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Quanto mi piace aver avuto ragione

Nessuna ipocrisia, nessuna falsa modestia, quando ci vuole ci vuole. Sta scoppiando una grana mica male per chi gestisce i trasporti nel Paese, si paventano responsabilità politiche e non solo per quanti hanno preso decisioni negli ultimi anni.

Vediamo di cosa si tratta, per farlo però, e per mia grande soddisfazione, vi dovete leggere un post scritto la bellezza di 8 anni fa-

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Restituitemi la mia Volvo…

Oggi ho aiutato mia figlia per una ricerca sull’inquinamento. Che dire, sono andato a nozze. Nel tentativo di cercare qualcosa che fosse politically correct per una terza elementare, mi sono imbattutto in alcune spiegazioni e commenti sul famigerato FAP, ovvero il filtro anti particolato. Non credevo si potesse arrivare a tanto.

Sull’argomento credo siano in molti ad avere il dente avvelenato, tra questi, probabilmente quelli che, come me, hanno acquistato un’auto nuova soltanto l’anno scorso, per poter circolare in città  senza incappare nelle limitazioni del traffico per le auto che non rispettassero la normativa Euro 4. Io possedevo una macchina vera, cioè solida, affidabile, comoda e performante. Niente da fare, nonostante fosse ancora perfettamente funzionante ho dovuto venderla (cioè regalarla vista la veneranda età  che aveva), per passare a qualcosa di più recente e più virtuoso, ma molto meno solido, di gran lunga meno comodo e per nulla performante. Pazienza, per abbattere le emissioni si dovrà  pur fare qualche sacrificio. Poco importa che per costruire l’auto che guido ora si sia inquinato come per far viaggiare quella che avevo per altri vent’anni. Dev’essere questa la ragione per cui ora siamo punto e a capo. Quando il traffico è limitato non circolo lo stesso perché non ho il FAP.

Vi spiego a grandi linee come funziona. La combustione del gasolio, che produce gas di scarico a 100-200°C, implica ahimé, un sacco di residui molto poco nobili, tra questi i famigerati PM10, composti per lo più da metalli altamente nocivi e, giustamente, soggetti a pesanti controlli. Per abbatterne l’emissione (non la produzione in quanto impossibile), è stato messo a punto questo filtro (la prima è stata la Citroen e per questo ha preso anche un premio da Legambiente nel 2003) che, ricorrendo alle qualità  aggregative dell’ossido di Cerio, cattura queste nanoparticelle e le trattiene, grazie ad una post iniezione che porta la temperatura a 450°C; la post iniezione è necessaria perché alle normali temperature di esercizio non avviene l’aggregazione. Però le auto con il FAP non hanno di serie anche il gancio traino per tirarsi dietro un filtro grande come un autobus che con il passare del tempo diverrebbe sempre più pesante. Poco male, ci pensa l’elettronica.

Non appena si comincia a viaggiare a velocità  un pò più sostenuta e costante -bastano pochi minuti a circa 80Kmh- la temperatura viene alzata ancora di più, il contenuto del filtro viene bruciato ed emesso con i gas di scarico. Ed i PM10? Spariti, o forse dovrei dire spezzettati in tanti PM2.5, PM1 etc etc, grazie alla temperatura elevata della combustione. Sorpresa, i PM-piccoli non sono soggetti a normativa, ma fanno male come e più dei PM10. Vabbè, ma dove avviene questa eco-euro-liberazione di particelle? Vediamo: Roma, Grande Raccordo Anulare, se hai la fortuna di trovarlo libero, una bella pestata sull’acceleratore e la tua coscienza ambientale è salva; oppure esci la sera, la vai a prendere sotto casa e poi fai finta di voler fare un giro per la città; anche lì la fai franca, gli amici magari aspettano, ammesso che non abbiano il FAP anche loro e siano altrettanto impegnati a bruciare carburante per pulire il filtro. Se invece tutto questo ti sembra eccessivo, attendi che si accenda la spia, la macchina non cammina nemmeno a calcioni e sei costretto a farti un giretto in autostrada per pulire filtro e coscienza e per inquinare tanto quanto; se invece usi l’auto solo in città  e solo di giorno, dove 80Kmh te li scordi (anche perché è vietato), non so come possa andare a finire.

Però so da dove potrebbe essere cominciata la musica, è stato sufficiente fare qualche ricerca. Ve la riporto a grandi linee. E’ nata in seno a Legambiente una associazione che si prefigge lo scopo di diffondere l’impiego del FAP. Si chiama AIFP, gli associati sono, Dinex Italia, Ofira Italiana e Pirelli Ambiente Eco Tecnology. Producono nell’ordine, sistemi di scarico, componenti per veicoli e tecnologie per lo sviluppo sostenibile (per conto di chi commercia in petrolio). Curiosamente sul sito dell’associazione la sezione dedicata ai filtri anti particolato ed al loro funzionamento è in costruzione. NB, l’AIFP è nata nel 2006…

Io rivoglio la mia Volvo.

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E quindi? Quindi ecco qua, da Il Fatto Quotidiano: Smog, il ministero dei Trasporti indagato per inquinamento ambientale e omissione di atti d’ufficio – Per il gip di Roma, Paola Di Nicola, i dirigenti del dicastero sanno da anni che la tecnologia dei Filtri antiparticolato non funziona, anzi, invece di ridurre le particelle inquinanti le trasformano in unità più piccole e pericolose che finiscono direttamente nei polmoni dei cittadini.

Anche noi lo sappiamo da anni, tutti lo sanno da anni.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Alessandro

    Poi toccherà al Ministero della Salute che pubblicizza l’olio di palma…speriamo si debba attendere pochi giorni anzichè pochi anni come il FAP.

  2. Fabrizio Giudici

    Io, mantenendomi attendista in quanto sul FAP ne so molto meno di te, non posso però non ricordare che la Magistratura non ha un gran record di affidabilità in ambito scientifico; per esempio, un magistrato impose la cura Di Bella.

    Nell’attesa, però, posso commentare – basandomi solo sulle continue contraddizioni tra autorità varie – che viviamo in un mondo di matti

    • Ne ho parlato anche io una mezza infinità di volte. E sono sempre, com’è logico che accade in questi casi, additato come complottista, negazionista….

      Ma tempo al tempo. Arriverà il giorno in cui molte teste cadranno!

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