[box] “Ci vuole molto allenamento sai, per stare dritti contro il vento sai…”
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Per chi non li dovesse conoscere sono i versi di un brano di Luca Carboni il cui titolo è “Ci vuole un fisico bestiale”. Direi perfettamente attinenti al tema di questo post. Com’è strano il consenso, c’è ma non si vede. Però si fa sentire, specialmente se c’è da difendere il pensiero di gruppo. Accade così, come abbiamo ampiamente raccontato, che se qualcuno si azzarda anche con più che ragionevoli giustificazioni, a chiedere di declinare qualche verbo al condizionale, scattano subito le rappresaglie. E’ accaduto alla prof.ssa Luisa Cifarelli, presidente della Società Italiana Fisici, recentemente fatta oggetto delle “attenzioni” delle vestali del clima. Pazienza, ogni azione è qualificante, come si suol dire. Perciò, penso di farvi cosa gradita pubblicando qui di seguito una lettera che Gianluca Alimonti – Fisico, ha scritto alla prof.ssa Cifarelli per manifestarle la sua solidarietà. Buona lettura. gg[/box]
Cara Professoressa Cifarelli,
vorrei esprimerti l’ammirazione ed il sostegno di un “piccolo” fisico che non è nemmeno un climatologo.
L’ammirazione è per il coraggio nel sostenere una posizione fuori dal coro che cerca di riportare l’approccio ad un tema così scottante come i cambiamenti climatici ad un livello scientifico che non necessariamente si allinea con la dilagante onda del facile, e comodo in alcuni casi, pensiero.
Il sostegno è per il veemente attacco cui sei sottoposta e che è condito, come spesso accade in questi casi, da infondate accuse di incompetenza se non addirittura di interesse personale.
Ma permettimi di entrare in alcuni dettagli. Ho letto che tu avresti osato “Smentire senza alcun sostegno scientifico i risultati ottenuti e condivisi da migliaia di scienziati”: il riferimento è senza dubbio ai modelli climatici globali. Questi modelli sono forse la miglior interpretazione possibile, date le attuali conoscenze, del complesso sistema climatico del nostro pianeta: in essi sono riprodotti al meglio i fenomeni fisici noti alla base del clima e le loro interazioni; non lo sono in maniera completa e probabilmente non lo sono tutti. I molti parametri liberi di questi modelli sono stati ottimizzati per riprodurre le condizioni climatiche della seconda metà del XX secolo: è ben noto che hanno dei grossi limiti sia nel riprodurre il clima della prima metà dello stesso secolo, sia nel prevedere l’andamento della temperatura dell’inizio di questo secolo, rispetto alla quale mostrano un andamento palesemente divergente. Per non parlare delle difficoltà nel riprodurre, soprattutto alle latitudini intertropicali, fascia di massimo interscambio termico, l’andamento della T con la quota, che dovrebbe confermare la firma antropica sul riscaldamento globale, e la carenza di umidità nell’aria, feedback positivo necessario nei modelli per giustificare un importante aumento della T globale.
In definitiva mi pare che i limiti di tali modelli, ben noti alla comunità scientifica, siano tali da auspicare ulteriori necessari approfondimenti, senza che si debba per questo portare a supporto una teoria alternativa. La frase “questi modelli fanno acqua da tutte le parti” credo non possa esser più adatta!
Mi risulta poi altra tua grave “colpa” quella di “mostrare che la comunità scientifica è divisa”: qui deduco che il riferimento sia invece al supposto 97% di consenso sul riscaldamento antropico tanto sbandierato anche da rilevanti figure politiche. Decisamente qui non è necessario essere un climatologo per una semplice ma attenta lettura dello scritto che vorrebbe certificare tale consenso per scoprire che sulla base dei lavori sul clima degli ultimi 20 anni emerge che la maggior parte di questi non prende una posizione a favore o meno della responsabilità antropica del riscaldamento e che anzi la parte degli “indecisi” cresce col passare degli anni.
Su questo punto direi quindi che eventualmente il tuo intervento ha semplicemente riportato la tematica alla situazione di reale confronto su una complessa tematica scientifica. Mi domando piuttosto da dove provenga questa forte necessita’, stridente con la realtà dei fatti, di continuare a sostenere tale effimero consenso che tra l’altro, nel Paese di Galileo, risveglia ricordi non certo edificanti.
L’intera situazione, per certi versi paradossale, mi riporta l’immagine di un ricercatore che posto di fronte ai limiti del proprio modello, seppur valido, anzichè tornare in laboratorio a confrontarsi con la realtà, batte i pugni sul tavolo sostenendone l’infallibilità e gridando al mondo la sua illusione che tutti gli altri ricercatori siano d’accordo con lui…
Un caro saluto,
Gianluca Alimonti
Esprimo anch’io l’appoggio alle parole di Gianluca Alimonti.
Gianluca Fusillo
Sono completamente d’accordo con quanto scrive G. Alimonti: parola per parola.
Ciao, Donato.
Io non sono un fisico, ma mi inchino lo stesso davanti al coraggio della professoressa Cifarelli.
Ce ne fossero tanti come lei ( con gli attributi ).
Sergio.
Caro Gianluca, la Cifarelli mi ricorda tanto la senatrice Elena Cattaneo, altra donna che senza paura delle aggressioni si è levata a difesa di una posizione scientificamente corretta e tuttavia oltremodo scomoda perchè invisa alla politica, ai media e alle masse: l’utilità dell’uso degli OGM in agricoltura. Da queste donne penso che abbiamo tutti molto da imparare.
Luigi