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COP 21 – Parigi – Giorno 6: la montagna ha partorito il topolino

Lunedì abbiamo assistito alle roboanti prese di posizione dei leader mondiali, ma passata la sbornia retorica e spenti i riflettori mediatici, dopo circa 5 giorni e quasi altrettante notti di trattative, i delegati della COP21 hanno consegnato una proposta di accordo al Presidente della COP che … non è un accordo.

Oggi pomeriggio ho dedicato qualche ora alla lettura del testo del cosiddetto accordo (invito caldamente tutti a prenderne visione e, almeno, scorrere le prime venti pagine). E’ stata una delle esperienze più frustranti della mia vita: un coacervo di opzioni, di alternative di voci verbali che possono generare una quantità enorme di testi completamente diversi l’uno dall’altro. Sembra di trovarsi di fronte alla funzione d’onda quantistica che genera il multiverso a seconda del momento in cui collassa!

Tra tutte le cose che il presidente Obama ha detto, una mi sembra del tutto condivisibile: non è possibile alcun accordo tra quasi 200 Paesi. In questo concordo con lui e con quanto ha detto ieri J. Hansen. Posso anche sbagliarmi, ma di questo passo non si va da nessuna parte. Se la teoria del riscaldamento globale di origine antropica fosse vera, saremmo destinati alla rovina totale, non c’è più spazio per la salvezza. Per quel che mi riguarda ho idee diverse circa le sorti del mondo per cui la cosa mi interessa relativamente, ma ci sarebbe da piangere.

A questo punto dovrei commentare l’ipotesi di accordo. Mi dispiace, non posso farlo e non per cattiva volontà, ma per materiale impossibilità. Commentare una legge è possibile e ci sono abituato, commentare un articolo scientifico è difficile, ma ci si può provare. Come si può commentare un accordo che a seconda della parentesi che si sceglie cambia tutto l’articolato successivo e anche quello precedente?

L’unica cosa che posso dire è che l’accordo non esiste e che solo un miracolo potrà portare ad un testo condiviso. Bisogna sapere, infatti, che non ci si è messi d’accordo neanche sul limite della temperatura da non superare nel 2100. Nel testo si parla di [meno di 1,5°G][meno di 2°C][2°C]. Quale scegliamo? Sembra il gioco delle tre carte!

Non parliamo poi del problema del finanziamento ai Paesi in via di sviluppo o delle responsabilità storiche dei Paesi emettitori (occidentali, ovviamente). Parentesi quadre e non solo ed opzioni si sprecano. Le venti pagine potrebbero benissimo essere meno della metà, se solo si avesse avuto il coraggio di prendere delle decisioni. In circa un anno di trattative non si è cavato un ragno dal buco.

Solo a titolo di esempio trascrivo un articolo della bozza di accordo (per chi non ha voglia di leggerselo tutto).

Article 18 (ENTRY INTO FORCE)

1. This Agreement shall enter into force on the thirtieth day after the date on which at least [X] [50][55][100] [ the ¾] Parties to the Convention [including all Annex I Parties] [and] [or] [on which Parties to the Convention accounting for [55][60][70][X] per cent of total [net] global greenhouse gas emissions in [[date][1990][2000][2010][2012]] have deposited their instruments of ratification, acceptance, approval or accession [whichever occurs first, coming into effect not earlier than 1 January 2020]][.][, with such Parties to the Convention accounting for X per cent of total [net] global greenhouse gas emissions [in [date] [1990][2000][2010][2012]] [but not earlier than 1 January 2020].]

2. [For the purposes of paragraph 1 of this Article, “total global [net] greenhouse gas emissions” [of such Parties] means the [total global [net anthropogenic] greenhouse gas emissions [and removals] as estimated by the data set used by the Intergovernmental Panel on Climate Change in its Fifth Assessment Report for analysis of emissions trends][most up-to-date amount communicated on or before the date of adoption of this Agreement by the Parties to the Convention either in their national communications submitted in accordance with Article 12 of the Convention or in their biennial reports or biennial update reports submitted in accordance with decision 1/CP.16 of the Conference of the Parties].]

3. For each State or regional economic integration organization that ratifies, accepts or approves this Agreement or accedes thereto after the condition[s] set out in paragraph 1 of this Article for entry into force [has] [have] been fulfilled, this Agreement shall enter into force on the thirtieth day after the date of deposit by such State or regional economic integration organization of its instrument of ratification, acceptance, approval or accession. 4. For the purposes of paragraph 1 of this Article, any instrument deposited by a regional economic integration organization shall not be counted as additional to those deposited by its member States.

Ho scelto uno degli articoli più brevi: in 23 righe ho contato 50 parentesi molte delle quali doppie o triple. In questo articolo non vi è nessuna opzione, ma alcuni articoli sono caratterizzati da parentesi ed opzioni multiple. In qualche caso sono stati individuati dei “segnaposto” dove andare a posizionare un articolo se viene scelta un’opzione o una ad essa alternativa. Addirittura nella bozza è inserito un disclaimer: anche le parti non in parentesi possono essere modificate. E allora di quale accordo si parla?

L’unica cosa certa è che i Paesi invia di sviluppo sono molto arrabbiati in quanto i Paesi sviluppati vogliono ripartire le riduzioni su tutti anche se in modo differenziato e tengono ben stretti i cordoni della borsa. Probabilmente questo è il modus operandi dei grandi organismi sovranazionali ed io sto scoprendo l’acqua calda. Da ciò scaturisce, però, un’amara riflessione: ecco il motivo perché tali organismi sono paralizzati ed autoreferenziali.

Domani il programma prevedeva una pausa di riposo. Visto lo stato pietoso in cui versa l’accordo, i delegati sembra che vogliano rinunciare alla pausa. Per quel che mi riguarda mi prenderò una pausa: non ci sarà il resoconto del giorno 7 (a meno che non si scateni un cataclisma, ovviamente). Buona domenica ed arrivederci a lunedì.

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Published inAttualitàCOP21 - Parigi

Un commento

  1. Rinaldo Sorgenti

    Qualcuno può aiutare a fare chiarezza sul tema dell’incremento della vegetazione (“greening”) sul pianeta?

    Leggevo recentemente che la vegetazione mondiale sarebbe cresciuta del 40% negli ultimi 35 anni.

    Di converso, la Fao pare dire l’opposto: “Circa il 30 per cento delle terre emerse del nostro pianeta, per 4 miliardi di ettari, è ancora ricoperto dalle foreste. Ogni anno, in tutto il mondo, 13 milioni di ettari (dati Fao 2010) vengono distrutti per soddisfare il crescente fabbisogno di carta, carne, soia, olio di palma e legno. Negli ultimi 25 anni, il mondo ha perso circa 129 milioni di ettari di foresta, un’area grande quasi quanto il Sud Africa”.

    Nel filmato postato negli “ultimi commenti” qui a destra, si dice che vi sarebbero 400 alberi per ogni abitante del pianeta.

    Infine, l’amico Luigi Mariani in uno dei suoi recenti egregi articoli sul miglioramento delle rese agricole, ci dice che se ritornassimo alla concentrazione di CO2 pre-industriale, le rese agricole calerebbero del 30%.

    Come meglio interpretare questi dati?

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