E’ quello del Presidente americano che chiama i suoi a raccolta ed esorta il mondo a trovare un accordo al più presto per salvare il pianeta dalla catastrofe climatica (parole sue). A sinistra risponde uno squillo. E’ quello del negoziatore delle Nazioni Unite sull’ambiente Ivo de Boer, facendogli notare che il suo negoziatore, Todd Stern, ha rifiutato di di assumere impegni quantitativi precisi verificabili e sanzionabili da un’autorità internazionale. Così leggiamo dalle pagine del Corriere della Sera, ma anche su la Repubblica, La Stampa etc.
Cos’era e cos’è il Protocollo di Kyoto se non quello? E cosa dovrebbe essere quello che si dovrebbe sottoscrivere a Copenhagen se non quello? La compagine governativa d’oltreoceano è oggi la stessa che infatti rifiutò di ratificare gli accordi presi in giappone con un voto unanime al Senato, 95 a 0 sotto la presidenza Clinton. Lo stesso Senato che oggi ha chiuso in un cassetto il Climate Bill e fa sapere dal suo portavoce che non riuscirà a portarlo in discussione prima del prossimo vertice ONU. Cioè, la tromba squilla ma l’orchestra non attacca.
Del resto come potrebbe? L’est del mondo fa sapere che sì, cercherà di impegnarsi nella riduzione delle emissioni ma di sottoscrivere numeri e date non se ne parla neanche. A sud invece si batte cassa, l’Unione Africana non metterà nessuna firma se non vedrà fior di assegni piovere nelle proprie casse, a titolo di incentivo per l’impegno e risarcimento per le colpe occidentali. Al centro, la volenterosa Europa non rinuncia al proprio stile e prende tempo, da una parte proponendo un nuovo summit preparatorio per novembre e dall’altra paventando una conferenza di Copenhagen dove si potrebbe sottoscrivere un messaggio politico più che un accordo internazionale.
Una volta si giocava a Risiko con i carrarmatini, oggi si usano i simboli meteorologici. Dal mio punto di vista ci abbiamo guadagnato, tanto sempre di giochi di ruolo si tratta. Mi sento di sottoscrivere gli intendimenti del vecchio continente, perchè la faccenda finirà così:
[…] d’intenti non è che ci sia un gran che, come abbiamo avuto modo di commentare già ieri in questo post, ma tra una preoccupazione e l’altra, si è trovato anche lo spazio per dire, scrivere e […]
E’ da un po’ di giorni che il Nostro Signore Sole Dio dello Splendore ha qualche macchiolina dopo mesi di inattività . E in questi giorni fa un caldo Boia. Le due cose sono correlate?
Quest’estate c’erano parecchie vespe… un tormento di vespe. Mio nonno diceva, tante vespe tanta neve. (scusate l’irruzione colorata in un blog così scientifico)
La vignetta è stupenda. M’ispira una installazione.