Ognuno decida per se dove applicare gli elettrodi, personalmente comincio ad avere i sudori freddi.
Dunque, che si sia eco-eroici o meno, al giorno d’oggi c’è in circolazione un vero oggetto del desiderio, le auto Tesla. Vuoi per il fascino del brand, che porta il nome del grande scienziato scomparso con i suoi segreti (pare viva in compagnia di Jim Morrison, Elvis Presley e Kurt Kobain sulla solita isola deserta), vuoi per le linee decisamente accattivanti e le prestazioni ultra sportive, vuoi perché fa cool pensare di poter inserire la presa nel garage di casa, tutti vorrebbero una Tesla. Magari solo per un’oretta al giorno ma, vuoi mettere?
Ma nessuno se la compra, almeno, pare, non con soldi suoi. E di soldi, comunque, viste tutte le qualità di cui sopra, ce ne vogliono un bel po’. Il modello “entry level” atteso sul mercato per il prossimo boom della motricità elettrica parte, negli USA, da 35.000 $. Non ho idea di quanti Euro ci vorranno per averla in Italia, perché la proporzione dei prezzi tra le due sponde dell’oceano non è mai stata lineare al cambio valuta e i prezzi ‘regionali’ usciranno solo nel 2017. Se comunque volete togliervi lo sfizio, la Model S, il top di gamma, può essere vostra per 90.000 Euro.
Che si tratti di top di gamma o di entry level, quel prezzo, comunque, è garantito dai generosi incentivi che Tesla riceve dal governo USA in vari stati per vari stabilimenti, nonché dagli incentivi altrettanto generosi di cui si può godere all’acquisto. Nonostante ciò resta piuttosto alto. Per carità, FCA e gli altri ne avranno di paragonabili (per esempio quelli offerti per aumentare l’occupazione dove sono gli stabilimenti), ma quelli fanno macchine che poi si possono usare nella forma in cui uno si aspetta che accada quando le compra, cioè per andare in giro come, dove e quando si vuole. Questo le auto elettriche ahimè ancora non lo garantiscono. Elon Musk, patron di Tesla, giura che la Model 3 lo farà. Può darsi, mal che vada con quella cifra ci scappa comunque un abbonamento al taxi.
Inoltre, e qui viene il bello perché per tutto il resto ognuno faccia come crede, salta fuori che Tesla negli USA non guadagna vendendo auto, dato che ne produce poche e pochi le comprano, ma vendendo certificati verdi. Infatti la legge prevede che ogni costruttore di automobili debba vendere un certo numero di auto ad emissioni zero per star dentro i parametri di sostenibilità delle attività produttive, sicché dato che si producono e vendono pochissime auto elettriche ma molte auto normali, tutti gli altri sono costretti ad approvvigionarsi di indulgenze per il paradiso sostenibile, mentre la Tesla, che fa solo auto elettriche, di lasciapassare ne ha da vendere…e li vende, mentre il rischio d’impresa è a carico di chi paga le tasse.
Senza incentivi a monte e a valle del ciclo e senza certificati verdi, produrre le auto Tesla costerebbe tanto da renderle incomprabili, a meno di essere uno sceicco che vende petrolio. Però così, a ripensarci, il cerchio almeno sarebbe chiuso.
Ci aspetta un roseo futuro, speriamo di sopravvivere al presente.
[…] Autore: Guido GuidiData di pubblicazione: 13 Maggio 2016Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=41327 […]
Le auto elettriche le hanno sempre costruite ma non hanno mai sfondato perche hanno problemi di gestione e di batterie, hanno problemi di freddo e di caldo, il rendimento di carica/scarica e sempre molto basso. E’ vero che con le ioni litio ci sono dei grossi miglioramenti ma i problemi resistono ancora. Non capisco perche bisogna dare dei contributi pubblici ( denari delle tasse di tutti) a chi voule questi costosissimi giocattoli. Non voglio immaginare l’importo dei danni in caso di un incidente in cui si piega il telaio con 10mila batterie impachettate sul pianale. Vero è che la singola cella Li-Ion puo avere rendimenti superiori al90% ma quando se ne mettono insieme 10mila le cose cambiano drasticamente.
“Che questo richieda dei costi iniziali per sostenerlo è, come dice lo stesso articolo, la norma e non l’eccezione.”
Sì, ma quanto è lecito che duri?
Per quanto riguarda le auto a guida automatica… mah. Mi convinceranno solo quando le vedrò a Roma o a Napoli.
Ci sarà molto meno traffico di adesso, in quanto le automobili automatiche, la maggior parte, saranno a noleggio.
Dopo esser sceso a destinazione, si potrà dire alla macchina che è nuovamente disponibile per altre persone, e chiamarla (un’altra macchina del tipo desiderato) solo quando serve (per andare e tornare da lavoro, ecc).
Peccato che le ore di punta sono sempre quelle, e il pool di auto non potrà ridurre di molto il traffico nelle ore in cui tutti si devono spostare. Inoltre, temo che ci sarà anche più traffico di adesso perché la gente (giustamente), nel caso il modello delle auto a noleggio prenda piede, le userà al posto dei mezzi pubblici, che sono sempre inefficienti.
