Prendetela semplicemente con ironia, i lettori più assidui di CM sanno che in genere il tema delle temperature globali e della qualità delle serie storiche lo prendiamo sul serio, ma la vignetta qui sotto è troppo simpatica per essere lasciata andare.
Se però pensate che sia esagerata, che non sia giusto dubitare del lavoro di tanti studiosi che si occupano di queste cose, date un’occhiata alla differenza di pendenza tra la curva delle temperature medie superficiali misurate dalle reti a terra (e sul mare, sul ghiaccio, sui deserti, cioè non misurate) e da quelle satellitari, il tutto per gli ultimi 15 anni.
Dove sia il problema non è dato saperlo, ma se le migliori tecnologie, quelle appunto a bordo dei satelliti, danno risultati così distanti da quello che si misura in modo tradizionale, i casi sono due: o si organizza un torneo di tiro a segno per tirare giù i satelliti e si smette di spendere soldi, o ci si chiede come mai proprio in campo climatico, il progresso tecnologico non ha dato i frutti sperati.
[…] Autore: Guido Guidi Data di pubblicazione: 24 Gennaio 2016 Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=40336 […]
Di fronte a questo post mi sorge un dubbio metodologico di fondo: ha senso usare delle linee per interpolare serie tanto brevi e affette da una accentuata (e del tutto fisiologica, lo preciso) variabilità interannuale? A mio avviso no, in quanto basta un solo valore più alto o più basso del dovuto per far cambiare di segno il trend e dunque l’operazione si traduce in un esercizio “retorico” per cercare farsi dar ragione.
Dal punto di vista ontologico è a mio avviso molto più appagante prendere in esame le intere serie (da fine anni ’70 per i dati da satellite e dal 1850 per i dati Hadcrut4) e cercare di interpretare la variabilità che è insita in essa e che ci parla di tanti fenomeni che sono la fisiologia del sistema climatico (El Nno, AMO, NAO, effetto serra, ecc.).
[…] Autore: Guido GuidiData di pubblicazione: 24 Gennaio 2016Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=40336 […]
sono andato sulla pagina interattiva dove è possibile plottare i grafici delle misure:
http://www.woodfortrees.org/plot/uah/from:2001/mean:12/plot/uah/from:2001/trend/plot/gistemp/from:2001/mean:12/plot/rss/from:2001/mean:12/plot/gistemp/from:2001/trend/plot/rss/from:2001/trend
come potete vedere, per curiosità, ho inserito anche il dataset UAH (sempre misure satellitari, analizzate dall’Università dell’Alabama, ad Huntsville , e secondo questi dati, anche il trend satellitare è in salita, coerentemente con le misurazioni a terra…
mi sa che la questione è un po’ più complessa …
Max, il diagramma che hai costruito è riferito a UAH 5.5. Tale versione è stata attualmente sostituita dalla 6.0 per cui se fai il grafico con quella le cose vanno diversamente, ma nelle serie del sito della pagina interattiva tale versione non è presente. Essa è molto simile alla versione RSS che, invece, presenta un andamento diverso. Tu hai tracciato i diagrammi delle due serie(UAH e RSS) e, come puoi vedere, il trend è diverso. Se avessi avuto a disposizione la serie 6.0, le cose sarebbero andate diversamente: i trend sarebbero stati praticamente identici.
Con questo non voglio assolutamente dire che la versione 6.0 di UAH è migliore della 5.5, ma che anche le serie satellitari vengono omogeneizzate e corrette: nel caso di UAH 6.0 la causa della correzione deve ricercarsi nel decadimento delle orbite satellitari che hanno modificato i parametri di settaggio della strumentazione a bordo dei satelliti. Di qui la correzione.
