Temo che questo titolo debba essere spiegato. Le alterazioni del ciclo dell’acqua, sono un portato del riscaldamento globale, ovvero di come questo è proiettato verso il futuro dai modelli di simulazione climatica. In particolare, queste simulazioni, pur con importanti differenze tra loro, ‘prevedono’ che per fine secolo ci dovrebbe essere un incremento delle precipitazioni dell’ordine dell’1-3% per ogni °C di aumento della temperatura media superficiale globale. Più pioggia, ovviamente, in ragione di una maggiore quantità di vapore disponibile in atmosfera derivante da una più efficiente evaporazione.
Caveat: dato che circa 0,8°C di temperatura il pianeta li ha già guadagnati, ragione vorrebbe fosse già evidente un aumento del vapore acqueo in atmosfera. Così non è, come dimostrano le serie pubblicate su quell’inesauribile fonte di informazioni che il sito web www.climate4you.com:
Torniamo però all’aumento – previsto – delle precipitazioni.
E’ appena uscita su Nature una pubblicazione che riduce questa proiezione di circa il 40% in ragione di una sottostima, nei modelli, della quantità di radiazione solare ad onda corta assorbita dall’accresciuto – previsto ma non osservato – aumento del vapore acqueo in atmosfera (anche qui, su Science Daily).
An observational radiative constraint on hydrologic cycle intensification
Per ci non lo sapesse, gli schemi con cui viene descritto nei modelli l’assorbimento della radiazione solare dal vapore acqueo, cioè dal gas serra più abbondante e più efficace, sono parametrizzati, non risolti dal modello. Ciò significa che rappresentano una scelta di chi li ha disegnati. In sostanza, è una delle più classiche dimostrazioni del fatto che, in ogni genere di modello e quelli climatici non fanno eccezione, quello che ci metti ci ritrovi. Nella fattispecie, l’inserimento di schemi sbagliati genera output sbagliati. E le osservazioni lo dimostrano, sia per quel che attiene al ciclo dell’acqua, come visto poco più su, sia per l’assorbimento della radiazione solare, come dimostrato in questo nuovo lavoro.
Ah, così, giusto per chiudere. Ovviamente, se, quanto e come pioverà nel 2100, nessuno lo sa, ma questa è un’altra storia…
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