Il clima è quello che ti aspetti, il tempo è quello che ti prendi. Semplice ma sostanziale differenza tra due punti di vista sulla stessa materia. Ne dovrebbe derivare che, dal momento che ci aspettiamo un clima impazzito, dovremmo beccarci un tempo ancora più pazzo. Così non è, perché clima e tempo sono sempre stati pazzi, nella misura in cui è pazza una cosa che non riusciamo a capire più di tanto.
Ma si fanno progressi. Per questo week end, infatti, vi propongo la lettura di un paper che analizza i trend delle precipitazioni intense – intese come quegli eventi che causano gli allagamenti improvvisi (bombe d’acqua per il commentatore generico medio – e ne attribuisce l’aumento di intensità alle dinamiche delle oscillazioni multi decadali del Pacifico e dell’Atalntico (AMO e PDO). Con buona pace del disastro climatico prossimo venturo.
Lo trovate qui. Buona lettura.
Trovo molto interessante il fatto che esista una correlazione positiva significativa al 99% della PC1 della frequenza di precipitazioni estreme (e cioè che eccedono il 95° percentile) a 1 ora con l’AMO e una correlazione negativa altrettanto stretta con PDO. Ciò spiega il trend positivo in atto negli Stati Uniti centro orientali ove l’influsso atlantico di AMO è più sensibile (figura 1).
Sempre da figura 1 noto che man mano che si sale da 1 ora a 24 ore il trend positivo della frequenza si riduce sensibilmente.
La domanda che mi pongo è se un effetto analogo di AMO sugli eventi estremi a 1 o poche ore non si stia manifestando anche in Europa, ove l’influsso dell’Atlantico e dunque di AMO è molto rilevante.