Salta al contenuto

E’ il Tempo, Bellezza!

Credo che il buon Dio abbia stabilito l’alternarsi del giorno e della notte, il ciclo delle stagioni “et aere et nubilo et sereno et onne tempo”, non solo a vantaggio dell’agricoltura e di altre attività umane che se ne giovano ma anche per non farci morire di noia. E’ sommamente bello infatti che le variabili meteorologiche oscillino intorno ad un valore medio, per cui molte volte sono al di sopra e molte al di sotto della media, e qui mi spiace dover ribadire un concetto che penso capirebbe anche un bambino dell’asilo. Mi vedo però costretto a farlo perché ho avuto la ventura di imbattermi in un articolo a firma di Elena Tebano, apparso sul Corriere della sera del 18 giugno scorso e che mi ha fatto cadere le braccia fin dall’ineffabile titolo: “Perché piove così tanto? A Milano dati oltre la media. Dopo un inverno “inesistente“ rovesci improvvisi”.

Già, perché piove così tanto? Alla giornalista vorrei dire che non è perché il governo è ladro ma perché “È il tempo, bellezza! Il tempo atmosferico! E tu non ci puoi far niente! Niente!” E per sostanziare una tanto apodittica affermazione vediamo di entrare un po’ più nel dettaglio, ad iniziare dal fatto che la giornalista cita il fatto che dal 21 marzo al 16 giugno nella stazione di Corsico sono caduti 315 mm di pioggia, un dato che a lei pare evidentemente stratosferico. Basta però andare a vedere la serie storica di Milano Brera, che ha inizio nel lontano 1764, per accorgersi che nel trimestre aprile-giugno (mi scuserete ma ho solo dati mensili, per cui approssimo il periodo 21 marzo – 16 giugno con il periodo 1 aprile – 30 giugno) cadono in media 274 millimetri (media 1981-2010) e che i 315 millimetri sono stati superati in ben 67 anni (tabella 1 in cui ho evidenziato in rosso i superamenti più recenti).

Nello stesso articolo ci viene detto poi che l’inverno non c’è stato, il che potrà anche apparire verosimile per chi guarda il mondo dal centro di Milano ma non è in alcun modo vero per chi vive in campagna e dunque fuori dalle isole di calore urbano. A dimostrazione di ciò in tabella 2 ho riportato i 35 giorni con temperature minori o uguali a 0°C registrati a Milano Linate (fonte: NOAA GSOD). Insomma, va bene parlare di un inverno mite ma da qui a dire che l’inverno non c’è stato, ci vuole un bel coraggio!

Ma la vera chicca dell’articolo sta nei “temporali tropicali” che pare ci colpiscano con “rovesci improvvisi, intesi e brevi” come conferma l’ingegner Antognazza, appositamente intervistato, il quale ci spiega che è tutta colpa del surriscaldamento globale. Su questo argomento non entro perché se n’è parlato a iosa su CM. Posso solo ricordare quanto su tale tema ho scritto mesi orsono nel mio “Nullius in verba”.

A la fin de la fera, che dire? Son sempre più convinto che la fine ingloriosa che stanno facendo i quotidiani italiani non sia dovuta tanto alla concorrenza della rete quanto alla sempre più scadente qualità dell’informazione che essi diffondono. Personalmente, con il buon maestro Manzi, penso che “non è mai troppo tardi” per produrre un’informazione corretta; tuttavia la memoria di tante esperienze pregresse mi induce a pensare che sia un bel “voler raddrizzar le gambe ai cani”.

