E ora come si fa? Ci piaceva tanto (vista da qui, ovviamente) la cavalcata verso la conquista del potere esecutivo di Jeremy Corbin, uomo di sinistra e una volta anche di estrema sinistra (Corriere della Sera ndr). Saremo costretti a rinunciare a fare il tifo per lui. Perché? Forse perché taglierà i ponti con gli USA? Perché uscirà dalla NATO? Perché allontanerà definitivamente il Regno Unito dall’Europa? Niente di tutto questo. Succederà perché Jeremy ha un fratello, Piers, stimato esperto di meteo, clima e affini, che va in giro a raccontare che il riscaldamento globale è causato dal Sole, non dalla CO2, e che tutto il circo che si è invece messo in moto intorno all’anidride carbonica è “solo” l’ennesima trovata delle big money per garantirsi un nuovo settore in cui far profitti.
Jeremy, dice Piers, sarebbe anche favorevole a dibattere la questione, solo che la linea è un’altra e ora non può permettersi di metterla in discussione (sempre Corriere della Sera ndr). La questione è quella climatica ovviamente, la linea è quella del partito. Domanda: chi è il negazionista dei due? Quello che studia (e magari sbaglia) ma dice la sua o quello che data una certa linea non la molla per convenienza politica? Altra domanda: perché dovrebbe esserci una linea politica in materia di clima?
La faccenda, alquanto stimolante direi (in termini domenicali 😉 ), la trovate qui, ovviamente dal Corriere della Sera.
Povera Meteo e climatologia contaminata dal virus mentale gw …non bastavano le meteorine i pseudo divi meteomen i continui proclami dei banani a bolzano e il mare a bologna…..quanta ignoranza !
Molto simpatico devo dire l’aneddoto dei fratelli Corbyn. Vabbè, Jeremy è un politico, per cui è esentato da critica scientifica, semmai potrebbe essere passibile di critica politica, ma non è il mio campo, quindi non mi posso esprimere. Mi ha invece molto incuriosito la posizione di Piers, negazionista, fa soprattutto accanito sostenitore a quanto pare dell’ipotesi solare come unica, o quasi, responsabile dei cambiamenti climatici in atto. Mi sono quindi messo subito a cercare su Wikipedia qualche informazione per cercare di confermare o meno il mio “bias curricolare” oserei chiamarlo. Due minuti per dissipare i miei dubbi e per le seguenti informazioni. Piers è sì laureato in fisica, ma più che uno scienziato sembra essere un businessman, visto che gestisce la Weather Action, la quale sostiene di elaborare previsioni meteo accurate (a pagamento) con validità fino a un anno (?) e che tali previsioni sarebbero sostenute da un metodo basato sulle osservazioni solari, anche se guardacaso non sono mai stati pubblicati i dettagli metodologici. Inoltre pare che il buon Piers sia autore di un solo articolo peer-review, peraltro datato, e riguardante temi di natura meteorologica più che climatica. Inoltre pare che Piers, come il fratello, si sia anche occupato di politica e sia stato anche arrestato una volta. Detto questo, per quanto ogni opinione possa essere rispettabile, per carità, personalmente mi sembra che, oltre all’eccentricità del personaggio, anche il curriculum di Piers sia quantomeno un po’ striminzito come “scienziato del clima”. Meglio senz’altro sorriderci su.
Saluto sempre cordialmente.
Se è per questo è anche sostenitore dell’origine solare dei terremoti e dice che sarebbe in grado di predirli parzialmente.
Ma facciamo un po’ di par condicio. Pachauri, l’ex presidente dell’IPCC, è ingegnere ferroviario ed è indagato per molestie sessuali. Hoesung Lee, attuale presidente dell’IPCC, è laureato e phd in economia. Ed è fratello di un ex presidente sud-coreano. Pare che questi legami con la politica siano un vizio.
L’articolo del Corriere su Piers Corbin pecca a mio avviso di pettegolezzo del tipo “scrutiamo i potenti dal buco della serratura”. In tal senso se Piers non fosse stato fratello del capo del partito laburista britannico non se lo sarebbe filato nessuno. L’articolo ha tuttavia quantomeno il pregio di mostrarci che il “bigottismo climatico” può avere ancora un freno e che il programma di Freeman Dyson di suscitare eretici in quanto fisiologici al processo scientifico in climatologia ha ancora ragion d’essere, anche nelle “nicchie ecologiche” in cui meno te l’aspetti.
Luigi
Secondo me invece l’articolo ha il grande pregio di chiarire ufficialmente che il “clima che cambia” è ormai solo una questione politica, e che non ha nulla a che spartire con la Scienza, quella con la maiuscola.