L’11 settembre scorso sono stato all’Ecofest di Frascati, la fiera di energia e ambiente patrocinata dalla Regione Lazio. Non è mia intenzione darvi conto per intero del dibattito cui ho partecipato perchè non credo sia il caso, dirò solo che ho avuto il piacere di discutere con Franco Battaglia, Stefano Caserini e Sylvie Coyaud. Tutti e quattro moderati dall’ottimo Antonello Piroso, direttore del TG la7. Tra le altre cose, si è parlato anche di ghiacci artici ed antartici. Per gli ultimi, in particolare, sembra abbia fatto scandalo il fatto che in un post pubblicato il mese scorso, abbia sottolineato che la rianalisi delle temperature globali nota come Hockey Stick1 e la recente ricostruzione delle temperature antartiche2 abbiano in comune delle tecniche statistiche piuttosto originali.
Di lì lo spunto per quanto sto per raccontarvi.
Alcuni mesi fa un quotidiano australiano ha pubblicato una pagina con questo titolo: “Vendete la casa al mare: l’Antartide si sta sciogliendo“. Neanche a dirlo, l’articolo parlava della ricostruzione di Steig, dalla quale, senza che sia stato possibile analizzare nuovi dati, abbiamo scoperto che il continente bianco invece di raffreddarsi come era noto ai più, starebbe subendo anch’esso un processo di riscaldamento. In verità Steig stesso asseriva nell’articolo che la situazione è molto più complessa di quanto si possa immaginare, però non credo che avesse in mente il genere di complessità che sembra venir fuori da questo breve intervento di un ricercatore impegnato nella base antartica di McMurdo. In questo pazzo mondo che va arrosto, sembra andare tutto al contrario. Le temperature crescono ed il ghiaccio laggiù invece di diminuire aumenta, espandendosi di latitudine ben al di sopra di quanto difficilmente potrà mai accadere per il ghiaccio dell’area artica, con tutte le conseguenze del caso sul bilancio globale dell’albedo del pianeta. Ma, se è possibile dimostrare che le temperature invece di scendere salgono, sarà pur possibile mettere in evidenza che il ghiaccio invece di aumentare diminuisce. E’ questione di punti di vista o, se preferite, di metodi statistici.
Dagli stessi punti di vista è scaturita la continuazione del simpatico dibattito di cui sopra, più che altro ospitata sul blog della Sig.ra Coyaud (qui e qui per gli interessati). Da detto seguito ho scoperto di aver commesso un errore non banale, sono -anzi sarei- incappato in un falso amico, cioè in una traduzione poco felice del termine “dramatically” che starebbe per platealmente, visibilmente, piuttosto che per drammaticamente come da me interpretato. Questo cambia -o cambierebbe- il senso del comunicato dell’NSIDC da me citato che si spogliava così del pathos, diventando semplice, chiaro e per nulla condito di atmosfere catastrofiche. Il problema è che sull’orrido web se si fa una ricerchina si scopre che è molto più comune l’interpretazione di questo termine in senso drammatico piuttosto che altro. Però questi sono tecnicismi che lascio volentieri a chi ne sa più di me, perchè ha fatto delle traduzioni il suo mestiere, come la mia gentile interlocutrice.
Mi interessa di più capire se ci sono i margini perchè possa accadere di nuovo non tanto il mio errore che è matematicamente sicuro, quanto piuttosto che trapeli dalle pagine dell’ente di ricerca sulla criosfera una linea editoriale -come dire- un pò pessimistica ed incline all’interpretazione in chiave aiuto il clima cambia e siamo nei guai. Già , perchè forse trattandosi di un ente nazionale, non dovrebbe avere delle linee editoriali ma si dovrebbe limitare a dire le cose come stanno. Questi però sono problemi dei contribuenti americani, non nostri, per cui mi limiterò a dare uno sguardo alla loro interpretazione dei fatti più recenti.