 

Tabella 1 – Precipitazioni (mm) maggiori o uguali a 315 mm registrate nel trimestre aprile-giugno a Milano Brera del 1764 ad oggi. In blu è il numero d’ordine e in rosso sono i casi più recenti.
1 1876 584 24 1918 399 47 1930 347
2 1898 556 25 1850 397 48 1911 346
3 1905 539 26 1889 394 49 1849 343
4 1984 536 27 1837 392 50 1956 340
5 1903 521 28 1879 392 51 1988 340
6 1859 482 29 1954 391 52 1855 335
7 1941 450 30 1888 389 53 2002 335
8 1936 443 31 1958 386 54 2008 334
9 1975 441 32 1831 377 55 1835 332
10 1797 439 33 1811 374 56 1846 331
11 1957 437 34 1881 372 57 1792 330
12 1810 435 35 1971 371 58 1880 327
13 1843 431 36 1995 371 59 1851 326
14 1860 430 37 1838 370 60 1890 324
15 1799 424 38 1985 367 61 1915 324
16 1959 420 39 1866 365 62 1777 323
17 1948 417 40 1781 360 63 1875 322
18 1827 412 41 1896 359 64 1989 320
19 1990 412 42 1986 356 65 1899 317
20 1842 409 43 2009 356 66 1815 315
21 2012 408 44 1795 353 67 1768 315
22 1940 402 45 2013 350
23 1978 399 46 1809 348

 

Tabella 2 – temperature inferiori a 0°C registrate a Milano Linate nell’inverno 2015-2016 (fonte: NOAA Gsod). In blu il numero d’ordine. Le date sono espresse come anno, mese e giorno.
1 20160120 -5.3 13 20151128 -2.0 25 20160226 -0.7
2 20160118 -5.2 14 20151130 -2.0 26 20151227 -0.3
3 20160119 -5 15 20151229 -2.0 27 20151212 -0.2
4 20160121 -5 16 20160101 -2.0 28 20151228 -0.2
5 20160122 -5 17 20160114 -2.0 29 20160304 -0.2
6 20160124 -4.5 18 20151126 -1.7 30 20160308 -0.2
7 20151127 -3.3 19 20160108 -1.7 31 20151211 0.0
8 20160116 -3.1 20 20160107 -1.6 32 20151226 0.0
9 20160123 -2.9 21 20160126 -1.1 33 20160102 0.0
10 20160125 -2.3 22 20151124 -1.0 34 20160103 0.0
11 20151129 -2.2 23 20151201 -1.0 35 20160112 0.0
12 20160211 -2.2 24 20160117 -1.0

PS: l’immagine in testa al post viene da qui.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàClimatologiaMeteorologia

5 Comments

  1. Uberto Crescenti

    Luigi Mariani argomeenta le sue opiniioni sulla base di dati correttamente riferiti. Così anche questa volta ha “sbugiardato” la giornalista deel Corriere della Sera. Certo, questo giornale che gode di stima, in fatto di ambiente è spesso fornisce notizie non corrette. Ricordo, ad es., che in un articolo apparso il 5 maggio 2007, così rtitolava: ” Le cure per guarire la Terra: ci sono 8 anni di tempo”. No-comment.

  2. Massimo Lupicino

    Caro Luigi, siamo alle solite. Sono d’accordo sulla qualita’ scadente dell’informazione in generale. In particolare quella generalista delle grandi testate giornalistiche nazionali. Grandi per numero di click non certo per la qualita’. Mi sembra una tendenza inarrestabile: da una parte giornalisti sempre meno qualificati, pagati, preparati. Dall’altra la concorrenza online di siti che offrono prodotti tagliati “su misura”: ti interessa la geopolitica? Meglio abbonarsi a Limes che leggere i soliti articoli russofobi prodotti in serie da stampubblica, corriere e simili. Ti interessa la finanza e l’economia mondiale? C’e’ l’imbarazzo della scelta, ci sono blog come zerohedge che fanno piu’ di 2 milioni di contatti al giorno e rubano mercato a grandi siti mainstream americani come bloomberg, che fino a ieri spadroneggiavano indisurbati. Sei stomacato dagli articoli pedestri e sgangherati sul global warming? Leggi Climatemonitor, e poi siti stranieri gia’ citati spesso su questo stesso blog. La possibilita’ di scelta e’ infinita, e i quotidiani generalisti si stanno “Sunnizzando”, ovvero stanno diventando quotidiani popolari, rivolti ad un pubblico scarsamente informato e, si suppone, facilmente influenzabile. Il che spiega anche l’arroganza con cui certe posizioni vengono spiattellate, ovvero il pensiero unico. Non si lascia spazio al dubbio, per il semplice fatto che non si e’ in grado di spiegare perche’ una cosa e’ migliore o preferibile ad un’altra. Ho imparato negli anni che l’arroganza e’ soltanto l’altra faccia dell’ignoranza. L’ignorante e’ arrogante perche’ non in grado di ragionare criticamente e di affrontare un confronto dialettico, scientifico o di qualsiasi altra natura. Una stampa ignorante e arrogante che in quanto tale non andrebbe semplicemente letta. Il mare e’ pieno di pesci vivaddio. Basta cercare… Tra una scarpa e una bottiglia di plastica si troveranno spigole, orate e cernie in quantita’ 🙂

