Le dichiarazioni dei grandi della Terra sull’emergenza clima hanno suscitato molta attenzione sui media. Chi più chi meno, gli oratori che si sono susseguiti all’assemblea generale delle NU, hanno tutti fatto appella alla necessità di raggiungere in fretta degli accordi per fronteggiare il periglio del secolo, comprando -si fa per dire- ampio spazio su tutti i quotidiani. Per la verità , dietro queste volenterose dichiarazioni d’intenti non è che ci sia un gran che, come abbiamo avuto modo di commentare già ieri in questo post, ma tra una preoccupazione e l’altra, si è trovato anche lo spazio per dire, scrivere e leggere qualcosa di sensato.
Mi riferisco a questo articolo comparso su Il Messaggero a firma di Emanuele Pellegrini. Nel pezzo i pareri di Franco Prodi e Antonio Navarra, due persone che, con buona pace di chi è sempre attento alle patenti altrui, il certificato di esperti di climatologia lo hanno appeso dietro la scrivania da un bel pezzo. Sorpresa, entrambi dicono senza mezze misure che le parole clima e catastrofe non possono essere usate nella stessa frase, semplicemente perchè non sappiamo assolutamente quale direzione potranno prendere le dinamiche del clima. Non ci sono ragioni per terrorrizzare, come non ce ne sono per tranquillizzare, semplicemente non ce ne sono. Il problema esiste e va segnalato, secondo Navarra, ma le previsioni diffuse dai media si basano su strumenti non ancora validi e non possono essere usate per una qualsiasi forma di interventi di carattere politico o economico, gli fa eco Prodi. Più in fondo però, ancora Navarra auspica il raggiungimento di un accordo che riduca le emissioni senza far danno ai paesi in via di sviluppo. Forse questo vuol dire che a quelli già sviluppati si può far danno? Meglio dedicarsi all’ambiente invece, come suggerisce Prodi, che spesso con il clima non c’entra nulla e che ha vistosamente bisogno di attenzione.
Un articolo equilibrato e sensato, dicevo, ma forse nè il giornalista, nè i due intervistati avevano letto quanto trovato da uno dei nostri lettori sul sito dell’ultimo capolavoro mediatico, il documentario The Age of Stupid, e di cui sto per darvi conto. Area commenti, diteci se la fiction vi è piaciuta oppure no ma, attenzione,  “Ogni commento da negazionisti e scettici sarà cancellato. Il dibattito sulle origini umane del cambiamento climatico è concluso. Una delle ragioni per cui ora siamo così disperatamente a corto di tempo per agire contro la deriva del clima è che sono state perse delle decadi dietro alle argomentazioni prive di significato, male informate e mirate a confondere dei negazionisti del clima“ ((http://www.ageofstupid.net/public_reviews)) . Però, se volete commentare il film potete farlo naturalmente, luci, inquadrature, sceneggiatura, purchè non parliate di clima e ambiente. C’è anche uno stupidometro, che dovrebbe indicare essendo alimentato dai commenti, l’indice di gradimento del pubblico. Bene, tutti i commenti negativi per l’oggetto e lo scopo del film sono cancellati, tuttavia lo stupidometro non va oltre l’85% di gradimento. Un vero successo planetario. Ma non basta, il genere di commenti benvenuti è questo: “Ken Livingstone (ex sindaco laburista di Londra e, sempre per i patentati, affatto esperto di clima e affini), ha visto il film alla sessione di brainstromig delle ONG ieri l’altro ed ha detto che “Ogni cittadino del paese dovrebbe essere messo a forza su una sedia e obbligato a vedere questo film“”1.  Per fortuna ha dimenticato di dire che la sedia dovrebbe essere alimentata dalla corrente.
Questa è comunicazione, questa è scienza, questa è democrazia. Questa è follia e questa gente fa spavento. Forse la gente comincia ad essere un pò stufa di questa litania. Tutto ciò mi fa venire in mente anche le riflessioni di un altro dei nostri lettori. Un pò di pazienza perchè è mia intenzione darvi conto anche di queste:
Certo è curioso, alcuni paesi non certo esponenti dell’emiciclo moderato del mondo stanno per dotarsi di armi nucleari e missili intercontinentali e il segretario delle nazioni unite e il presidente degli Stati Uniti seguito da quasi tutti i componenti del G20 ribadiscono che la priorità , la minaccia, è rappresentata dal riscaldamento globale antropogenico.