Ghiaccio marino artico, terzo anno (per fortuna ma non per caso) di soglia minima della superficie ghiacciata che aumenta. Al culmine della stagione di scioglimento ci troviamo con valori superiori a quelli dell’anno scorso, a loro volta superiori a quelli dell’anno prima. Questo è un recupero, breve ma tale. Visto che la media di riferimento è ventennale, potremmo dire che questo brevissimo ma continuo trend ha già occupato uno spazio di tempo che va dal 10 al 20% del tempo medio di osservazione. Questo invece il comunicato dell’NSIDC che ora vi riassumo. Il ghiaccio ha raggiunto il minimo stagionale facendo segnare il terzo valore più basso mai misurato, ancora ben al di sotto della media di riferimento e ben al di fuori della variabilità naturale; la circolazione atmosferica ha aiutato a prevenire uno scioglimento ancora maggiore, il ghiaccio presente è debole e sottile e quello che manca all’appello è paragonabile ad un’area delle dimesioni dell’Alaska; queste la ragioni per cui gli scienziati dell’NSIDC dichiarano di “vedere ancora un trend in discesa che sembra andare nella direzione di estati libere dai ghiacci per l’Artico” (sic!).Â
Perseverare è diabolico. Direi che il tutto può essere ulteriormente riassunto con una sola parola: drammaticamente. In italiano suona meglio ed è più chiaro.
Ma vediamo perchè. Innanzitutto chi ha scritto il comunicato fa le osservazioni e le fa da trent’anni o giù di lì, ma questo non basta per dire che quanto accaduto in queste tre decadi sia ascrivibile alla variabilità naturale, visto che la Natura forse ha qualche anno in più sulle spalle. Secondariamente i pattern atmosferici ed oceanici non aiutano, bensì regolano la quantità di ghiaccio presente. Chi fa le osservazioni lo sa, come sa bene che i gas serra (dimenticavo, sono anch’essi nel comunicato stampa) non c’entrano un bel niente con queste dinamiche, altrimenti non vedremmo, con pari concentrazione di GHG, il ghiaccio antartico in aumento. E infine, magari avrebbero pouto dirci che nel frattempo, appunto, il ghiaccio antartico ha guadagnato in un solo anno (senza aver mai smesso di fare altrettanto negli anni precedenti) circa la metà dei km2 che separano i ghiacci artici dalla media di riferimento. Ma forse questo non rientra nella linea editoriale degli esperti dell’NSIDC.
Direi che invece c’entrano senza dubbio le previsioni circa l’estensione di questo minimo che parecchi esperti si sono affannati a fare nel mese di agosto, quando mancavano poche settimane al culmine della stagione di scioglimento. Vale la pena dar loro un’occhiata perchè l’estate libera dai ghiacci è a tutti gli effetti una previsione in attesa di validazione. Per queste cose il blog di Antony Watts è una miniera inesauribile. Diamogli un’occhiata.
Niente da fare, neanche nel breve termine i più bravi di tutti sono riusciti a prevedere cosa sarebbe accaduto. Invece, avvalendosi della semplice tecnica della persistenza e tenendo nel giusto conto il fatto che una buona parte del ghiaccio presente quest’anno ha già due anni di vita e quindi aveva più probabilità di resistere alla stagione calda, un largo numero di non esperti chiamati a raccolta quasi per gioco da Antony Watts ha colto nel segno, arrivando a prevedere l’estensione che il ghiaccio avrebbe avuto in questi giorni. Un gioco? Senz’altro, ma anche la dimostrazione che qualche volta più che la fiducia nei complessi sistemi di previsione e nel parere degli esperti si dovrebbe guardare un pò di più alla realtà di quello che accade. Quello che sta accadendo ora è che il ghiaccio antartico continua ad aumentare e quello artico sta lentamente invertendo il trend di diminuzione. Piaccia o no a quanti fanno di tutto per dimostrare il contrario.
Quello che accadrà domani lo sapremo appunto domani, perchè a quanto pare, le previsioni su queste cose non le sappiamo ancora fare.
Ritorno sul “dramatically” perche’ ho “scoperto” un dettaglio interessante sul Merriam-Webster’s
http://www.merriam-webster.com/dictionary/dramatically
dramatic applies to situations in life and literature that stir the imagination and emotions deeply
“plateale” invece significa “messo in piazza”. inutile spiegare cosa significhi “visibilmente”. In entrambe queste parole, si perde il senso originale di “stimolo profondo dell’immaginazione e delle emozioni”.
