Scritto sulla scia di due post, su CM qui e su WUWT qui, nei quali si commenta il calo del desiderio sessuale causato dal riscaldamento globale di origine antropica (il cosiddetto cambiamento climatico). Consapevole di una qualche relazione tra il desiderio sessuale e la natalità, mi sono chiesto se quest’ultima avesse un legame con parametri meteorologici o climatici e ho cercato di trovare questa eventuale relazione usando dati italiani e globali.
In particolare ho provato ad accoppiare (!) le nascite in Italia, mese per mese e mediate sui 6 anni 2009-2014, con le precipitazioni mensili di 5 città del nord Italia, mediate su intervalli temporali compresi tra 200 e 212 anni (PD,PV,UD,TO,MI). Lo so, ho usato le nascite di tutta Italia e le piogge solo del nord ma non vorrei dare origine a una “guerra” all’ultimo … biberon per un post la cui vena principale è, o potrebbe essere, sarcastica e forse anche un po’ divertente.
Poi, proseguendo, ho usato i dati mensili NOAA della concentrazione di CO2 a Mauna Loa tra il 1959 e il 2015 e li ho mediati sui 57 anni di osservazione, calcolando il valore medio tra tutti i gennaio, tra tutti i febbraio, ecc. (ricordo che la CO2 è considerata un gas “ben distribuito” in atmosfera).
Tutte le informazioni sono raccolte in fig.1 (pdf) dove, in a), le scale di destra si riferiscono alla precipitazione (rosso) e alla CO2 (blu), e la scala di sinistra al numero dei nati (nero). La scala superiore mostra il mese di concepimento. In b) sono graficate le funzioni di cross-correlazione tra nati e precipitazioni (rosso) e tra nati e CO2 (blu).
Il quadro b) ci dice che le nascite non sono correlate con le precipitazioni, cioè i bimbi nascono (decidono di nascere?) indipendentemente da quanto piove o nevica (la CCF a lag=0, il coefficiente di correlazione di Pearson, vale 0.26).
Invece, dalla forte correlazione inversa (a lag=0 la CCF vale ancora -0.72) tra nascite e CO2 si deduce (quadro a) che nascono meno bimbi quando l’oscillazione annuale porta la CO2 a valori più alti e, viceversa, nascono più bambini quando i valori di CO2 sono inferiori. Possiamo dedurne che i nascituri italiani, certo consapevoli della bontà della teoria AGW, decidono di venire al mondo nelle migliori condizioni possibili.
Decisamente molto intelligenti …
Per ora non è dato sapere se questa consapevolezza raggiunge il fatidico 97% degli “aventi diritto”: a prima vista sembrerebbe di no, ma saranno necessari ulteriori studi, anche con l’aiuto di modelli globali.
Per concludere, due importanti considerazioni:
- I neonati italiani sembrano più “netti” e decisi dei loro genitori. Infatti, se osserviamo il mese di concepimento (dicembre-gennaio per il massimo delle nascite e luglio, relativamente a un mese intermedio, aprile, per il minimo delle nascite) vediamo una preferenza per valori medi di CO2 e quindi una minore consapevolezza dei rischi dell’AGW. Una domanda sorge spontanea: i genitori italiani saranno forse un po’ scettici? E poi, secondo le nuove tendenze della politica, potrebbero essere denunciati e condannati per una tale devianza?
- Esiste una lista che elenca gli effetti rischiosi causati dal cambiamento climatico. In questo caso, però, si può parlare di un vantaggio dell’AGW: bimbi più intelligenti (poi, purtroppo, quando crescono … deviano). Da aggiungere a vegetazione più rigogliosa, raccolti più abbondanti e minore mortalità per il freddo.
Tutti i grafici e i dati relativi a questo post si trovano nel sito di supporto qui |
Caro Franco,
mi dichiaro totalmente ignorante della materia. Tuttavia nel picco di concepimento di dicembre – gennaio ci vedrei un effetto di tipo fotoperiodico legato alla lunghezza del giorno al minimo. La conseguenza, come di ci tu, è che i nascituri si trovano a nascere a fine estate e dunque in condizioni più favorevoli per cibo e risorse.
Da non escludere poi l’effeto galeotto delle ferie natalizie.
Ciao.
Luigi
Caro Luigi,
hai perfettamente ragione. Ci sono certamente diverse cause e concause che giustificano l’evoluzione annuale delle nascite (ricordiamo tutti il black out di New York che, nove mesi dopo, ha portato ad un picco delle
nascite). Ma queste sono cause serie e documentabili; io ho tentato di giocare con la CO2 che produce tutto e il contrario di tutto e lo fa meglio di quanto faccia la precipitazione o la pressione atmosferica. Qui
http://www.zafzaf.it/clima/cm64/nati-medie2.png
ho aggiornato la figura del post con la pressione, mese per mese, di cinque città italiane (PD,PV,MI,TO,BO), mediata sulla lunghezza delle serie -più o meno 100 anni. Come vedi, ancora la correlazione in pratica non c’è (forse,
vagamente è un po’ meglio della pioggia ma a lag diversi da zero) mentre la CO2 è lì che spiega tutto…
Poi nessuno crede che il legame sia reale e ovviamente che i bimbi “decidano” di nascere, ma se guardi l’ultimo link del post ti rendi conto che la CO2 (l’AGW) viene spacciata come la risposta finale a qualsiasi domanda e allora scherzosamente ti chiedi: “Perché non le nascite?” e altrettanto scherzosamente provi anche a dimostrarlo.
Ciao. Franco
Franco, hai ragione tu: prendiamola dal lato giusto che è quello umoristico.
Grazie e ciao.
Luigi
Il vero lato giusto, infatti.
….
In Germania le nascite sono in calo.
In Germania le cicogne sono in calo.
E’ quindi provato, sono le cicogne a portare i bambini.
Hmm… e se fosse solo un “post hoc ergo propter hoc”?
No, ormai sappiamo che l’AGW rende più stanziali le cicogne migratorie.
Ergo il recupero demografico richiede volatili meno stanziali.
Mi viene un’idea…
🙂
Secondo me l’unica razionale spiegazione del picco dic-gen è che nove mesi prima si entra nella primavera e tutti sappiamo che gli uccellini cominciano a cantare