Ciao, Donato.
ciao Donato, grazie della delucidazione;
non sono però convinto che la sostituzione della serie possa avere risultati così diversi;
a questo link:
http://www.drroyspencer.com/2015/04/version-6-0-of-the-uah-temperature-dataset-released-new-lt-trend-0-11-cdecade/
c’è proprio il confronto tra le due serie in questione, e come puoi vedere, le differenze apprezzabili sono dell’ordine del decimo di grado, solo per gli ultimi 5-6 anni…
così anche qui:
http://moyhu.blogspot.it/2015/12/big-uah-adjustments.html#p1
Per me questo è l’inverno più caldo di “sempre”. A casa mia, abito a Milano, tengono il riscaldamento a palla, giorno e notte, alla faccia delle “emissioni” 🙂
Se può consolarla nel mio studiolo (in centro a Milano) è tutto inverno che non accendo il riscaldamento. Certo, lo faccio per senso civico (penso che la qualità dell’aria ne possa guadagnare) ma soprattutto per non andare arrosto: in questo istante a riscaldamento spento ho 21°C mentre fuori, al 4° piano, ci sono 7°C (per inciso sempre al 4° piano la minima è stata di +1,5°C con gelata a livello strada e la massima è stata di 10,3°C).
Scusate gli errori, problemi di connessione…..
Dunque,, due settimane fa il freddo ha ucciso 30.000 capi di bestiame e 20 persone, ad oggi si contano 17 morti per il gelo che ha colpito gli USA e che interessa tutti gli stati compresa la Florida, a Pechino la temperatura è 18 sotto zero ed è un record, il medio oriente, Syria, Iraq, Libano sono coperti di neve, ad una latitudine molto inferiore alla Sicilia, sono coperti di neve….niente male per l’anno più caldo della storia!
Caro Guido, la materia è complicata in quanto sussiste senz’altro il problema delle scelta delle stazioni al suolo che rispondano pienamente alle normative WMO per le reti sinottiche (e da questo punto di vista ricordo esempi di stazioni italiane portati dall’amico Paolo Mezzasalma che erano davvero sconvolgenti per il mancato rispetto di tali normative). Una volta ripulito il dataset escludendo tutte le stazioni che non rispondano alle normative sinottiche, occorrerebbe evitare nel modo più assoluto le pratiche di “tortura” dei dati, lasciandoli così come sono ed escludendo solo gli outlyers.
Anche ammettendo di avere dati da stazioni al suolo indenni dai problemi di cui sopra e non sottoposti a pratiche de “tortura” dei dati, penso che i dati forniti dalle reti al suolo saranno comunque diversi da quelli da satellite e ciò perche i satelliti che rappresentano la bassa troposfera rendono conto di uno strato atmosferico più ampio rispetto al boundary layer, per cui ci parlano di cose diverse rispetto a quelle che ci dicono le reti al suolo. Tuttavia i dati da satellite potrebbero essere molto utili per spazializzare all’intero globo i dati delle reti al suolo e per individuare gli outlyers.
In sintesi credo che sarebbe molto importante giungere ad un dataset di stazioni al suolo globale indipendente rispetto ai dataset ufficiali, i quali non presentano oggi quei caratteri di “terzietà” che sarebbero essenziali.
Per dire “pane al pane” e “vino al vino” non c’è terzietà perché le istituzioni che producono i dataset ufficiali sono sponsorizzate da governi che, per dirla con Marcel Leroux, “hanno adottato la religione ufficiale del cambiamento climatico” e dunque, pur non sentendomi di porre in discussione l’onestà intellettuale dei gestori dei dataset ufficiali, mi sentirei molto più tranquillo se vi fosse anche una fonte indipendente rispetto ai governi.
Io non credo che tale dataset indipendente oggi esista (tu ne sai qualcosa?) e peraltro non ho la più pallida idea su come si potrebbe fare in termini di risorse umane ed economiche per giungere ad un tale obiettivo.
E’ un piacere leggere l’articolo e il tuo commento Luigi. E’ il mio compleanno e leggere le tue parole e quelle di Guido mi riempie il cuore di gioia. Miglior regalo non me lo potevate fare a livello climatico/scientifico. Grazie e continuate così.
Caro Alessandro, tantissimi auguri! Luigi