Infatti il sito WordReference traduce “dramatic” in “emozionante, spettacolare”
http://www.wordreference.com/enit/dramatic
Se pensiamo a “dramatically†come “stimolo profondo dell’immaginazione e delle emozioniâ€, questo stimolo può essere causato da un’emozione positiva, e in questo caso in italiano non avrebbe senso tradurre “drammaticamente”, o da un’emozione negativa, come un (presunto) pericoloso andamento dell’innalzamento dei mari, tale da consigliare la vendita delle abitazioni in riva al mare, coem qualcuno ha fatto in Australia.
In tale secondo caso va bene, secondo me, tradurre “drammaticamente”.
A proposito, sarei interessato all’acquisto di quelle case australiane in vendita in riva al mare. Sono un coraggioso. Però temo di dover far presto, prima che passi la paura, e i prezzi salgano.
Un’ulteriore domanda:
ma questi consigli economici non costituiscono reato, in Australia ? Voglio dire, diffondere notizie false, che facciano perder di valore beni immobili…
Secondo me.
Incredibili i dati degli ultimi giorni, l’ Antartico continua a crescere e il sole è ben sopra l’ orizzonte.
L’ Artico punta decisamente verso l’alto mentre l’anno scorso di questi tempi era ancora al palo.
http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/current.365.jpg
http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/current.365.south.jpg
Secondo me al culmine della stagione fredda l’ Artico potrebbe pareggiare i conti, …ooops ho fatto anche io una previsione … ci rivediamo a Marzo.
Lo NSIDC ha “rimosso” dal web ogni riferimento recente al “dramatically”. Ho trovato questo dalla NASA, piu’ o meno contemporaneo.
http://www.nasa.gov/home/hqnews/2009/jul/HQ_09-155_Thin_Sea_Ice.html
E dove ho trovato sul link? Why, sul piu’ classico “Te Deum” recitato da Greenpeace!!
http://www.greenpeace.org/international/news/urgent-action-needed-as-arctic
Ice free Arctic
Bad news is coming from other sources as well. A recent NASA study has shown that the ice cap is not only getting smaller, it’s getting thinner and younger. Sea ice has dramatically thinned between 2004 and 2008. Old ice (over 2 years old) takes longer to melt, and is also much harder to replace. As permanent ice decreases, we are looking at ice-free summers in the Arctic as early as 2030.
They say you can’t be too thin or too young, but this unfortunately doesn’t apply to the Arctic sea ice. Polar bears are the first to suffer from it, but many other species could be affected as well.
E’ evidente che il mio falso amico non ha avuto molto successo 🙂
Curiosamente è proprio il ghiaccio dell’età da loro indicata quello che ha resistito quest’anno e forse pure il prossimo (ops, una previsione da non esperto, chiedo scusa mi è scappata!). Comunque fossi un orso polare farei gli scongiuri.
gg
stai tranquillo guido,non ti preoccupare ,i ghiacciai ci saranno sempre ,anche tra 10 anni
L’estensione del ghiaccio artico 2009 ha già preso e superato quella del 2005
http://www.ijis.iarc.uaf.edu/seaice/extent/AMSRE_Sea_Ice_Area.png
@Costa
Sbaglio, o la derivata non ha mai cambiato di segno cosi’ presto, negli ultimi 8 anni?
A proposito, dove sono i dati giorno per giorno, sotto forma di tabulato, che vengono usati per costruire quel grafico?
@ Maurizio
1° domanda
Questi i minimi degli ultimi 8 anni
2002 – 9 settembre
2003 – 18 settembre
2004 – 19 settembre
2005 – 22 settembre
2006 – 14 settembre
2007 – 24 settembre
2008 – 9 settembre
2009 – 13 settembre
Come si vede la correlazione tra data del minimo e estensione dei ghiacci è piuttosto bassa…(da Cliff)
2° domanda
http://www.ijis.iarc.uaf.edu/seaice/extent/plot.csv (da meteopescara)