Evidence, ovvero prova nella nostra lingua, la parola forse più abusata della scienza del clima. Già, perché una prova è qualcosa che dimostra inconfutabilmente l’esistenza di qualcos’altro. Senza prove non si va in galera, per esempio, vi pare poco? Può dunque essere una prova qualcosa che alla luce dei fatti è una congettura? Direi di no, ma il mio parere non conta.
Evidence, è la parola che usa l’allegro redattore di Science Daily per commentare l’ennesimo anatema climatico:
Questa ricerca è sin qui la prova più forte che il cambiamento climatico potrebbe avere conseguenze dannose per la produzione di cibo e per la salute a scala globale.
La ricerca in questione è un carpiato, anzi un doppio carpiato matematico. Riesce infatti a far uscire un segno meno da due segni positivi.
Global and regional health effects of future food production under climate change: a modelling study
Dunque, sembra che nel 2050, causa AGW, le proiezioni di crescita della produzione di cibo (dunque non la crescita in valore assoluto, che neanche loro hanno il coraggio di negare), potrebbero essere del 30% inferiori alle stime. Questo causerebbe circa mezzo milione di morti in più in giro per il mondo, dicono, dimenticandosi di dire che in realtà, stanti quelle stime e sottratto il mezzo milione, rispetto ad oggi ci sarebbero 1.400.000 morti in meno.
Comunque, nel rispetto di quei cinquecento e passa mila, va ricordato che il numero salta fuori da un certo numero di morti in meno per riduzione dell’obesità, cui però si opporrà un numero quasi pari di passaggi a miglior vita per aumento della denutrizione. E così, nonostante l’aumento della CO2 e della temperatura abbiano sin qui contribuito egregiamente a far aumentare la produzione di cibo e nonostante il freddo ammazzi venti volte più del caldo, qualche decimo di grado in più farà un’ecatombe nei prossimi 35 anni, ammesso che arrivi e ammesso che lo faccia per cause antropiche.
Prendi un modello climatico che non funziona e indovina cosa succederà all’agricoltura a causa di un clima che probabilmente non avremo. Poi usa i risultati sulla produzione di cibo per il 2050 per indovinare cosa questo potrà significare per la mortalità degli esseri umani. Così sintetizza efficacemente Jo Nova sul suo blog nel riportare questa ferale notizia.
E le chiamano prove…
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