Mentre passiamo da un tragedione meteorologico all’altro, tra caldo sempre anomalo e fioriture fuori stagione – a proposito, a breve sarà la volta dell’Italia nella morsa del gelo – l’attenzione parossistica per i pericoli meteorologici non accenna a diminuire.
Non che questo sia di per se negativo, attenzione può anche voler dire prontezza. Il problema però è che nessuno sa, perché nessuno si cura di provare a documentarsi, che tanto gli eventi meteorologici estremi, quanto i danni da essi provocati, sono clamorosamente in discesa. E’ infatti cosa nota che i periodi caldi in termini climatici, quindi ad ampia scala spazio-temporale, siano generalmente più benevoli.
E l’attuale ‘tragica’ fase di riscaldamento – per inciso anche piuttosto stagnante – non smentisce la statistica. Capita così che con i dati del 2015 appena assemblati, a livello globale i disastri causati dalle condizioni meteorologiche in relazione al PIL globale siano quasi ai minimi storici. Negli ultimi 25 anni, meglio di così era capitato solo nel 2001.
Vedere per credere nel grafico twittato da Roger Pielke Jr, che scrive e pubblica da anni ricerche su questo genere di cose.
By request Full year 2015 weather-losses as % global GDP 1990-2015 How long does our global good weather luck last? pic.twitter.com/D9HotT3g3K
— Roger Pielke Jr. (@RogerPielkeJr) 6 Gennaio 2016
Analogamente, Munich Re, colosso delle assicurazioni, fa sapere che per gli USA, l’arrivo di El Niño e del Global Warming (due cose assolutamente non correlate) ha abbattuto i costi assicurativi perché i danni maggiori e quindi maggiori costi, arrivano, pensate un po’ a causa del freddo!
Incredibile non è vero?
Comunque, quanto durerà questa ‘fortuna meteorologica’ non è dato saperlo, mentre una cosa è certa, chi paventa disastri da caldo soffre di strane amnesie…
Proprio l’opposto di quanto altri circuisti (anche dello stesso settore assicurativo) hanno ripetutamente scritto, per cavalcare le paure e forse giustificare richieste di aumento dei tassi !