Non solo, il presidente delle Maldive, dichiara dal palco dell’ ONU che i paesi industrializzati, devono sostenere i costi della transizione verde delle industrie dei paesi in via di sviluppo, ma che essendo “colpevoli†dello sviluppo dovranno in qualche maniera farsi perdonare. Non male, scusate se i nostri nonni hanno portato prosperità sul pianeta, perdonateci per aver sconfitto malattie diffuso il benessere abrogato la schiavitù, anche quella fisica dell’operaio, adesso rimedieremo.
Lo stesso presidente maldiviano, teme di finire sott’acqua e per questo motivo ha istituito una tassa di 3 dollari al giorno per i turisti in visita all’arcipelago che frutterà fior di dollari all’anno, forse pensa di costruire qualche argine con sacchi pieni di dollari? …o forse l AWG è un grande enorme businnes?
Vista l’offensiva mediatica e politica in atto non sono ammesse repliche, non è ammesso il dissenso, non è ammesso il dubbio. L’appello del segretario generale infatti scalda gli animi e spinge i più integralisti all’offensiva.
Andando al lavoro per radio ascolto un intervista al prof. Mario Tozzi, il quale indignato, afferma che gli scettici sono l’ostacolo alle decisioni che dovrebbero contrastare il cambiamento climatico causato dall’uomo. Afferma che a queste persone viene riservato troppo tempo nelle trasmissioni e sui giornali e che ciò dovrebbe essere impedito, perché rappresentano solo l’ 1% della comunità scientifica e quello è il tempo che spetterebbe a chi mette in dubbio l‘AGW.
Non male per un personaggio che ha avuto in passato e probabilmente avrà in futuro il mezzo televisivo pubblico a disposizione, dopo queste dichiarazioni siamo certi che lo userà  per divulgare idee scientifiche e darà voce anche a chi non la pensa come lui. Comunque io sono curioso di sapere dove il prof. Tozzi legge vede e sente parlare sui media scienziati non dico fermi assertori di una causa naturale del riscaldamento, ma dove riesca a trovare un’intervista a uno scienziato che avanzi solo un piccolo dubbio.
Qualche ultima riflessione personale. L’occidente ha fatto molto ma ha fatto anche molti danni. Se ci sarà un conto da pagare lo dirà la storia, perchè così va il mondo. Quanto a Mario Tozzi, è probabile che avesse letto quanto riportato sul sito del film, però forse per mancanza di tempo, deve essergli sfuggita l’intervista a Prodi e Navarra di cui sopra. Poco male, se tanto mi dà tanto finiranno presto oscurati anche loro. Curiosamente, a lui saldamente allineato, la patente di climatologo non l’ha chiesta mai nessuno. Ciò detto, se dopo avermi legato sulla sedia ed avermi obbligato a vedere il film mi faranno scegliere la località dell’esilio, se ne può parlare, questa faccenda comincia a venirmi a noia.
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NB: Grazie a Augusto per la segnalazione e a Giorgio per le riflessioni.
Ho letto l’articolo del Messaggero e non mi è piaciuto l’intervento di Navarra nè quello di Prodi.
Il messaggio che passa è: Huston, abbiamo un problema ma non sappiamo qual è nè quale sarà . Però c’è un problema!
Mi pare che la logica stia tutta lì: affermare che c’è un problema che non si conosce e, per il solo fatto di averlo dichiarato, il problema esiste. Questa è logica?
Allo stesso tempo Prodi afferma che i modelli climatici sono strumenti irrealistici e, per questo stesso motivo, entra ancor più in contraddizione con sè stesso rispetto ad un Navarra che almeno mostra una maggior fede nel suo lavoro.
Se i modelli non sono affidabili, a detta di Prodi, che cosa rimane che ci suggerisce che c’è e ci sarà un problema?
O abbiamo gli strumenti per accertare un problema o il problema è solo frutto dell’oratoria ( o di un’ipotesi non verificata).
E l’intervista sul Tempo non aiuta a chiarire le sue idee. Ribadisce l’inaffidabilità dei modelli ma allo stesso tempo fa appello al principio di precauzione per una riduzione delle emissioni.