    • Guido Botteri

      Hai scritto
      // l’arroganza e’ soltanto l’altra faccia dell’ignoranza. //
      Personalmente credo che siano due cose diverse, proprio per l’esperienza che mi sono fatto discutendo con tante persone che avevano entrambe queste “qualità”.
      L’ignoranza si può curare, basta studiare.
      Tutti nasciamo ignoranti, ma molti di noi studiano e diventano persone di cultura.

      L’arrogante invece non studia e disprezza lo studio e chi studia.
      L’ignoranza è dunque, in questi casi, una “conseguenza” e non una causa.
      C’è gente che non ha una preparazione scientifica (cosa legittima, mica dobbiamo essere tutti uomini di scienza) ma guarda il cielo e pretende di sapere cosa sia quello che vede, dando interporetazioni fantasiose e ridicole.
      Se gli dici qualcosa dice che sei pagato, che sei un troll, che sei un servo del sistema.
      Rinnega l’intera scienza, per lui (o lei) vale solo la propria interpretazione, per assurda che sia.
      O magari fanno fede siti che dicono le cose più strampalate e illogiche.
      Le leggi fisiche, per queste persone, non valgono nulla.
      Ecco perché rimangono ignoranti, perché non accettano nulla di scientifico, ma solo affermazioni senza uno straccio di prova.
      Con queste premesse, ti renderai conto che NON possono che rimanere ignoranti, e l’ignoranza sia, come ho detto, una inevitabile conseguenza di un atteggiamento arrogante e antiscientifico.
      Semplicemente non è possibile insegnare nulla a questa gente, perché rifiuta qualsiasi forma di apprendimento, e quindi resta ignorante.
      Secondo me.

    • Massimo Lupicino

      Guido la discussione si fa filosofica 🙂 e devo dire che il tuo e’ un ottimo punto, specialmente applicato in un ambito scientifico, dove piu’ che di ignoranza si puo’ parlare di malafede o di ricerca “a senso unico”… Per quanto riguarda la “mia” interpretazione, questa si applica, ad esempio, in contesti in cui una persona senza nessuna competenza viene promossa a posizioni di responsabilita’. In questi casi capita spesso che l’arroganza sia usata per mascherare la propria incompetenza e inadeguatezza al ruolo. Dialogo immaginario: “Fai questa cosa” “E’ una cosa sbagliata, per via di X, Y e Z” “Non me ne frega niente, la fai e basta, io sono il capo”. In ambito giornalistico si prendono spesso posizioni preconcette e granitiche anche perche’ manca la minima base culturale e, nello specifico, scientifica, per mettere in discussione il mainstream. Se una cosa la dice il NYT o il Guardian allora deve essere vera per forza… La mancanza di strumenti culturali ci rende vittime e fruitori passivi del tam tam del mainstream, in ogni campo. Ma alla fine, piu’ che di ignoranza, sono d’accordo con te che si dovrebbe parlare di altro. Ad esempio, apertura mentale, voglia di vedere oltre le apparenze, volonta’ di approfondire e pensare con la propria testa. Non serve certo un titolo di studio per avere queste benedette (e rare) qualita’…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »