poco importante.
Più è umido più andiamo in tilt…