Insomma, i modelli non ci possono dire se la CO2 sarà un problema, ma siccome qualcuno ci crede e lo dice, allora la CO2 non può che essere un problema!
Auspico, come dice lui, che ci sia più scienza, prima.
La seconda parte di questa discussione ritorna, se ce ne fosse bisogno, sul pericolo rappresentato da questi agguerriti gruppi di “credenti”. Sono una minaccia reale per la democrazia e per la sicurezza individuale e collettiva.
Paolo
P.S. Di Tozzi non voglio proprio occuparmi, ho parlato di Prodi e Navarra, eh! Ma Tozzi non è professore, finora.
posto un illuminante articolo di F Prodi
Articolo di oggi su “Il Tempoâ€
cambiamenti climatici
“Servono 50 anni per conoscere
la verità sul destino del pianetaâ€
Il ricercatore Franco Prodi, fratello di Romano: “Obama parla di catastrofe in disaccordo con la scienzaâ€.
http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/09/24/1073517-servono_anni_conoscere.shtml
Non mi sorprendono le parole di F Prodi:
“si dà l’impressione di aver già acquisito tutti gli strumenti necessari per generare una soluzione ma non è così.â€
Gli italiani conoscono i pericoli dei cambiamenti climatici?
«No, assolutamente. C’è una gran confusione e un distacco dalla scienza. Si privilegia la fantascienza».
Come sempre da condividere al 100%
grazie per la segnalazione dell’interessante articolo, fa piacere che anche voi di climatemonitor siate diventati consapevoli della necessità di ridurre le emissioni di gas serra, sia ben chiaro, senza fare dell’inutile catastrofismo.
… “In realtà – spiega Navarra – non siamo in una situazione diversa da quella in cui ci trovavamo un anno fa. Sappiamo che esiste un problema e che questo problema è destinato ad ingrandirsi con l’aumento delle emissioni di gas serra. Ora quello che serve è un accordo globale per ridurre le emissioni senza impedire ai paesi in via di sviluppo di continuare a crescere».”
E’ da tempo chiaro che nessuno tra i frenquentatori di questo sito è un supporter dell’inquinamento e che ogni persona di buon senso vuol vedere diminuire le emissioni causate dall’uso dei combustibili fossili ( non il solo capro esiatorio rappresentato dalla CO2 ). Certo la dipendenza da petrolio e combustibili fossili va superata pensando al fatto che queste fonti non sono eterne, ma tutto il businnes e le frasi politicalmente corrette, anzi quasi populiste, che si sentono parlando di CO2 andrebbero un tantino ridimensionate.
Temo che presto, viste le centinaia di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio dell’IRAN il numero più di moda non sarà più il 2 della tanto vituperata CO2, ma il e il 235 dell’uraio necessario per usi militari, delle emissioni ne riparleremo ( anche all’ ONU ) tra un paio di anni….
Giordano,
tra le due, mi piace molto di più la posizione di Prodi, che ha il coraggio delle sue dichiarazioni. L’altra, pur oggetto di una inversione di rotta iniziata qualche tempo fa, lascia chiaramente capire che si vuole lasciare uno spiraglio al mainstream, un po’ troppo salomonica. Ad ogni modo, cali pure la CO2, basta che per questo non pretendano di presentarci il conto.
gg
Dott. Guidi,
io seguo con entusiasmo ogni suo intervento, da appassionato delle “dinamiche climatiche”.
Nel farle i complimenti, quindi, manifesto solo un piccolo appunto di carattere secondario:
scriva “un po’” con l’apostrofo e non con l’accento.
Con questo semplice accorgimento, tutto sarà perfetto … .
Ha ragione, dannata fretta e dannate brutte abitudini. Grazie 😉
gg
Nel caso in cui la terra si raffreddi nelle prossime decadi (Scafetta 2009 Kennyslide 2007)grazie all’effetto di:
– un minimo solare prolungato,
– un prossimo ciclo solare che i russi prevedono debole,
– la PDO negativa,
– presto l’Amo negativa
– e magari una nina molto strong.
bisognerà appellarsi ai seguenti reati:
– procurato allarme
– truffa ( pannelli solari fv)
e chiedere le dimissioni a tutti i catastrofisti per incompetenza e il rimborso di tutti i soldi spesi per nulla.