Beh, forse c’era anche qualche annetto prima per la verità, solo che, scrivono gli autori di un paper appena uscito su The Olocene, nel Periodo Caldo Medioevale i ghiacciai della Penisola Antartica erano più indietro di quanto non lo siano ora.
Glacial fluctuations since the ‘Medieval Warm Period’ at Rothera Point (western Antarctic Peninsula)
E, qualche secolo dopo, quando è arrivata la Piccola Età Glaciale, hanno anche ripreso ad avanzare. Non solo, pare che la risoluzione temporale dei dati di prossimità che hanno usato per le loro analisi sia tale da permettere di identificare un trend di scioglimento pari o superiore a quello attuale per la località di provenienza dei dati.
Si tratta di Rothera Point, nel settore occidentale del Continente, proprio nel cuore della Penisola Antartica e sede di una base permanente britannica. In pratica è in quella porzione di Antartide, l’unica, in cui il ghiaccio sta sciogliendosi, al contrario di gran parte del resto del continente dove invece sta aumentando, tanto da mostrare un bilancio di massa attualmente positivo.
Strani scherzi di un clima che prima dei SUV non era mai cambiato…
Se l’effetto fu
// despite the recent air warming rate being higher, the glacial retreat rate during the MWP was similar to the present //
non è che oltre all’asso piglia tutto (CO2), agiscano anche altri fattori capaci di incidere sulle vicende climatiche ?
Ricordo che le ppm di CO2 erano molto più basse delle attuali, e quindi mi parrebbe che anche qualcos’altro debba avere agito per causare il ritiro dei ghiacci.
Per quanto riguarda la posizione geografica della base Rothera, vorrei far notare che essa, allora come ora, è in una situazione diversa dal resto del continente antartico, che è abbastanza compatto, mentre Rothera Point si trova su una stretta penisola circondata dagli oceani; per cui non mi stupisce che allora come ora segua un destino un po’ diverso dal resto del continente; destino che non è comprensibile se si pensa alla CO2 come unica causa di ogni cosa.
Secondo me.
[…] Autore: Guido GuidiData di pubblicazione: 28 Dicembre 2015Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=40034 […]
Ho letto l’abstract dell’articolo citato da G. Guidi e non posso fare a meno di condividere qualche considerazione.
L’abstract inizia con un dogmatico: “Su scala globale non ci sono prove di un sincrono ….. ecc., ecc.). Ci si riferisce chiaramente al fatto che il MWP e la PEG non sono stati fenomeni a scala globale.
il corpo dell’abstract fa intendere, però, che questa sincronia ci deve essere stata, altrimenti che cavolo lo scrivono a fare che durante il MWP in Antartide vi fu un ritiro dei ghiacciai? Non era meglio scrivere che “Tanto tempo fa in un continente lontano, lontano….” 🙂 i ghiacciai si sono ritirati.
Altra cosa molto interessante è che “… nonostante il recente tasso di riscaldamento dell’aria è più alto, il tasso di ritiro dei ghiacciai durante il MWP era simile all’attuale…”. Questa è molto bella: nel medioevo i ghiacciai terrestri si ritiravano come sta accadendo oggi, altro che “unprecedented”. E con l’aggravante che “il tasso di riscaldamento attuale è maggiore che nel MWP”: nel medioevo il riscaldamento glob…, no emisferico, progrediva più lentamente, ma i ghiacciai si squagliavano più velocemente. Guarda un po’ come è strano questo caspita di mondo! 🙂
Personalmente, al di la delle precisazioni degli autori che considero il solito deprecabile obolo da pagare alle vestali del clima-che-cambia-e-cambia-male, l’articolo, stando all’abstract, testimonia di un riscaldamento globale simile a quello attuale la cui natura ci è del tutto ignota che avvenne con concentrazioni di CO2 enormemente inferiori a quelle attuali e che produsse, in termini di incidenza sui ghiacci terrestri, effetti ancora più importanti di quelli odierni.
Questo è quello che sostengo da tempo e questo articolo conferma il mio “paradigma”. 🙂
L’aspetto positivo di tutto ciò è che la Terra non finì arrosto e ciò avvenne senza le COP che hanno funestato gli ultimi cinque lustri della nostra storia. Cosa che mi rende oltremodo ottimista circa le sorti del nostro Globo nonostante Parigi 2015.
Ciao, Donato.
Caro Donato, ricordo che un glaciologo temo fa parlava di neoglaciazione avvenuta durante la PEG a seguito della completa scomparsa avvenuta durante l’optimum climatico medioevale riferendosi al ghiacciaio del Calderone nel Gran Sasso d’Italia.
Invito comunque tutti (e me stesso in primis) a non scordare mai che l’avanzamento e il ritiro glaciale sono frutto di un bilancio di massa che non dipende solo dalla temperatura.
Ciao.
Luigi
Caro Luigi, hai perfettamente ragione a precisare che esiste una grossa differenza tra variazione di temperatura e variazione di massa dei ghiacciai: dobbiamo tenerlo sempre ben a mente anche se i sostenitori dell’AGW non sempre lo fanno o lo fanno quando gli fa comodo.
Tornando al caso del Calderone, ghiacciaio di cui conosco abbastanza bene la storia, concordo con te: nel medioevo era completamente sparito e solo con la PEG tornò a formarsi come dimostrano anche delle cronache del tempo. Sempre con riferimento a questo ghiacciaio (anche se l’appellativo di ghiacciaio comincia a stargli largo) vorrei farti notare che molti siti che si occupano del ghiacciaio anche in via esclusiva, non esitano a impostare l’equazione maggiori temperature=minor massa del ghiacciaio. Qualcuno si riferisce correttamente alle variazioni di massa del ghiacciaio, ma solo un sito, di cui ora non ricordo il nome, fa riferimento agli accumuli di neve annuali.
Ciao, Donato.
Questo studio, che andrò a leggere o, se a pagamento, di cui andrò a leggere abstract e commenti vari, sembra tagliare la testa di un’altro “toro” AGW: il periodo caldo medievale e la PEG non furono fenomeni globali, ma a scala locale o, al massimo, emisferica.
Bene, bene, quando si dice che la scienza corregge se stessa!
Ciao, Donato.
Donato ti tolgo subito la curiosità. Gli autori, per non sbagliarsi, lo scrivono nell’abstract che non c’è evidenza di ampiezza globale dell’evento MWP.
gg
Bè, l’evidenza per cui “nel Periodo Caldo Medioevale i ghiacciai della Penisola Antartica erano più indietro di quanto non lo siano ora.” si psiegherebbe con il fatto che nel Medioevo c’era meno CO2 a generare l’effetto serra negatvo di cui l’Antartide pare soffrire e di cui si parlerà in un prossimo post (così facciamo un pò di pubblicità…).
Buongiorno,
Mi piace leggere i vostri articoli, ma sono in ignorante in materia.
Vorrei chiederle cosa sono i SUV a cui fa’ riferimento nell’ ultima frase.
Grazie
Gianni
Gianni, i SUV sono il diavolo, cioè le auto che oggi vanno di gran modo, emblema dell’utilizzo dei combustibili fossili. Spero si colga l’ironia…
gg
E io che andavo fantasticando indici fantascientifici….
Ora colgo l’ironia, ma ho avuto bisogno della chiave d’interpretazione 🙂
Grazie
G.