In ogni caso, il mio riferimento a Roma o a Napoli non aveva bisogno di pensare ad un gran che di traffico.
I primi modelli/pezzi di ogni nuovo prodotto hanno sempre dei prezzi alti per coprire i costi di Ricerca e sviluppo.
Abbassare i prezzi, anche utilizzando gli incentivi, è un modo per sostenere parte di questi costi e aumentare la dimensione del mercato. In genere questo è necessario nei periodo iniziale, poi, quando il mercato diventa maturo, si sostiene da se e restituisce indirettamente con le tasse i contributi ricevuti.
In un futuro non ben definito, è chiaro che il motore a combustione scomparirà nei mezzi di trasporto che circolano nelle città.
Che questo richieda dei costi iniziali per sostenerlo è, come dice lo stesso articolo, la norma e non l’eccezione.
Sta per nascere una nuova società basata sull’elettrico con tanti vantaggi e qualche problema, di cui i costi, forse, non sono neanche il più importante.
Le auto elettriche saranno, presto, a guida automatica.
Così come verranno automatizzate le automobili, lo saranno anche altri settori.
Ed un’automobile elettrica a guida automatica cos’è se non un robot a sembianze non umane. Poi verranno automatizzati la maggior parte degli altri settori.
Ci sono già robot che riescono a costruire buona parte di una casa/palazzo.
Ci sarà sempre meno bisogno del lavoro umano.
La disoccupazione NON potrà che aumentare.
Come far fronte a una disoccupazione di massa?
Le risorse saranno sufficienti a mantenere una popolazione che non produce niente?
Penso che vivremo una trasformazione radicale della società, di cui i costi per la produzione delle automobili elettriche non sono niente in paragone.
Tanti volontari per la prossima colonizzazione di Luna/Marte/altro? Magari prima di partire si verrà sterilizzati così lassù non si potrà procreare (ma di certo ci si divertirà…) per garantire un flusso di emigrazione dalla Terra?
😀 Ma forse neanche tanto 😀
Una volta fece dei calcoli, erano disponibili in un mio sito internet prima che non rinnovassi più il dominio.
Il risultato di tali calcoli era “inquietante”.
L’energia per trasferire la popolazione mondiale in un pianeta vicino come Marte o anche la Luna, erano enormi; per non parlare del fatto che almeno qualcosa dalla Terra bisognava portarla (spiacente niente bagagli!).
Se non troviamo una nuova fonte energetica MOLTO intensa (fusione nucleare?), anche se trovassimo nelle vicinanze un pianeta abitabile, non sarebbe energeticamente possibile raggiungerlo (indipendentemente dal tempo necessario), per tutta la popolazione mondiale.
Magari per un ristretto numero di persone, sarebbe possibile.
Elysium?
“Abbassare i prezzi, anche utilizzando gli incentivi, è un modo per sostenere parte di questi costi e aumentare la dimensione del mercato. In genere questo è necessario nei periodo iniziale, poi, quando il mercato diventa maturo, si sostiene da se e restituisce indirettamente con le tasse i contributi ricevuti.”
Il problema di Tesla e soci, e di Musk in particolare, è di fare i conti senza l’oste. Intendiamoci, Musk ha anche coraggio e coerenza, e infatti ha iniettato miliardi del suo patrimonio personale in Tesla e SolarCity: miliardi che ora infatti sta perdendo. Tali compagnie restano a galla solo grazie agli incentivi, anzi ai doppi incentivi (diretti più quote CO2) di cui parla questo articolo. Ma né i grandi capitali né i grandi incentivi possono sconfiggere la realtà fisica, che si trasforma in realtà finanziaria: le compagnia di cui sopra, ed è un problema reale e non un semplice allarme, entro 2 anni saranno fallite, se non riescono a “fare cassa”. Tesla non ha mai chiuso un solo anno in attivo, nonostante tutti questi fondi; e se il nuovo modello 3 non venderà piuttosto bene (il doppio degli attuali preordini), dovrà “portare i libri in tribunale”.
Tornando al Suo commento, infatti, trovo due assunzioni diversamente verificate:
– il rischio con gli incentivi è sempre quello di drogare il mercato, nonché di sostenere tecnologie che non reggono e non reggeranno il confronto; non tutte le nuove tecnologie, infatti, si dimostrano valide ed effettive, ovvero superiori alle concorrenti;
– non credo che Tesla ecc. pagheranno tasse maggiorate, una volta andate in attivo; l’obiettivo della crescita economica deve essere reale, non fittizio, come dice Lei ampliando il mercato, ma qui mi sembra invece che si vogliano sottrarre forzosamente quote di mercato (quello automobilistico è abbastanza saturo).
Sarei insomma molto più a mio agio, se i guadagni ma anche i rischi fossero privati, senza “balzi in avanti” di sinistra memoria: il costo umano delle bolle finanziarie sarà largamente inferiore alle politiche maoiste, ma esiste anch’esso.